Ai domiciliari per droga, dona 200 mascherine all’ospedale di Bari: “Generosità riempie il cuore”

Questo articolo in breve

Sua figlia, una bambina disabile di sei anni, in seguito a una caduta è stata curata al pronto soccorso dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari e, una volta tornata a casa dopo la medicazione, ha raccontato al papà che non tutti gli infermieri indossavano le mascherine.

E per questo il genitore, un uomo barese disoccupato e attualmente agli arresti domiciliari per spaccio di droga, avrebbe deciso di fare una donazione all’ospedale. Duecento mascherine che l’uomo, in questo periodo di emergenza coronavirus, aveva comprato per la sua famiglia dopo aver ricevuto l’ultimo assegno di disoccupazione e che, dopo le cure a sua figlia, ha deciso di donare al personale dell’ospedale. Ex titolare di una concessionaria d’auto poi fallita, assunto in una ditta e poi licenziato, incensurato ma ai domiciliari da alcuni mesi, il protagonista del bel gesto per il personale sanitario dell’ospedale barese vive con la moglie, anche lei disoccupata, e le due bambine di 1 e 6 anni. La più grande si sarebbe dovuta sottoporre a un intervento chirurgico il 9 aprile all’istituto ortopedico Rizzoli di Bologna, ma l’intervento salterà proprio a causa dell’emergenza coronavirus.

Il ringraziamento dell’ospedale: “Gesti che ci danno la forza per affrontare questo momento” – Un gesto apprezzato dalla struttura pugliese, che ha ringraziato l’uomo per la donazione. “La straordinaria generosità dei cittadini ci riempie il cuore. Le donazioni sono piccoli e grandi gesti che ci danno la forza per continuare ad affrontare questo momento difficile e ci restituiscono speranza per il futuro. La maniera migliore per ringraziare la piccola paziente e tutti coloro che oggi ci donano qualcosa è continuare a garantire loro le migliori cure”, è il commento dei medici dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII.