L’impero ottomano è risorto, in giro c’è un nuovo sultano. Si chiama Can Yaman, arriva da Istanbul e, come i suoi antenati, è un conquistatore nato. Ma niente paura, le sue uniche stragi sono quelle di cuori, il solo terreno di battaglia la Tv. Quanto alle vittorie più grandi, riguardano gli ascolti: quelli di DayDreamer – Le ali del sogno, la soap che lo vede protagonista, ultimamente sono stati così alti – due milioni di telespettatori in fascia pomeridiana e il 20 per cento di share – che dal 7 settembre Mediaset l’ha promossa in prima serata.
Facile intuire perché: Can è bello, bello da morire. E anche se la trama della telenovela non vi interessa – lui è ricco e ribelle, lei povera e promessa a un altro, lui ama lei, lei ama lui ma prima di stare insieme ne vedranno di tutti i colori, e noi con loro – vale la pena accomodarsi sul divano per imbambolarsi al suo cospetto e goderselo nei panni (spesso pochi) del fotografo irrequieto, sguardo tenebroso, muscoli a profusione, sul petto un mega tatuaggio finto che i truccatori gli hanno ridisegnato ogni giorno per mesi, prima di ogni ciak.
La barba è lunga, la chioma pure, raccolta in una crocchia o lasciata sciolta, tipo Lorenzo Lamas dei bei tempi andati. Ma i capelli non sono quelli di Sansone: in Bitter Sweet – Ingredienti d’amore, la prima telenovela che l’ha fatto conoscere all’estero, Can li portava corti, da bravo ragazzo, e le fan impazzivano lo stesso. Idem adesso, che li ha dovuti tagliare di nuovo per fare il servizio militare obbligatorio: la sua popolarità non ha vacillato con il cambio di look, lo status di sex symbol è rimasto saldo, su Instagram i follower hanno sfondato la barriera dei sette milioni. E pure Ferzan Ozpetek, il celebre regista suo connazionale, ha fatto sapere che non gli dispiacerebbe dargli un ruolo in un prossimo film. E pensare che a recitare ha iniziato quasi per caso.
Figlio unico di genitori divorziati, sangue macedone e albanese nelle vene, un nonno noto in patria come allenatore di calcio di serie A, fin da piccolo Yaman è stato uno studente modello, al liceo – quello italiano di Istanbul, dove ha imparato la nostra lingua – era uno dei migliori. Poi si è iscritto a Giurisprudenza, ha studiato negli Stati Uniti, si è laureato a pieni voti e ha trovato lavoro in uno studio legale della sua città. Ma la carriera di avvocato fiscalista è durata un amen: sei mesi appena, giusto il tempo di frequentare un corso di dizione per migliorare le arringhe e sentirsi dire da tutti, pure un giudice in aula, che avrebbe dovuto cambiare mestiere e mettersi a fare l’attore.
I talent scout hanno pensato al resto, procurandogli, dal 2014 in poi, una sfilza di ruoli in una soap dopo l’altra. Et voilà, è diventato un mito, prima in patria e poi oltre confine, da quando le telenovele turche hanno iniziato ad andare forte come in passato era successo a quelle sudamericane. Quanto alla sua vita privata, è appunto molto privata. Can non si nega alle interviste, è finito su giornali e copertine, nel 2019 GQ l’ha eletto uomo dell’anno e miglior emergente, in Italia è stato ospite di Live – Non è la D’Urso e di C’è posta per te, ma mai si è sbottonato più di tanto, cercando di tenere a bada fan e curiosi con notizie di poco conto. Ama lo sport, gioca a basket e pratica la boxe, suona la chitarra, il pianoforte e le percussioni, va matto per il cioccolato, alla cucina italiana preferisce quella albanese perché gli ricorda i sapori dell’infanzia.
Bene, grazie, ne prendiamo atto. Peccato che poi alla domanda più importante, l’unica che ci interessa davvero, risponda sempre allo stesso modo, dicendo di non voler entrare nei dettagli dei suoi legami sentimentali. «Sono single», giura, e smentisce le voci sempre più insistenti di una storia tra lui e Demet Ozdemir, sua partner in Day- Dreamer. «Con lei c’è stata grande intesa fin dall’inizio», concede, ma questo è quanto. Con altre colleghe, invece, non gli è andata altrettanto bene, almeno in termini di feeling: una in particolare, Selen Soyder, l’ha denunciato per aggressione dopo una lite furibonda sul set, nel corso della quale lui le ha tirato addosso una tazza di tè bollente. Risultato: Can è stato condannato a pagarle un indennizzo di 1.200 euro (poca cosa in confronto al suo patrimonio di circa 3 milioni), lei è stata licenziata per aver creato lo scandalo e aver fatto passare l’attore di punta per un bruto che molesta le donne. Giammai! Per fugare ogni dubbio, il buon Yaman ha preso a indossare, nella nuova soap che sta girando (Bay Yanlis, da noi ancora inedita), solo canotte decorate con ritratti femminili. Un bel messaggio anti violenza, che rischia di passare inosservato. Perché ancora una volta, più che alla maglietta presteremo tutte attenzione ai suoi bicipiti.