Inter – Parma dove vedere diretta live Tv Streaming Gratis No Rojadirecta Sky o Dzan?

Dove e come guardare la partita, diretta tv e live streaming

Inter – Parma sarà trasmessa questa sera a partire dalle ore 18.00 Tutti gli appassionati potranno guardare il match sui canali Sky e più nello specifico a Sky sport Serie A dal canale 202 del satellite e Sky Sport dal canale 251. Come sempre la partita si potrà anche guardare in streaming gratis, ovviamente per tutti gli abbonati al servizio. Questi dovranno utilizzare l’applicazione Sky Go che dà la possibilità di guardare tutto il calcio di Serie A attraverso i dispositivi mobili. In alternativa si potrà anche guardare Inter – Parma  attraverso i canali Now TV. Quest’ultimo è il servizio Sky che da la possibilità di poter acquistare l’evento prescelto oppure di sottoscrivere un abbonamento.

Il ritardo dell’Inter dalla testa della classifica è tutto prodotto dai tre punti del derby, giocato senza poter disporre di Gagliardini, Nainggolan, Skriniar, Vecino, Young, Sanchez e Bastoni, a parte Sensi squalificato. Un derby giocato cioè con Kolarov fuori ruolo, da centrale difensivo, preda della ribalderia di Ibrahimovic che andava a cercarlo, lo trovava e lo lasciava lì. Prima di chiederci cosa manca a Conte, bisogna domandarsi con onestà che cosa gli è stato tolto dal protocollo Covid e quanto quella partita sia uscita butterata, sfregiata dalle assenze.

Anche il ritardo di 4 punti della Juventus dal Milan merita un asterisco dovuto al protocollo Covid. Pirlo è venuto a capo di una sola delle quattro partite davvero giocate, l’altra che ha vinto a tavolino avrebbe dovuto giocarla contro una squadra che ha finora la migliore difesa d’Italia insieme con il Verona e segna quasi tre gol a partita, una squadra che pur con lo 0-3 a carico e con un -1 in classifica, le sta davanti di due punti. Dare per scontato che questa Juventus avrebbe conquistato lo stesso i tre punti, in questo momento è un esercizio per i soli fedeli della chiesa.

Sono perciò di natura diversa, opposta, i passi lenti con cui le due principali favorite della vigilia camminano dietro il bel Milan del gigante Zlatan e del gruppo bambino. L’Inter vive come in un eccesso di guida, dentro un recinto nel quale Conte esercita il suo ruolo in modalità totale, confidando su un romanzo di certezze, mentre la Juventus è come in carenza di guida, con uno scarto abissale tra la leadership narrata di Pirlo il maestro e i risultati che svelano la peggior partenza di un allenatore sotto la gestione di Andrea Agnelli. Se era abbastanza evidente che cosa cercasse la Juventus separandosi da Allegri, non è ancora del tutto chiaro dopo 7 partite che cosa l’abbia spinta a rigettare la ricostruzione di Sarri per ritrovarsi adesso con Pirlo a usare la stessa parola.

Dopo aver piegato l’allenatore anti-sistema a dirsi gobbo in un colloquio con lo scrittore Sandro Veronesi, Paratici ha virato lo stesso sulla moda dell’allenatore identitario, alla ricerca del suo Guardiola o del suo Zidane, quando adesso basterebbe forse che Pirlo fosse almeno un Lampard o pure un Solskjaer. A star dietro a certe voci, si alimenta il sospetto che si trattasse di una questione estetica. Così, anziché vincere in polo e con la barba incolta, la Juventus si trova a far fatica avendo in panchina una bella barba curata, la giacca e la cravatta.

Anche i loro uomini guida hanno tratti distanti. Lukaku è un finto accentratore di gioco. È il riferimento assoluto della manovra, alla quale ha aggiunto cinque gol e più ancora un senso di ineluttabilità. Eppure è un ragazzo incline alla sponda, al gioco corale, alla convivenza con l’idea che costruire sia qualcosa di diverso da fagocitare. Sarà interessante verificare sin da stasera come se la cava l’Inter senza.

Ma Conte dispone di altri attaccanti di livello internazionale che non sarebbe esatto considerare solo dei supplenti. La Juventus è avvolta da tempo dentro la spirale di Ronaldo. Se gli manca, perde in media cinque tiri a partita nello specchio della porta. Finanche negli sprazzi in cui il suo gioco ha brillato intorno a Morata, ci si è domandati se e come quella lucentezza sarebbe stata replicabile con Cristiano.

Sono due squadre entrambe imperfette, ma con sfumature differenti. L’Inter è imprecisa, soltanto non ancora conclusa. La Juventus è approssimativa, con qualche manchevolezza più marcata. Entrambe hanno un tormento in comune nel fantasista. L’ultimo Dybala di Sarri era il miglior giocatore del campionato. Ha iniziato la stagione senza ancora un gol né un assist. Eriksen rischia di diventare il mistero irrisolto di Conte. Per il solo fatto che arrivasse dalla Premier, veniva considerato portatore di una genialità in grado di spaccare il campionato italiano.

Nel centrocampo dell’Inter sbatte invece contro la superiore funzionalità di Barella che fa questo e quello, contro un Gagliardini di nuovo credibile finché non si è ammalato, contro una serie di giocatori dalle caratteristiche assai lontane dalle sue, eppure meno amletici. Il centrocampo è un rebus pure per Pirlo. È partito preferendo McKennie a una soluzione più naturale come Bentancur. Ha in Arthur un giocatore che non ha reso all’altezza del 70% di Pjanic. Ha in Rabiot un equivoco che già Sarri aveva sbrogliato solo prendendosi del tempo. In più le sue ultime parole hanno manifestato un’insofferenza preoccupante. Sarri è saltato anche per non aver dedicato abbastanza attenzioni settimanali e dialoghi ai suoi giocatori. La differenza reale in prospettiva è proprio nel capitale seduto in panchina. Conte guida l’Inter sapendo chi è il Conte allenatore, Pirlo allena la Juventus con la postura del Pirlo giocatore.