Non è trascorso giorno in questi 13 anni in cui Kate e Gerry McCann non abbiano ripercorso, istante per istante, la sera del 3 maggio 2007 quando la loro bambina, Maddie, scomparve dal letto in cui stava dormendo accanto ai fratellini Sean e Amelie.
Giorno dopo giorno hanno ripercorso ogni metro, cercato di ricostruire ogni viso incontrato, scavato fino all’ossessione nei ricordi per fare emergere un particolare, una sensazione che aiutasse a capire, che potesse ancora far sperare. E chissà se oggi, guardando le foto segnaletiche di Christian Stefan Brueckner, il lampo che cercavano di scovare nelle loro menti non sia arrivato.
E insieme la consapevolezza che Maddie non ci sia più purtroppo ormai da tanto tempo. Torniamo indietro di 13 anni. Il 3 maggio i McCann, giovane coppia di medici inglesi, sono in Algarve, Portogallo, per una vacanza nel resort Ocean club di Praia da Luz. Quella sera insieme ad amici decidono di andare a cena in un ristorante distante esattamente 120 metri dalla stanza dove dormono Maddie, che sta per compiere quattro anni, e i suoi fratelli.
A turno gli adulti si alzano da tavola per andare a controllare. Quando Kate percorre i 120 metri per assicurarsi che vada tutto bene è passata meno di un’ora dall’inizio della cena. In quel momento comincia un incubo lungo e inimmaginabile.
Nel letto Maddie non c’è. Non è da nessuna parte. Le ricerche partono subito, diventano imponenti in poche ore. Un cane molecolare specializzato nella ricerca di cadaveri si sofferma a lungo nella stanza dei McCann, esattamente dietro a un divano. La polizia portoghese e i giornali inglesi puntano il dito contro Kate e Gerry. I genitori di Maddie, oltre al dolore per la scomparsa della figlia, devono sopportare un’accusa infamante e folle (qualche anno dopo i McCann riceveranno un risarcimento di 550 mila sterline dai tabloid inglesi Daily Express e dal Daily star). Quando le accuse contro i genitori cadono si è già perso tempo prezioso.
Altri finiranno nel mirino delle polizie inglesi e portoghesi nel corso di questi 13 anni ma ogni indagine si rivelerà sempre inconcludente. E soprattutto mai, in alcun rapporto di polizia, spunterà il nome di Christian Stefan Brueckner. Eppure quel nome avrebbe dovuto esserci.
Brueckner è un cittadino tedesco di 43 anni condannato più volte in patria per vari reati tra cui pedopornografia e molestie nei confronti di minori. La polizia di Braunschweig, città della Bassa Sassonia, dopo la sparizione di Maddie segnala il suo nome alle autorità centrali. Gli investigatori che lo seguivano sanno che dal 1995 l’uomo si è trasferito in Portogallo. Varrebbe la pena di indagare.
Nessuno lo fa. Almeno fino al 2017 quando, una sera, seduto in un bar con un amico, Brueckner indica la televisione e dice: «Io so che fine ha fatto». Sul video sta scorrendo l’immagine di Maddie McCann. E poi l’uomo, alticcio, mostra all’amico sul telefono immagini agghiaccianti di uno stupro rivelando: «Questo l’ho fatto proprio qualche tempo prima lì, dove è scomparsa la bambina».
Nei pressi del resort nel 2005 era stata violentata una turista americana di 72 anni. L’amico rivela tutto alla polizia tedesca che inizia a indagare, i riscontri ci sono, si scopre anche che Brueckner è finito in un’indagine per traffico di droga, la narcotici tedesca lo sta cercando.
Lo arrestano in Italia, a Milano, grazie a un mandato di cattura internazionale. L’accusa è traffico di droga a cui si aggiunge quella di stupro ai danni dell’anziana turista. Intanto però continuano le indagini sul possibile legame dell’uomo con la scomparsa di Maddie. Si scopre che Brueckner il 3 maggio 2007 ha effettuato una telefonata di un’ora agganciandosi a una delle celle di Praia da Luz.
E che la sua abitazione portoghese era a pochi chilometri dalla cittadina dell’Algarve. Un altro particolare insospettisce gli investigatori: a quell’epoca l’uomo possedeva un van Volkswagen e una vecchia Jaguar che proprio il 4 maggio maggio fa intestare a un’altra persona in Germania. Ora gli investigatori tedeschi sono venuti allo scoperto. Il nome di Brueckner e il suo volto sono stati resi noti. E si è fatta viva una persona che ha raccontato di