Omicidio Roberta Ragusa, le bugie di Antonio Logli al figlio Daniele

Questo articolo in breve

dicono che son pedo filo. Non ho mai fa”o del male a nessuno. Tutto inventato. Tanto la verità verrà fuori. Alcune interviste contengono cose inventate. Altre a mio favore non sono state mandate in onda”. Erano le 19.18 del 13 ottobre 2012, quando Antonio Logli pronunciò queste parole parlando in macchina con il figlio maggiore Daniele.

Esattamente nove mesi prima, nella no”e tra il 13 e il 14 gennaio, sua moglie Roberta Ragusa, 45 anni, era scomparsa per sempre dalla loro casa di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa. Il marito, all#epoca, era indagato per omicidio. Le indagini e i successivi processi, come noto, avrebbero poi portato alla condanna definitiva dell’uomo a 20 anni di carcere per omicidio e distruzione del corpo. A questa condanna si è arrivati passando per una lunga serie di indizi, tra cui numerose intercettazioni.

Quella che avete appena le”o non era mai stata pubblicata. È stata registrata da una microspia piazzata dagli inquirenti nella macchina di Lo- San Giuliano Terme (Pisa) gli in un momento in cui l#uomo non sapeva o non ricordava di essere ascoltato. Proprio per questo Logli si lasciò sfuggire una frase che dice tantissimo sul suo rapporto con i !gli e sui suoi ripetuti tentativi di trascinarli dalla propria parte. Non dimentichiamo infatti che fu proprio Daniele, all’epoca ancora minorenne, a lanciare il primissimo appello dopo la scomparsa della madre.

In quel periodo il ragazzo, così come la sorella minore Alessia, viveva nel terrore che alla madre fosse successo qualcosa di grave. Come vedremo, però, con il passare degli anni i due !gli hanno subito una lenta trasformazione che li ha portati a difendere con forza la posizione del padre. Il dolore per la perdita della madre, naturalmente, è rimasto enorme e immutato. Ma nel corso del tempo hanno sposato, anche pubblicamente, le inverosimili teorie esposte dal papà, secondo il quale Roberta potrebbe essere fuggita di casa volontariamente. Ecco perché, rileggendo l’intercettazione in cui Logli spiega al figlio che tutto quello che si dice sul proprio conto sono solo invenzioni, viene da pensare che i tentativi che nessun giornalista si è mai inventato nulla, né ha mai censurato le interviste rilasciate dall’uomo.

Nella stessa circostanza, l!uomo, parlando sempre con Daniele, disse anche che la sorella Alessia era stata trattata male dagli investigatori. Così facendo avviò la sua opera di persuasione nei confronti dei figli, che all!epoca erano poco più che bambini. Negando l!evidenza, Logli sfruttò il suo ruolo di padre per convincerli della sua innocenza. Per anni i due ragazzi sono rimasti chiusi in casa senza esprimere il proprio punto di vista sulla scomparsa della madre. Poi, una volta diventati “grandi”, contro ogni aspettativa, si sono apertamente schierati a favore del padre. Cosa è successo quindi in quegli anni di silenzio? Cosa raccontava Antonio in casa mentre gli inquirenti raccoglievano indizi su indizi contro di lui?