Francesca Pascale e Silvio Berlusconi, non li dividere nemmeno Dio

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Tutti si domandano: che cosa c’è dietro al comunicato di Forza Italia in cui si legge della fine tra Silvio Berlusconi e Francesca Pascale? (Il comunicato è arrivato dopo le foto pubblicate da Diva e donna in cui si vedeva, in Svizzera, Silvio Berlusconi con l’ onorevole Marta Fascina).

La domanda Fho rivolta a proprio a Francesca Pascale, che, donna diretta come lei sola, me lo ha anche scritto: «C’è di vero, caro direttore, che il rapporto tra me e il presidente nessuno mai potrà scalfirlo. Neppure Dio». Nel comunicato, una nota ufficiale dell’ufficio stampa di Forza Italia (a memoria non ricordo che un partito abbia mai fatto un comunicato inerente alle vicissitudini di cuore del proprio leader) si legge: «Continua a sussistere un rapporto di affetto e di vera e profonda amicizia fra il presidente Silvio Berlusconi e la signora Francesca Pascale». Ma arriva subito il “ma” ed è una doccia fredda: «Non vi è fra loro alcuna relazione sentimentale o di coppia».

E così è stata annunciata la fine. «Quindi», si legge sempre nel comunicato, «tutte le illazioni che vengono prospettate al riguardo sono fuorvianti e del tutto inesistenti». Quali siano le illazioni non si capisce bene: che Berlusconi non sta ora con l’onorevole Fascina? Per questo, dopo tanta enfasi di partito, le parole di Francesca Pascale fanno ancora più impressione. Le ripetiamo: «Il rapporto tra me e il Presidente nessuno mai potrà scalfirlo. Neppure Dio».

Sono parole che fanno quasi paura, parole di una donna forse ferita da tutto quello che sta succedendo intorno alla sua persona e al suo rapporto («Che dura da quindici anni», mi aveva sottolineato in passato) con “Super Silvio”. Il tono di Francesca è passionale, insieme prudente. Ben diverso dalle dichiarazioni che aveva rilasciato qualche giorno fa all’Adn Kronos, l’agenzia di stampa, cui si diceva «stupita dal comunicato di Forza Italia». E aggiungeva: «Vorrò sempre un infinito bene al mio Presidente. Gli auguro tutta la felicità del mondo. Spero che trovi una persona che si prenda cura di lui come ho fatto io».

E forse quella persona, anche la Pascale lo sa, Berlusconi sembra averla trovata nella deputata azzurra Marta Fascina, ormai presenza fìssa ad Arcore. Nel nostro ultimo incontro telefonico Francesca Pascale mi aveva detto a proposito della Fascina: «E stata messa al fianco del mio Presidente dalla senatrice Licia Ronzulli. La Ronzulli ha come assistente proprio Marta Fascina e ha deciso di metterla al fianco di Berlusconi. E per questo che lei vive e dorme ad Arcore».

Ma è normale che una deputata del Parlamento faccia da assistente al presidente del suo partito? Non dovrebbe essere a Roma a lavorare per chi l’ha eletta? «Silvio, che lavora sempre e… ha sempre i suoi collaboratori in casa», mi ha spiegato la Pascale. Marta Fascina è una onorevole, classe 1990, cinquantacinque anni meno di Berlusconi, originaria di Melito di Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria, cresciuta a Napoli, come la Pascale, eletta nel collegio blindato Campania 1 alle ultime politiche del 2018.

Anche su questo Francesca, un po’ caustica, ha aggiunto: «Mi fa simpatia vedere un deputato portare a spasso il mio cagnolino». Immagino, una simpatia infinita. Che cosa cambierà nella vita di Francesca Pascale? Per ora nulla, continuerà a vivere a Villa Maria, una villa a pochi chilometri da quella di Arcore. Anche perché ad Arcore è rimasto il barboncino Dudù che ora va a spasso con la Fascina, ma che sia per Berlusconi («Dudù è un bambino cui manca solo al parola», dice), sia per la Pascale, è come un figlio, come avviene spesso per chi ha animali in casa. Continuerà a vedere il suo Presidente? Dubito.

La Pascale era stata lapidaria sul sospetto che tra Silvio e Marta Fascina ci potesse essere qualcosa: «Se scoprissi che in questa storia c’è qualcosa di vero, tra me e il Presidente finirebbe tutto. Sarà così… dopo quindici anni». Però quella frase di Francesca fa pensare altro. Ripetiamo, ci ha scritto: «Il rapporto tra me e il Presidente nessuno mai potrà scalfirlo. Neppure Dio».