Al Pacino, per i suoi 80 anni si è regalato l’esordio a Hunters

Questo articolo in breve

La miglior vendetta è la vendetta», dice il cacciatore di nazisti sconfessando ogni buonismo. E quando ascolti Al Pacino recitare queste parole nel primo episodio di Hunters, capisci che ci è riuscito di nuovo: ha dato vita a un personaggio che strega lo spettatore, che ti tornerà in mente anche dopo aver spento la tv. Per i suoi 80 anni, li compie il 25 aprile, l’attore si è regalato l’esordio da protagonista in una serie televisiva: Hunters è ambientata nella New York del 1977 e lui veste i panni di Meyer Offerman, sopravvissuto ai campi di sterminio, diventato un ricco magnate e il capo spietato di una banda di ebrei alla ricerca di giustizia privata. La missione è semplice: scovare e uccidere gli antichi aguzzini.

L’età avanza, ma Al Pacino non se la prende comoda. Prima di comparire come cacciatore di nazisti, il quasi ottuagenario è stato tra i protagonisti degli ultimi Oscar. Nel film-testamento di Martin Scorsese The Irishman ha tirato fuori un altro asso dal carnet delle sue interpretazioni, il sindacalista Jimmy Hoffa. In questa storia di mafia ha recitato al fianco di Robert De Niro e Joe Pesci, un trio di fuoriclasse dove spicca: il suo Jimmy Hoffa è istrionico, coraggioso e testardo. Tanto testardo che non ha paura della mafia e non si sottomette alle regole dei suoi partner in affari. Hoffa gli vale la candidatura all’Oscar, la nona della sua carriera, un record. E anche se Brad Pitt (candidato per il suo ruolo nel tarantiniano C’era una volta a…Hollywood) gli ha  sfilato via il premio, Al Pacino resta l’ultimo dei divi.

Nessuno a Hollywood e dintorni riesce a tenere il suo passo. Nell’immaginario del pubblico l’attore ha molteplici vite. È Michael Corleone del Padrino, il “buono” della famiglia che non può ribellarsi al tragico destino di boss. È il poliziotto Frank Serpico, che lo trasforma in una delle icone della New York degli Anni 70. È l’omosessuale Sonny, che in Quel pomeriggio di un giorno da cani rapina una banca ed è pronto ad arrivare alle estreme conseguenze per pagare l’operazione di cambio sesso del compagno. È il gangster Tony Montana di Scarface, entrato nella cultura pop con tanto di poster da appendere in camera. È il tenente colonnello cieco del remake del film di Dino Risi Profumo di donna, che gli ha fatto vincere il solo Oscar della sua carriera.

L’elenco è ancora lungo e continua ad arricchirsi. Ma torniamo al presente: come se non bastasse l’Oscar svanito, l’ottantesimo sarà un compleanno da single. Lo scorso febbraio Al Pacino è stato lasciato dall’attrice israeliana Meital Dohan, dopo due anni di relazione. «La differenza d’età è pesante », ha dichiarato la 43enne Meital. «Io e Al ci amiamo, ma dove ci poteva portare la nostra storia? Il mio desiderio è avere dei bambini, voglio una mia famiglia, ma lui ha già la sua». L’attore, infatti, è diventato papà per la prima volta nel 1989: Julie Marie è nata dalla relazione con l’insegnante di recitazione Jan Tarrant. Poi, nel 2001, ha avuto i gemelli Olivia e Anton con l’attrice Beverly D’Angelo, dei quali ha ottenuto l’affidamento dopo un’asprissima battaglia legale.

Meital è l’ultima nella lunga lista dei suoi amori, tra cui ci sono nomi famosi e famosissimi, Jill Clayburgh, Diane Keaton, Carol Kane, Penelope Ann Miller, Madonna… Prima di Meital era stato legato all’attrice argentina Lucila Solà, dal 2011 al 2018. Tantissime donne e nessun matrimonio, Al Pacino non si è mai sposato, ha evitato con ogni mezzo possibile di essere un marito, ma è sempre stato un padre affettuoso e presente, come anche la sua ultima ex ha raccontato con un filo di invidia. Quando spegnerà le ottanta candeline non sarà un cuore solitario, accanto a lui ci saranno i figli. «L’età è solo un numero», ha detto l’attore quando gli è stato chiesto di commentare le frasi della sua ex sulla differenza di età tra loro. «Tutto dipende da dove ti porta la tua vita, da come ti comporti.

Io non mi sento vecchio, non so come mi sento. So solo che finché ho appetito voglio continuare a lavorare». Altro che appetito, quella di Al Pacino sembra una fame insaziabile di nuove sfide. Quest’anno lo vedremo al cinema in Axis Sally, film ispirato alla storia vera di Mildred Gillars: la conduttrice radiofonica americana che si trasferì nella Germania nazista come speaker della radio di Hitler. Durante la Seconda guerra mondiale continuò il suo lavoro, nonostante l’invito da parte degli Stati Uniti di rientrare, e dopo la caduta di Hitler fu condannata per alto tradimento. Al Pacino sarà il suo avvocato difensore nel processo che ebbe in patria. E dopo? L’attore ha annunciato che vuole realizzare uno dei suoi sogni. Si tratta di Shakespeare: interpreterà Re Lear. L’ultimo dei divi non ha ancora finito di stupire.