ANCORA LUKAKU. Il Genoa era partito nella ripresa con un piglio più aggressivo e aveva trovato il coraggio, grazie soprattutto al bravo Rovella, di andare a pressare un po’ più alti gli avversari. Era l’estremo tentativo per evitare che l’Inter tirasse di nuovo su la testa. Conte ha dato la scossa pescando in panchina Hakimi e Barella e la sua mossa si è rivelata giusta perché 6′ dopo il loro ingresso, proprio nel momento migliore degli avversari, Lukaku si è confermato autentico incubo del Grifone firmando l’1-0, quinto centro contro i rossoblù. L‘incontro è finito in quel momento perché i liguri non avevano né la forza né gli uomini per creare difficoltà alla difesa nerazzurra guidata alla grande da Ranocchia. Handanovic non ha mai dovuto sporcarsi i guanti e nel finale D’Ambrosio ha chiuso il conto di testa.
ERIKSEN, NIENTE BOCCIATURE. Gara dominata, precisa Conte: «Fin dall’inizio abbiamo comandato: a volte la sblocchi prima, altre volte più tardi. Ma abbiamo subito zero tiri e non abbiamo preso gol». Il tecnico mette mano al centrocampo e ne ricava proprio da Barella – entrato da sei minuti – la costruzione spacca-Genoa. Un cambio di passo deciso e preciso. A spazzare via il timore di un buco nell’acqua, per l’Inter involuta che mai nell’era Conte aveva chiuso il primo tempo in campionato senza tirare nello specchio altrui. Tiene a debita distanza però, il tecnico interista, anche ogni considerazione su Eriksen sostituito proprio per Barella. «Dalla scorsa stagione ci si sta fossilizzando troppo su Eriksen», osserva. «Lui fa parte della rosa, gioca se lo merita. Non voglio che si parli sistematicamente di Eriksen: problemi non ce ne sono, al massimo possono averli gli avversari. A volte si esprime bene, altre no. Ma non c’è nessun caso, e nemmeno una bocciatura. Ci sta mettendo tutto sé stesso: è un ragazzo positivo, noi proviamo ad aiutarlo a crescere sotto il profilo dell’intensità».
DOBBIAMO ADATTARCI. C’è di più: l’Inter per la prima volta quest’anno non prende gol. Non capitava dalla semifinale di Europa League in agosto, contro lo Shakhtar Donetsk che – ironia della sorte – è l’avversario di martedì. Quando sarà ancora più cruciale tenere il timone dritto. Intanto a Genova si è rivisto da titolare Bastoni, dopo lo scampolo di partita col Borussia in Champions. «Ha lavorato un anno e conosce perfettamente i tempi. Ai nuovi come Kolarov va dato tempo. Facevo bene a non essere preoccupato neanche prima. Ci sono situazioni da provare e riprovare, che normalmente richiedono un mese di ritiro. Noi dobbiamo adattarci e lo stiamo facendo nelle gare ufficiali».