La questione non è certo da poco: l’assenza del pubblico dagli studi televisivi per via del Coronavirus ha modificato, e di parecchio, l’atmosfera dei programmi che vediamo in TV. Di questo si è discusso tanto, ultimamente, soprattutto perché accanto alle trasmissioni che hanno cambiato volto continuiamo ad assistere ad altri programmi dove, invece, il pubblico è presente, si affolla, in un modo che in questi tempi pare davvero inopportuno.
Se in TV c’è tanta gente, ed è molto vicina, vale la pena di ripetere ancora che la trasmissione è stata registrata prima che le regole antivirus proibissero agli spettatori di stare uno accanto all’altro: meglio non distrarsi, o si corre il rischio di pensare, buttando un occhio distratto alla TV e vedendo trasmissioni affollate, che nulla sia accaduto.
È il caso di Avanti un altro!, il popolarissimo gioco in onda in preserata su Canale 5, condotto da Paolo Bonolis e Luca Laurenti. Il programma è uno di quei casi dove il folto pubblico in studio non è mai venuto meno, né subito dopo l’inizio dell’emergenza sanitaria, quando sono andate in onda repliche di puntate già viste, né quando, un paio di settimane fa, abbiamo ripreso a vedere puntate inedite, comunque registrate prima del catastrofico arrivo del Coronavirus. Arriveranno presto, poi, sui nostri teleschermi nuove puntate, registrate seguendo le nuove regole: mentre le attendiamo, in questi giorni abbiamo visto e vediamo il pubblico di Avanti un altro! vivere ancora nella perenne “euforia” che lo caratterizza da sempre.
Nelle puntate registrate prima del grande contagio nulla è ovviamente ancora accaduto e lo spettacolo è impressionante: guardare quegli episodi del delizioso programma fa venire in mente ciò che nella realtà non possiamo più fare, tra distanze fisiche azzerate e totale assenza di mascherine. Forse è un bene: almeno, seduti davanti alla TV, possiamo ripassare un elenco di comportamenti che ora, per il bene di tutti, non vanno assolutamente tenuti.
Il mondo di Avanti un altro! nelle puntate di “prima del Coronavirus” è quello che conosciamo da sempre, con i concorrenti in fila indiana, scanditi al ritmo di “fuori
uno e avanti il prossimo”, tutti in scena nel tentativo di dare risposte a quiz più o meno probabili, a tutto vantaggio dello spettacolo. Più della conoscenza, a loro occorre fare funzionare l’intuito, la prontezza, l’agilità mentale. Bonolis è stato protagonista di recente di una piccola polemica con Mediaset per essere stato opposto il sabato sera, con Ciao Darwin, a Viva RaiPlay! di Fiorello, in onda su Raiuno: entrambi erano in replica, chi con montaggi molto evidenti, chi con meno “tagli”.
Nonostante questo, Paolo non tornerà in Rai, come qualche voce di corridoio aveva lasciato intendere: rimarrà a Mediaset e sempre con il supporto di Luca Laurenti, che è la sua “spalla” da sempre. Anzi, che è ormai una sua estensione. Tra Bonolis e Laurenti c’è un vero rapporto di simbiosi: la loro intesa appare sempre evidente e convincente, tenuta ben salda dalla capacità di Paolo di guidare il suo scudiero, di caricarne a molla le potenzialità, di utilizzarlo come ariete contro i tanti inchini e le tante regole della TV “perbene”. Avanti un altro! non è una trasmissione maleducata, sia chiaro: ma ha dentro di sé, come un codice genetico, l’irriverenza e l’uso per fare spettacolo dei concorrenti, con la loro fisicità e la loro cultura spesso molto relativa.
Questi ingredienti sono imprescindibili nella ricetta del successo del programma: meno visibile ma sempre presentissima c’è, poi, anche la pratica quotidiana della “parte buona” del conduttore Bonolis. Tra il pubblico del programma, in studio, ci sono sempre state diverse persone “differenti dalla norma”, chi con un problema, chi con un altro. Ed è sempre stato consistente anche il numero di persone non più giovanissime, di volta in volta innalzate da Bonolis a ruoli di “annunciatore” o di “velino” in un modo assai tenero e amabile. Essere scelte ha regalato a queste persone un momento di gioia, di ilarità condivisi- bile, di leggerezza che è l’essenza stessa della vita: speriamo che anche nella nuova versione “da emergenza”, senza pubblico, la leggerezza rimanga. La leggerezza che tanto ci manca durante le lunghe giornate di questo difficile periodo della nostra storia.