La vita è come il tennis, non finisce mai di regalarti emozioni, un po’ come nel giorno più bello di Adriano Panatta e Anna Bonamigo, che si sono sposati a Venezia nella sala degli stucchi del municipio di Ca’ Farsetti davanti al giudice Carlo Nordio, amico della coppia. La sposa era magnifica nel suo romantico abito firmato da Christian Dior. «Non vedo l’ora di vedere che faccia farà Adriano quando entrerò», aveva confidato a “Chi” l’avvocatessa trevigiana prima della cerimonia.
Nemmeno a dirlo, quando è arrivata la sposa l’espressione della leggenda del tennis italiano è stata come se lui fosse stato trafitto da un passante di Borg, colpito da tanta bellezza. Anna si è presa la scena del famoso campione, ma del resto nei matrimoni è sempre la sposa che attira gli sguardi. Panatta era comunque elegantissimo in un completo blu, così come erano in blu d’ordinanza anche i suoi figli Alessandro e Niccolò, accanto alla sorella Rubina che sfoggiava un abito in velluto con strascico. Accanto a loro anche Claudio, il fratello di Adriano, con la moglie, la figlia e la sorella Laura.
«Al matrimonio c’erano solo i parenti, i figli, i nipoti e i testimoni (Philippe Donnet, presidente Gruppo Generali, e Attilio Fanini, ndr) e la famiglia di Anna», tiene a precisare Panatta. «Non abbiamo potuto invitare tutte le persone che volevamo accanto per i motivi che tutti sanno, ma non appena sarà possibile, daremo un grande party per festeggiare». Nella ristretta cerchia dei presenti c’erano anche Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia con la moglie, e il sindaco di Treviso Mario Conte con il vicesindaco e le compagne. La cerimonia ha avuto delle fasi clou, come quando Nordio ha letto un messaggio augurale del governatore del Veneto Luca Zaia.
«Per me e Adriano, Carlo Nordio è un amico speciale ed è stato importante averlo vicino con il suo calore e il suo affetto. È stato un momento particolarmente emozionante quando ha letto il messaggio di Zaia, che ha citato il Simposio di Platone. Mi ha colpito anche la delicatezza dell’augurio di Claudio, il fratello di Adriano », ci racconta Anna Bonamigo. «Durante la cerimonia poi ci ha incantato il sottofondo musicale dal vivo con le musiche di Ennio Morricone eseguiti da un pianista, due archi e un organo».
E così i festeggiamenti in forma ristretta sono proseguiti a Palazzo Morosini in campo Santo Stefano, la prestigiosa residenza di proprietà di Generali, che è stata messa a disposizione da Philippe Donnet. In questo palazzo da fiaba, dopo l’aperitivo di rito, per gli sposi e gli ospiti sul tavolo imperiale c’erano un risotto con brodetto di pesce alla veneziana e tortelloni al branzino con passatina di pomodorino giallo del Piennolo, datterino sauté e Olio evo. Il taglio dello torta si è svolto infine nella “stanza rossa” (rossa come la sua amata “terra” dove ha vinto i tornei più importanti: Roma e Parigi) in cui troneggiava il dolce nuziale Red Velvet. Immancabile il giro sul Canal Grande con bacio romantico e foto sullo sfondo del Ponte di Rialto. «Venezia è una città magica, unica», conclude Adriano, che a 70 anni, resta sempre il campione più amato che conquista la sposa e il pubblico con il suo grande cuore.