Laura Chiatti non ci sta e attacca: “Basta cattiverie, non sono anoressica”

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Per la stampa francese Laura Chiatti «è uscita direttamente da un quadro del Botticelli», per Carlo Verdone «è il volto cinematografico più bello che abbiamo in Italia», ma lei è rimasta la ragazza della porta accanto, quella che sognava di fare la mamma e di avere accanto «un uomo alto, biondo e stropicciato».

La vediamo nella campagna dell’Umbria con i figli Enea e Pablo e con suo marito, Marco Bocci, sex symbol del cinema che «non è alto e biondo, ma è stropicciato come se fosse da sempre in quarantena», scherza Laura, una vera rivelazione. Domanda.

Come ha spiegato ai suoi figli questa reclusione forzata? Risposta. «Ho detto loro che non saremmo usciti per un po’ perché c’è in giro un virus che provoca una fortissima influenza e l’hanno presa bene perché hanno potuto trascorrere più tempo con me e Marco». D. Per la famiglia ha rinunciato a tante proposte, ha avuto in cambio quello che sognava? R. «Direi proprio di sì, ho vissuto il senso di essere mamma già con i miei nipoti che oggi hanno 9 e 14 anni e ho proseguito con i miei bambini. Ho un approccio rilassato al lavoro».

D. Esplose a Cannes nel 2006 con L’amico di famiglia di Paolo Sorrentino e, mentre tutti la inseguivano, disse: “Prima viene la mia vita, e sarà sempre così”. R. «Il cinema è arrivato per caso. Ho sempre considerato recitare una cosa divertente e preziosa, quasi un dono: vengo da una famiglia semplice e mi sono trovata in un giorno a guadagnare quello che papà guadagnava in un mese.

Non ho mai pensato  “che brava”, ma “che fortuna!”. Quando i nostri figli recitano in casa, dico: “Avete preso da papà”, perché è lui il talento». D. In questi giorni, a parte il Papa, pochi si sono ricordati degli attori, siete visti come privilegiati? R. «Sì, e gli attori soffrono per questo, ma cerco di capire la psicologia della gente: ci sono settori che preoccupano di più perché, nell’immaginario comune, danno da mangiare a più persone.

È vero, però, che anche il cinema è un’industria e, oltre agli attori, ci sono tanti ruoli, dai tecnici alle sarte ai runner,
che vivono di questo. Di buono c’è che, in questi giorni, gli eroi non sono sullo schermo, ma in mezzo a noi: medici, infermieri, operatori sanitari». D. Ha detto: “Penso che la carriera di un’attrice, a un certo punto, dovrebbe finire con un bel saluto a mano aperta”. R. «Non soffro se mi vedo con le rughe o se mi propongono ruoli da madre anziché da amante o da teenager perché rispetto i cicli della vita, così come so che ci sono momenti in cui tutti ti vogliono e altri in cui ti vogliono meno.

È come quando cresci: da piccolo non hai pensieri ed  è tutto facile, poi diventi grande e aumentano le responsabilità». D. È molto riservata, ma sui social si mostra senza filtri e risponde a tono agli haters. R. «Non capisco quelli che dicono “sei un personaggio pubblico, quindi ti massacriamo”, perciò rispondo anche se so che così mi provocheranno ancora di più. I social avrebbero una funzione positiva perché possono avvicinarti alle persone, se mostri la tua quotidianità. Ma non tutti lo fanno, per questo ho smesso di seguire Leonardo DiCaprio: non metteva mai cose della sua vita.

Un giorno ho detto a mio marito: “Basta, ho chiuso con DiCaprio!”. È scoppiato a ridere». D. Come ha fatto a restare amica dei suoi ex fidanzati? R. «Ho avuto la fortuna di scegliere persone speciali che mi hanno voluto bene anche quando l’amore è finito. Oggi amo i figli di Francesco (Arca, ndr) e la sua compagna Irene così tanto che la gente ci chiede come sia possibile. La verità è che faccio squadra con le donne, non sono gelosa, cerco sentimenti profondi». D. È vero che ama i reality? R. «Per me sono vita, un mese senza Uomini e donne è stato noiosissimo e sono fan del GfVip: ho tifato per Zequila, ma poi ha sbagliato con Sossio. E sono attratta dalla cronaca nera: non mi perdo una puntata di Storie maledette, faccio parte dei Leosiners, i fan di Franca Leosini».

D. Ha scritto: “Non esiste curva dove non si possa sorpassare”. R. «Due anni fa mio marito ha avuto un problema di salute. Un’ora prima che stesse male e perdesse i sensi stavo tornando a casa e avevo letto su Instagram questa frase di Ayrton Senna. Siccome Marco è patito di Formula 1, gliel’ho mandata, ma non ha fatto in tempo a leggerla perché lo avevano già ricoverato. E così gliel’ho appesa sopra il letto ed è rimasta lì per un mese, finché non è guarito. Ci ho visto un segno, anche perché Marco è stato male il 1° maggio, lo stesso giorno in cui è morto Senna». D. Come fate ad amarvi così tanto dopo sette anni? R. «La nostra storia è cominciata come un’amicizia e ricordo così bene il giorno che ci siamo baciati, il 6.12.13, che me lo sono tatuato. Siamo molto compatibili, ci piace ironizzare, quando le donne mi scrivono “beata te che stai con Bocci” è perché lo immaginano con la camicia aperta, sporco di sangue o con le T-shirt strette, e non sanno che sono così perché sbaglio a lavarle!».

Laura Chiatti si sfoga sui social: “Non sono anoressica, basta cattiverie”

“Il fatto di essere un personaggio pubblico – ha aggiunto l’attrice – non significa essere carne da macello e prendersi diffamazioni senza difendersi, perché il danneggiamento del prossimo che sia pubblico o privato è un grave reato che può portare a gravi conseguenze. Questo per dire che io sto benissimo, e soprattutto per consigliare a questi miserabili mentecatti che si nascondo dietro una tastiera solo per violentare psicologicamente il prossimo perché nel loro cuore evidentemente non regna la pace. Almeno in un momento come questo evitate tutta questa inutile cattiveria. “