Video Highlights Napoli – Atalanta 4-1: Sintesi e gol

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Appena tornato da una doppia lunghissima trasferta fra Lituania e Kazakistan con la sua Albania, il commissario tecnico Edy Reja è pronto a godersi una delle sue partite del cuore, visto che a Napoli lo adorano per aver riportato in Serie A la squadra dall’inferno della C. E anche a Bergamo ha lasciato un buon ricordo. 1 Come sarà NapoliAtalanta? «Una bella sfida. Di quelle che fanno bene al calcio italiano. Una delle immagini migliori da poter “esportare” all’estero. Squadre che non hanno paura e sono capaci di affrontare l’avversario in campo aperto. Da due anni i bergamaschi di Gasperini giocano benissimo e mi fanno godere. Però anche il Napoli con Gattuso esprime trame interessanti e la squadra azzurra ha trovato nuovi equilibri, più solidi e in prospettiva molto interessanti per come ancora può crescere tutto il gruppo azzurro». 2 Chi vince oggi al San Paolo? «In questo momento è più forte l’Atalanta, ma ci sono altri fattori che possono influire sulla partita. Penso soprattutto ai tanti nazionali nerazzurri appena rientrati. Soprattutto i sudamericani, bisogna vedere come avranno recuperato fra fuso orario, viaggio e anche l’altitudine nel caso di Papu Gomez, che ha giocato in Bolivia. Visto che il Napoli è rimasto chiuso nella bolla a Castel Volturno, sicuramente Gattuso ne avrà approfittato per migliorare i meccanismi della squadra. Ecco questo potrebbe diventare un piccolo vantaggio per gli azzurri. Perché squadre che hanno nella fisicità un punto di forza se non avranno giocatori freschi rischiano di soffrire oltremodo». 3 Quali saranno gli uomini decisivi? «Anche se sarà stanco dico sempre Papu. A lui sono rimasto legatissimo perché l’ho allenato. In qualsiasi momento è capace di inventarti un numero spettacolare che risolve la partita. Tra l’altro ora ha cominciato a segnare con continuità. Nel Napoli attenti a Lozano. Il messicano è in palla e se la squadra avrà la forza di attaccare alle spalle gli esterni nerazzurri, lì uno veloce come lui potrebbe arrivare in porta, visto che i centrali difensivi dell’Atalanta non sono particolarmente rapidi»

Sono 22 i convocati di Gasperini per la gara di Napoli. Come annunciato in conferenza, del gruppo fanno parte anche Ilicic e Miranchuk (prima volta in stagione perentrambi) mentre mancano Pessina e Piccini che lavorano con i compagni ma necessitano ancora di un po’ di tempo per il pieno recupero.

Vista la contemporanea assenza di Gollini e Camesecchi (ai box per il Covid- 19), in panchina va anche ilnumero 1 Raduno vie. I tre colombiani, reduci dalla sfida con il Cile, sono tutti a disposizione ma solo uno potrebbe giocare dall’inizio.

Il tecnico Gasperini in conferenza stampa non ha svelato le sue intenzioni sulla formazione, difficile comunque immaginare la contemporanea presenza di Zapata e Muriel dal primo minuto con Gomeze Ilicic che dovrebbero giocare subito con uno tra il numero 91 e Malinovskyi a giocarsi l’ultimo posto: l’attacco senza un centravanti di riferimento era già stato proposto in passato e aveva dato ottimi risultati (Atalanta – Milan 5-0, per esempio). La squadra è partita da Bergamo ieri sera intorno alle 18 con un volo charter, dopo la sfida il gruppo farà immediato ritorno a Bergamo.

Negli occhi tornano i dribbling della magica notte di Valencia. Josip Ilicic era imprendibile, l’Atalanta una vera Dea, tra le otto più belle d’Europa. Poi il blocco. No, non ci riferiamo alla pandemia che ha messo in ginocchio Bergamo e fermato il  calcio per mesi. Qualcosa nella mente di Josip si era inceppata.

Un male oscuro lo tormentava. Ilicic ci ha combattuto per settimane, al ritorno della Serie A,è sceso in campo anche l’11 luglio nel big match contro la Juventus, ma non sembrava lui.
Smagrito, senza guizzi. Subito dopo, infatti, gettò la spugna. Là dove non erano riusciti i difensori, ci aveva messo lo zampino il peggior avversario che un campione può incontrare:
sé stesso. Non è un mistero, Gian Piero Gasperini ha temuto di non rivederlo più in campo. Poi la lenta ripresa e ieri la buona novella, direttamente dalla bocca del Gasp nella conferenza della vigilia di NapoliAtalanta: «Josip viene con noi e può partire anche dal 1’». Boom.

Non è una boutade: il tecnico nerazzurro è seriamente tentato di schierare Ilicic titolare al San Paolo. E che Josip sia carico lo conferma il post su Instagram all’annunciodei convocati (ancora fuori Piccini e Pessina, comunque sulla via del recupero): «Grazie a tutti per i messaggi di questi mesi. Sono tornato.

Forza Dea», con tanto di emoticon del bicipite in segno di energia. Serenità La convocazione era nell’aria. Chi lo ha seguito in allenamento nelle ultime settimane è fiducioso sul fatto che a Napoli possa assaggiare per la prima volta il campo. Ma addirittura titolare? «Ilicic non ha avuto un infortunio muscolare, per cui una volta superato il dolore va ritrovata la condizione atletica – spiega Gasperini -. Il suoè un caso particolare e oggi è già in forma per giocare da subito.

Non avrà disimparato, che dite?». Il talento resiste anche alle intemperie, soprattutto quando è cristallino. Per farlo riemergere basta il ritorno della serenità. Ilicic l’ha ritrovata, prima ancora che nel calcio, nei piccoli gesti quotidiani, come la passeggiata per Bergamo Alta mano nella mano con le figlie, le piccole Sofia e Victoria. O il giro a Milano in risciò. Immagini felici postate sui social. Come quella regalata ieri su Facebook dall’Atalanta al momento della partenza per Napoli.

Ilicic che fa il segno della vittoria con le due dita e il messaggio «Bentornato Profesor». Dolce San Paolo A Napoli di Ilicic si ricordano bene: l’ultimo gol atalantino in Campania porta la sua firma e fu il 2-2 in un finale convulso che diede il là alla crisi ancelottiana. E fu sempre lo sloveno a rivoltare come un calzino la difesa azzurra nell’aprile 2019, entrando dalla panchina e dando un contributo fondamentale nel ribaltone da 1-0 a 1-2 che lanciò la Dea verso la prima, storica qualificazione in Champions. Chissà come sarebbe andata poi se ci fosse stato Josip nella Final Eight di Lisbona. Di certo, l’ultima immagine del vero Ilicic in campo è legata al ricordo del ritorno degli ottavi di finale a Valencia. Quel poker strepitoso a Mestalla, in uno stadio vuoto, ma riempito dai suoi colpi di classe. Novanta minuti di felicità per Bergamo, che già iniziava la triste conta delle vittime del maledetto Covid.

Ecco, la città oggi ritrova il suo fuoriclasse, anche seapoco meno di un migliaio di chilometri di distanza. È tornato Il “Profesor” Lo sloveno Josip Ilicic, 32 anni, non gioca da Juventus Atalanta dell’11 luglio GETTY Compagni di viaggio Al suo fianco Ilicic avrà però tante persone che gli vogliono bene. Non solo Gasperiniei compagni di squadra. In prima fila ci sarà sicuramente Roberto Spagnolo, che gli è stato di costante conforto nel periodo più buio.

«Grazie di essere tornato campione», ha scritto ieri su Instagram il direttore operativo dell’Atalanta. Davanti alla tv tutti i tifosi nerazzurri che per mesi gli hanno scritto messaggi d’amore sui social. Da oggi, però, tornerà a parlare finalmente il campo. Ilicic farà coppia in attacco con il giovane Lammers, mentre il fido Gomez si sistemerà alle spalle. Nelle gambe Josip ha un’oretta di autonomia. Ma se sarà l’Ilicic del pre-lockdown, a Gasperini potrebbe bastare. «Con lui saremo più forti», disse il Gasp quando lo sloveno tornò ad allenarsi per la prima volta in gruppo a settembre. Non una frase di circostanza, perché anche ieri, mentre parlava di lui, all’allenatore brillavano gli occhi. Sì, è il caso di dirlo: bentornato “Profesor” Josip.

Quattro è la potenza di un numero magico per l’Atalanta. Quattro sono i gol, come minimo, segnati nei primi tre turni di campionato: in questo millennio è l’unica a esserci riuscita nei maggiori campionati europei. Per capirci non il Real o il Barça ,il Liverpool o il City, il Psg o il Bayern.

No solo l’Atalanta di Gasperini, che insegue la quarta vittoria di fila in avvio, altro record mai raggiunto. E per alzare ancora l’asticella punta su Papu Gomez, che già quattro gol li ha segnati, e anche questo è un piccolo record. Se vincesse anche a Napoli, la squadra bergamasca non potrebbe più nascondersi, salendo a fianco di Juve e Inter fra le candidate allo scudetto. Però attenzione perché anche il Napoli di Gattuso ha bisogno di verifiche, di capire dove può arrivare in questa stagione.

Tra l’altro il tecnico ha caricato la squadra, cercando di tramutare in forza sul campo la rabbia per il 3-0 del giudice sportivo. Del resto gli stessi azzurri sono ancora a punteggio pieno e hanno una difesa ancora imbattuta. Tavolino a parte. I bassotti al potere Se Gomez è il leader indiscusso dell’Atalanta, Mertens loèdel Napoli. E non solo per i gol (anche lui sempre a segno in questo torneo). Il belga ha acquisito nel nuovo 4-2-3-1unruolo strategico fondamentale, evolvendosi nella sua posizione centrale. Ora in campo ha davanti un altro centravanti, Victor Osimhen: da lanciare in profondità, ma anche per sfruttarla in prima persona quella profondità.

O per girare attorno all’area, alla ricerca di uno di quei suoi tiri dal per i metro che lo hanno reso famoso, cosa in comune con l’argentino. Perché Papu da tempo studia la posizione dell’arbitro, cioè il posto del campo da scegliere per vedere meglio il gioco, per lanciare in porta un compagno, per capire se c’è lo spazio per tirare o impostare un triangolo in velocità. Nello scacchiere che stanno allestendo Gattuso e Gasperini il belga e l’argentino rappresentano i cavalli: capaci con una mossa a sorpresa di saltare le difese avversarie.

Cavalli di razza con un percorso di avvicinamento opposto. Mertens avrebbe voluto andare in nazionale per avvicinarsi alle 100presenze colBelgio (è a 92) ma è dovuto rimanere nella bolla Napoli per via dei contagi. Gomez sta vivendo il suo sogno con la Seleccion, ma giocare in Bolivia, ai 3600 metri di La Paz, e poi trasvolare a Bergamo non è semplice. La chiave esterni Un’altra delle tante chiavi tattiche che offre questa partita è quella delle fasce.

Lì di solito l’Atalanta domina, ma da quelle parti Gattuso intende rilanciare, con le sue ali pronte a ripartire alle spalle dei difensori. Una battaglia fatta di scatti e contro scatti, col Napoli che punta sulla freschezza di Lozano e Politano. E poi lì davanti non dimentichiamo che c’è un’arma anche sulla panchina azzurra: quel Petagna cresciuto in nerazzurro, ma che ha proprio l’Atalanta come bersaglio preferito:5centri nelle quattro volte che l’ha ritrovata da avversario.