Inter – Sassuolo come e dove vedere diretta Live Tv Streaming Gratis No Rojadirecta Sky o Dazn?

Una settimana di serrate trattativa sull’asse Mi- lano-Londra/Man- chester, per cercare di trovare un’intesa per il prolungamento dei prestiti di Moses e Sanchez. L’Inter, infatti, non ha ancora trovato l’accordo con Chelsea e Manchester United per ^attenere in organico fino al 31 agosto, come da disposizioni della Fifa, i due giocatori. Se per i prestiti “italiani” non ci saranno problemi – la Figc ha spostato la scadenza dei prestiti fra società italiane a fine stagione sportiva -, più difficili sono gli accordi con l’estero. In particolare, per giocatori che guadagnano molto nei propri club di appartenenza come Sanchez: il cileno ha un contratto da 12 milioni più bonus allo United e l’Inter per la stagione 2019-20 ha partecipato per 5. Il nodo, ora, è capire come dividersi la fetta dal primo luglio al 31 agosto (i Red Devils potrebbero essere anche avversari dei nerazzurri in Europa League). Meno “caro” Moses, ma il problema rimane.

C’è un dato che accomuna il Sassuolo e la Juventus e che ha a che fare con l’Inter. La squadra neroverde èl’unica compagine contro cui i nerazzurri non sono in vantaggio negli scontri diretti, insieme proprio all’avversaria dei “derby d’Italia’.’ Solo questo basta per dire che Inter-Sassuolo non può essere una partita come le altre. Per la squadra di Antonio Conte, certo, ma anche e soprattutto perii Sassuolo che contro la compagine meneghina ha sette vittorie, un pareggio e cinque sconfìtte.

In trasferta al Meazza, tra l’altro, il Sassuolo viene da quattro risultati utili consecutivi (tre vittorie e un pareggio, lo 0-0 dello scorso campionato). Ma l’Inter è anche la squadra che per due volte ha battuto i neroverdi per 7-0. Insomma, gara mai banale quella in programma questa sera e il Sassuolo vuole mettersi alle spalle la batosta rimediata a Bergamo (3-4 con doppiette di Lukaku e Martinez) proprio contro l’attuale terza forza del campionato. De Zerbi ha qualche problema in difesa: out Romagna e Toljanperinfortunio e Marion, squalificato, probabile che la linea’venga ridisegnata con Muldur a destra, Chiriches e Ferrari centrali e Rogerio a sinistra, in mezzo Obiang e Locateili, mentre alle spalle di Caputo dovrebbero giocare Berardi, Djuricice Defrd, con Boga che potrebbepartire dalla panchina.

Di certo il tecnico degli emiliani farà tum over, cambiando per almeno 5-6 undicesimi rispetto ai partenti contro LAtalanta. L’allenatore ieri non ha fatto la consueta conferenza stampa, ma è determinatissimo a ripartire bene dopo il ko rimediato domenica scorsa, di certo l’avversario da affrontare non è il migliore in questo momento, ma il Sassuolo venderà cara la pelle.

Aspettando l’occasione. E poi chissà cosa succede. Alexis Sanchez è tra coloro che son sospesi. Sospeso oggi, in attesa di una chance dall’inizio che desidera e che ha mostrato anche di meritare, con i due ingressi in campo positivi, a Napoli prima e con la Samp poi. La sua ora staper scattare:il cileno sente odore di maglia da titolare e insidia Lautaro già per la gara di stasera, questa è la sensazione che filtrava da Appiano ieri dopo l’allenamento fissato alle 19.30, lo stesso orario del match col Sassuolo.

Intrigo Ma è quel che accadrà più avanti che in qualche modo sta preoccupando l’Inter. La questione è legata a un contratto di prestito con il Manchester United in scadenza a breve e, come per tutti gli altri in questa situazione, da rinnovare in accordo con la società che detiene il cartellino.El’Inter sta trovando difficoltà con lo United, per quanto riguarda Sanchez.

Il riferimento non è tanto al 30 giugno: il club inglese non fa resistenze sul fatto che l’attaccante possa concludere la Serie A con l’Inter,ma si sta mettendo di traverso ragionando sull’Europa League. Non a caso, verrebbe da dire. I Red Devils sono impegnati, proprio come la società nerazzurra, nella stessa competizione. Hanno già virtualmente un posto nella final e i ght in Germania, dopo aver dominato l’andata contro gli austriaci del Lask. Insomma, puntano a vincere il trofeo.

E non vogliono dunque regalare vantaggi agli avversari.A maggior ragione all’Inter, a cui dovrebbero «concedere» di far restare in rosa Sanchez, un potenziale avversario per la vittoria finale della competizione. Tra l’altro, lo United partecipa anche al pagamento di una parte di ingaggio del cileno, a cui l’Inter versa «solo» cinque dei 12 milioni di euro complessivi. Logico allora unbraccio di ferro trai due club. Molto di più di quanto non sia in atto, per intendersi, con il Chelsea per Moses. Ci vorrà molta diplomazia sull’asse Milano Manchester. Lo scenario peggiore, per Conte, è approcciare all’Europa League ad agosto con il solo Esposito dietro Lukaku e Lautaro. Evidentemente uno svantaggio: urge un accordo.

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Come un romanzo. Non proprio un classico, ma un emergente nelle classifiche dei più letti. Diciamo letti più volentieri. Negli ultimi quattro anni, da quando sulle due panchine siedono Gian Piero Gasperini e Simone Inzaghi, le sfide fra Atalanta e Lazio sono sfogliate con piacere da tutti: non stancano, fino alle ultime pagine. Rivelazioni del campionato e manifesti di un credo, «il gol anzitutto»: belle, quasi sempre. La Lazio ha vinto di più (un trofeo sottratto proprio alla rivale), ma l’Atalanta ha centrato quel traguardo Champions che la squadra di Inzaghi ha solo sfiorato. I due maghi Una sfida che ne contiene tante e che ha la Juventus spettatrice interessatissima (i bianconeri hanno 4 punti di vantaggio sulla Lazio).

La prima e più importante è quella tra i due allenatori, gli artefici dei rispettivi «miracoli». Si conoscono, si stimano, pur nella diversità dei rispettivi progetti tattici. Intensa e dominatrice l’Atalanta, più votata al palleggio e alla verticalizzazione la Lazio. Entrambe tremendamente efficaci. E quando si sfidano, spesso piovono gol. Dai sette (4-3 per Inzaghi) del primo Atalanta-Lazio con gli attuali tecnici in panchina al 3-3 della gara di andata, digerito con rabbia dal Gasp per la rimonta subìta e per i due rigori concessi alla Lazio.

Salutò molto più soddisfatto il 3-3 di Bergamo di due anni fa: più che una partita, un inno al bel calcio. Il bilancio è in parità: due vittorie a testa e tre pareggi. In campionato il Gasp ha messo spesso in difficoltà Simone, che però si è preso la rivincita nella finale di Coppa Italia. Chi segna di più? Meglio di loro, solo Cristiano Ronaldo. Parliamo degli ultimi 22mesi, da quando il colombiano è all’Atalanta,e loro sono Duvàn Zapata (36 gol nel periodo)eCiro Immobile (42,aun passo dai 43 del portoghese). I devastatori dell’area avversaria, ognuno a modo suo. Zapata è fisico, potenza, ma anche lavoro di fatica che diventa chiave tattica: l’Atalanta in zona offensiva si muove in base ai movimenti di Duvàn, che sposta le attenzioni dei difensori avversari e anche le posizioni dei compagni. Immobile è velocità, rapidità, imprevedibilità, un moto perpetuo guidato dal fiuto per la porta: dove c’è odore di gol, si sente arrivare Ciro.

In questo torneo è già arrivato 27 volte in 26 partite: una macchina. Negli ultimi sessant’anni (abbondanti), segnò più gol di lui dopo lo stesso numero di giornate solo Antonio Valentin Angelillo nel 1959.Alla fine per l’interista furono 33: andando avanti così, Ciro può strabatterlo. E battere anche se stesso: è a soli due gol dal record di 29 in una singola stagione di A (2017-18). Ritmo pazzesco Zapata ha segnato meno della metà dei gol di Immobile, ovvero 13, ma si è fatto bastare 16 partite. In più, ha un’«attenuante» lunga una novantina di giorni. Sicuramente, come Ciro, ha una discreta tendenza alla costanza: sei gol nelle prime sette partite di campionato, sette gol nelle ultime sei.In mezzo, un infortunio di tre mesi e un rodaggio di tre partite (Parma, IntereSpal) per dimenticarlo.

Come dire: il miglior Zapata ha saltato l’appuntamento solo 4 volte, contro Spal e Fiorentina all’andata, Genoa e Roma al ritorno. Il Sassuolo ha detto che il lockdown non lo ha arrugginito, l’Atalanta dirà a Immobile se anche il suo motore ha fatto il tagliando in quarantena. Chi inventa di più? Dalla sfida a chi segna di più, a quella a chi inventa di più. Dodici assist per Luis Alberto,nove per Gomez,i due specialisti della Serie A. Lo spagnolo della Lazio ha già vinto quella classifica nel campionato di due anni fa, per il bis dovrà guardarsi soprattutto dal Papu. Sono amici e hanno anche fatto una scommessa su chi regalerà più gol ai compagni a fine campionato: in palio una cena a Ibiza, dove entrambi vanno in vacanza. In  campo li accomuna l’altruismo.

Una caratteristica che l’argentino ha affinato con il tempo e grazie al Gasp. Prima era più attaccante e ha conservato certe reminescenze: segna di più rispetto al laziale. Che può risultare più geniale, se è in giornata. Ma anche il Papu non scherza. E contro la Lazio è quasi sempre ispirato: 4 gol e 4 assist negli incroci precedenti. Chi vale di più? L’ultimo confronto sullo sfondo della sfida di stasera, più che tecnico è economico. Gosens e Milinkovic non hanno lo stesso ruolo – il nerazzurro è un esterno, il laziale una mezzala che può fare anche il trequartista – ma hanno comunque un «ruolo»in comune:possono essere i prossimi uomini mercato dei due club.

Su Milinkovic si muovono da tempo alcuni tra i maggiori club europei. Su Gosens si è fatta meno «letteratura», ma anche lui è un pezzo pregiato e richiestissimo. In grado di perpetuare la recente tradizione del club di Percassi:fa sbocciare potenziali campioni e poi li rivende a peso d’oro. Una filosofia più pragmatica rispetto a quella della Lazio, che valuta tantissimo i gioielli come Milinkovic conil rischio poi di non venderli. Che per le casse societarie è uno svantaggio, ma per l’allenatore assolutamente no. Vero, Inzaghi?

Antonio Conte non si arrende. Alla Juventus prima e al Chelsea poi, non era mai partito da favorito. Il ruolo di outsider gli ha sempre portato bene, visto che sia a Torino sia a Londra è arrivato il titolo al primo colpo. AllTnter probabilmente la strada è ancor più in salita, il distacco dalla Juventus, prima, è risalito a 9 punti, aumentando così la pressione sui nerazzurri che, come ha ribadito il tecnico nelle ultime due uscite pubbliche, hanno meno margine di errore rispetto a chi sta davan – ti. Da qui al 4 luglio l’Inter giocherà sempre dopo la Juventus, dunque accadrà, dopo questo turno, anche nelle prossime due giornate: «Per noi ogni partita è quella “della vita” non abbiamo margine di errore se vogliamo rimanere lì e rompere le scatole fino alla fine – ha esordito ieri Conte alnterTv-. Io mi sono trovato in entrambe le situazioni: è inevitabile che chi sta davanti è padrone del proprio destino e se vinci, hai fatto il tuo e gli altri devono aumentare i giri per mantenere il tuo passo. Juventus e Lazio hanno fatto meglio di noi, guardando la classifica, e hanno più margine di errori rispetto a noi. Noi comunque stiamo lavorando bene, si stanno mettendo basi importali

TURNOVER 0 NO?
L’Inter al momento ha un solo modo per rimanere lì a rompere le scatole, ovvero vincere. Sempre, sperando in un passo falso di Juve e Lazio. Il calendario dà
una mano ad Handano- vic e compagni, le prossime sette gare saranno contro avversari sulla carta alla portata: «Quella contro il Sassuolo sarà una partita da affrontare con le giuste motivazioni – ha aggiunto Conte -.Abbiamo analizzato la gara del Sassuolo con lAtalanta: il risultato può far pensare a una partita scontata, ma il Sassuolo ha giocato bene, ha avuto occasioni e non le ha sfruttate. Servirà attenzione, perché sono in salute e hanno un’idea di calcio. Conosciamo pregi e difetti del Sassuolo, ma ci vorrà il giusto spirito e grande determinazione, non sarà semplice, ma dobbiamo prendere i 3 punti». Appunto. Vincere perché l’Inter, oggi, non lia un domani. Contro
la Sampdoria la squadra ha giocato bene per un’ora, con ritmi molto alti, forse troppo considerando il calo nella ripresa. L’Inter però è una squadra che ama aggredire subito per indirizzare la partita a proprio favore. Per farlo, ovviamente, serviranno giocatori in buona condizione, motivo per cui il tecnico potrebbe attuare le prime rotazioni, dando magari respiro ai due esterni (Candreva e Young, si scaldano Moses e Biraghi), a un difensore (D’Ambrosio e Godili stanno meglio) e valutando la condizione dei centrocampisti: «In mezzo siamo un po’ contati, dovremo fare delle riflessioni – ha proseguito Conte facendo riferimento agli infortuni di Brozovic, Sensi e Vecino -. Con questi ritmi, il caldo e le situazioni anomale, per forza di cose ci saranno delle rotazioni. Non si può arrivare all’ultimo avendo spremuto igio- catori. Cercheremo di partita in partita, di far riposare chi ne ha bisogno, ma ho grande fiducia in tutti. Lukaku-Martinez? Con me gli attaccanti segnano sempre». A metà campo Conte ha quattro elementi, più il giovane Agoume. Barella – la moglie Federica aspetta il terzo figlio – ed Eriksen sembrano certi della conferma, Gagliar- dini e Borja Valero si giocano la terza maglia.