Roberta Ragusa nascosta in un tombino? No, francamente non ritengo si tratti di un”ipotesi verosimile. Dei poveri resti di Roberta non credo potremo mai avere notizie affidabili a meno che Antonio Logli non decida, finalmente, di confessare. Ipotesi che, a oggi, ritengo a dir poco improbabile.
Condivido pienamente le argomentazioni contenute nella motivazione della sentenza di Cassazione che ha confermato la condanna a 20 anni per Antonio Logli, ritenuto responsabile oltre ogni ragionevole dubbio di omicidio e distruzione di cadavere ai danni della moglie. Ci sono voluti anni ma, alla fine, la vicenda è stata ricostruita in tutti i suoi passaggi cruciali, a dimostrazione che nel nostro ordinamento la vera prova regina è quella logica.
Arriva così un”altra condanna definitiva in un caso di omicidio senza corpo, segno che la possibilità di farla franca nei casi di omicidio “mascherati” da allontanamento volontario ormai è decisamente ridotta. Già perché in questi anni abbiamo visto emergere una mutazione malevola di assassini, quelli che tentano in ogni modo di far credere che le loro vittime si siano date alla fuga volontariamente, senza soldi, senza documenti, addirittura in pigiama in alcuni casi. Anche secondo me, come ho sostenuto in tutti questi anni, il movente economico è stato determinante in questo caso.
Non credo che il carcere possa cambiare quest”uomo nel profondo e ritengo improbabile che possa arrivare un giorno a confessare quanto ha commesso e consentire così il ritrovamento dei resti del corpo di Roberta. L”augurio è che questa donna mite e gentile, la cui unica “colpa” è stata amare ostinatamente l”uomo sbagliato, possa riposare in pace, ovunque siano i suoi resti.