Roma-Fiorentina con vista sull’Europa. Quella più nobile (Champions) è l’obiettivo di Fonseca, al quale è aggrappata anche la possibilità di restare in sella anche per il prossimo anno. Destino simile per lachini, conCommisso che si accontenterebbe anche dell’Europa League. Due tecnici discussi ma confermati, più per la poca voglia di cambiare dei rispettivi club – dovuta alle contingenze economiche in periodo di pandemia – che altro. Due società con proprietà a stelle e strisce che hanno come obiettivo la costruzione di un nuovo stadio.
Le analogie non finiscono qui. Perché Roma e Fiorentina si aggrappano entrambe ai loro campioni di riferimento: Dzeko da un lato, Ribery dall’altro. Entrambi non sono più giovanissimi ma riescono ancora, sulla falsariga di Ibrahimovic, a spostare drasticamente gli equilibri in Serie A. Sono gli stessi Edin e Frank che già 10 anni fa si sfidavano in Bundesliga: due titoli per il francese con il Bayem Monaco, 66 gol e uno scudetto storico per Edin con il Wolfsburg. E se questa sfida non basta, c’è anche quella iberica tra Pedro e Callejon o quella azzurra tra Pellegrini e Castrovilli. Chi è arrivato, chi invece è rimasto in una sessione che ha lasciato entrambele squadra incomplete. Alla Roma mancavano un esterno destro e un regista puro: lacune non colmate. Ai viola invece un centravanti, rimasto a lungo un sogno di mezza estate. E ora, in previsione di gennaio, entrambe – dopo aver stuzzicato l’idea già a settembre – guardano con interesse al destino di Milik, separato in casa a Napoli.
Al netto delle conferme, lachini rischia di più. Su entrambi aleggia da tempo il fantasma di Sarri pronto a ripresentarsi al primo passo falso di uno dei due. Per questo motivo questa sera entrambi non possono sbagliare. Il portoghese ne è consapevole, anche alla luce del brutto pareggio casalingo ottenuto contro il modestissimo Cska Sofia: « Non cambio idea, l’obiettivo è fare meglio della passata stagione. Lavoriamo insieme da più tempo e ora i giocatori conoscono quello che voglio, la squadra è più amalgamata, le intenzioni sono più ciliare, c’è un’altra fiducia nel modo di giocare». Serve però un allungo, 6 punti tra Fiorentina e Genoa per tornare in zona Champions.
Attualmente la Roma è nona e precede di un punto proprio la Fiorentina che tuttavia Paulo accredita di una posizione migliore: «Sono un grande gruppo, hanno giocatori esperti e di qualità e anche tante soluzioni. Per questo credo che possano arrivare tra le prime sette del campionato». Resta aperta la questione ds e questa volta Paulo prende una strada diversa: «Non ne voglio più parlare». Il casting, però, continua. Sembra ormai diventata una corsa a chiamarsi fuori: Paratici, Emenalo, Boldt e Rangnick, sono già stati depennati dalla rosa dei papabili. In gioco restano Campos, sul quale ci sono dubbi nel metodo di lavoro a distanza che adotterebbe, e Josè Boto dello Sha-khtar. Anche su quest’ultimo, che conosce bene, Fonseca non si esprime: «Non parlo di persone che non lavorano qui».
«Voglio una Fiorentina coraggiosa, determinata e con personalità, che vada a giocarsela senza timori, anche se la Roma è più forte di quella dell’anno scorso. Voglio una Fiorentina come quella vista a Milano con l’Inter ma senza commettere gli stessi errori». Questo raccomanda lachini che medita di schierare Ribéry e Callejon per la prima volta assieme nella squadra titolare contro un collega che stima molto («Fonseca si è ormai ben inserito nel calcio italiano») e in Un’Olimpico tradizionalmente avverso ai viola ancora a caccia del primo successo esterno della stagione: ci sono andati vicino sia a San Siro contro i nerazzurri prima di farsi rimontare nel finale da 2-3 a 4-3 che a Cesena con lo Spezia contro cui, in vantaggio per 2-0, si sono fatti raggiungere rimediando un pareggio che ha messo sotto pressione il tecnico marchigiano. «Queste rimonte ci hanno lasciato delle scorie – ammette – E’ un problema mentale su cui stiamo lavorando e che dobbiamo superare». Dopo i successi col brivido ottenuti con l’udinese e in Coppa Italia col Padova stavolta la Fiorentina dovrà da una parte contenere Dzeko («Giocatore fondamentale per la Roma, segna e fa segnare» avverte lachini), dall’altra tentare il colpo per ridare entusiasmo alla piazza e alla classifica. Mica facile considerando che la difesa fin qui è sempre stata trafitta (Pezzella è fra i convocati ma è reduce dall’intervento di pulizia articolare alla caviglia destra quindi probabilmente sarà in panchina ) e i giovani attaccanti faticano a segnare. Ecco allora balenare nella testa del tecnico viola la grande tentazione: Ribéry e Callej on in attacco, 70 anni in due ma anche 285 gol, l’ultimo per lo spagnolo mercoledì in Coppa Italia. Non solo: il francese ancora a digiuno in questo scorcio di stagione (ma è stato out per problemi fisici) andrà a caccia della 150esima rete proprio nello stadio dove ai tempi del Bayem Monaco contribuì nel 2014-15 alla goleada per 7-1 ai giallorossi in Champions e dove ha segnato l’ultima, il 27 giugno alla Lazio contro cui sbloccò il risultato con un’autentica prodezza vanificata poi dalla rimonta degli avversari che alla fine vinsero 2-1. Mentre Callejon (che comunque sarà testato stamani essendo reduce da due partite di fila con una condizione non ancora al top: l’alternativa è Kouamé) ha realizzato il suo ultimo gol con la maglia del Napoli proprio alla Roma il 5 luglio mettendo il timbro sul successo finale per 2-0. Senza contare che ad un passo dal 100° assist in carriera essendo a quota 99. «Con Ribéry possiamo divertirci e divertire» ha detto lo spagnolo durante la presentazione. Gol, punti e fantasia: i tifosi viola non aspettano altro.
Dove e come guardare la partita, diretta tv e live streaming
Roma – Fiorentina sarà trasmessa questa sera a partire dalle ore 15.00 Tutti gli appassionati potranno guardare il match sui canali Sky e più nello specifico a Sky sport Serie A dal canale 202 del satellite e Sky Sport dal canale 251. Come sempre la partita si potrà anche guardare in streaming gratis, ovviamente per tutti gli abbonati al servizio. Questi dovranno utilizzare l’applicazione Sky Go che dà la possibilità di guardare tutto il calcio di Serie A attraverso i dispositivi mobili. In alternativa si potrà anche guardare Roma – Fiorentina attraverso i canali Now TV. Quest’ultimo è il servizio Sky che da la possibilità di poter acquistare l’evento prescelto oppure di sottoscrivere un abbonamento.
Paulo Fonseca si presenta in conferenza stampa con la mascherina, la toglie solo per rispondere alle domande dei giornalisti. La nuova e preoccupante ondata della pandemia preoccupa anche il mondo del calcio, a Trigoria c’è massima attenzione. Il tecnico portoghese vuole dare una svolta alla stagione, oggi contro la Fiorentina ha la possibilità di avvicinarsi al quarto posto.
Schiera la migliore formazione, il ritorno di Smalling gli dà più sicurezza in difesa, anche se in conferenza stampa lascia qualche dubbio sulla sua presenza. L’inglese è rientrato giovedì in Europa League, stasera sarebbe la sua seconda partita in quattro giorni: «Non ha giocato tutti i novanta minuti con il Cska Sofia, vediamo se sarà pronto», dice l’allenatore, che ha imparato a fare pretattica e non dà più anticipazioni sulla formazione.
In una settimana Fonseca cerca continuità, dopo gli ultimi due pareggi consecutivi. Tra Fiorentina, Cluj e Genoa servono tre successi prima della sosta per le nazionali. L’obiettivo dichiarato dell’allenatore è sempre lo stesso: «Fare meglio della passata stagione». Questo significa migliorare il quinto posto in campionato per tornare nell’Europa che conta: «Ormai lavoriamo insieme da più tempo, rispetto all’inizio della scorsa stagione i giocatori sanno quello che io voglio, il gruppo è cresciuto, la squadra è più amalgamata, le intenzioni sono più chiare, c’è un’altra fiducia nel modo di giocare». Che ha cambiato, rispetto alle sue idee tradizionali, perché con la difesa a tre la squadra si sente più protetta e rischia meno in difesa. Si attende progressi: «Tutti noi dobbiamo migliorare, una squadra non è mai un processo concluso. Dobbiamo impegnarci tutti i giorni per questo. Penso che ci siano tanti aspetti da migliorare e stiamo lavorando per farlo».
l’attesa del diesse. Il rapporto con la proprietà è cresciuto. I risultati pur senza entusiasmare lo hanno aiutato. Giovedì sera Fonseca era tornato a evidenziare la lacuna di non avere ancora un direttore sportivo. Sollecitazioni che hanno creato qualche imbarazzo nella società, che ha chiesto all’allenatore di non tornare sull’argomento. E ieri Fonseca si è chiuso a riccio: «Non ne voglio più parlare». Non risponde neppure sulla candidatura di Josè Boto, portoghese dello Shakhtar Donetsk che conosce bene: «Non parlo di persone che non lavorano qui».
Meglio tornare alla partita di oggi, il confronto tra Pedro e Ribery può decidere l’incontro. Roma e Fiorentina hanno puntato su due campioni non più giovanissimi che avevano speso tanto in altri campionati. Il tecnico portoghese considera positiva la tendenza vintage della serie A: «In Italia non si guarda l’età, ma la qualità. In altri Paesi quando i giocatori arrivano vicino ai 30 anni, si comincia a dire che sono vecchi. Penso sia positivo non guardare l’età, ma la qualità e la condizione fisica».
Quest’anno ha continuato a giocare con il 3-4-2-1. Solo contro il Benevento è tornato alla difesa a quattro. Oggi confermerà quella a tre, contro la Fiorentina che adotta lo stesso modulo: «La nostra scelta dipende dal sistema dell’avversario, possiamo giocare indifferentemente con i due sistemi».
le insidie. Per battere la Fiorentina si affida agli attaccanti più esperti, a cominciare da Dzeko che insegue il record di Amadei: «La Fiorentina è una grande squadra. Ha preso giocatori di qualità e di esperienza in Serie A, ha molte soluzioni e gioca bene. Sarà molto difficile contro una squadra che, secondo me, può migliorare la posizione in classifica dello scorso anno e arrivare tra le prime sette».
La Roma ha cambiato un po’ il modo di giocare. Quest’anno verticalizza di più, senza cercare solo la costruzione del gioco dal basso: «Dipende dalla partita, dalle caratteristiche dell’avversario, ma penso sia un aspetto positivo. Con giocatori come Pedro, Spinazzola e Mkhitaryan è molto importante avere momenti nella partita in cui uscire veloci in attacco ed essere più verticali. Penso che abbiamo migliorato molto questa fase della partita ed è stato utile».
Beppe Iachini non ci gira intorno. Dice che la «Roma è più forte rispetto alla squadra della passata stagione, che ha acquistato calciatori più validi ovunque, anche in difesa». E ribadisce pure che «le due rimonte subite dalla Fiorentina con Inter e Spezia hanno lasciato delle scorie, ma noi dobbiamo superare questo piccolo problema mentale». Eppure, la sua ricetta anti-crisi è sempre la stessa: «Serve un atteggiamento propositivo, dobbiamo stare più alti». E perché no, tra le soluzioni, là davanti, potrebbe esserci anche quella del tandem, inedito dal primo minuto, formato da Callejon e Ribery: «L’ipotesi di un attacco con fantasia, velocità ed imprevedibilità non è da scartare e lo spagnolo può farlo benissimo».
A TESTA ALTA. Ed è per questo che un istante dopo il tecnico viola rilancia: «Voglio una Fiorentina che se la vada a giocare, come quella vista a San Siro, commettendo però meno errori. Una squadra coraggiosa, spavalda e sfrontata? Sì, tutto insieme. Abbiamo, fin qui, avuto approcci buoni alle partite, siamo sempre passati in vantaggio: per questo ho chiesto ai ragazzi di fare un passo in avanti e non uno indietro. La cosa più importante è andare sopra, magari di due gol che così gestiamo meglio, e avere un’attitudine propositiva per tutti i 90 minuti, non solo per 50-60». Per trovare il primo successo esterno della stagione, insomma, servirà osare.
RIBERY BASILARE. Anche per questo l’apporto dei “senatori” diventerà decisi0vo, a cominciare da Franck Ribery. «E’ un giocatore importante, averlo in campo fa cambiare la prospettiva. La sua assenza ci ha penalizzati. Ribery, Pezzella e Callejon contribuiscono sul piano della personalità, della fiducia, del contributo nel far crescere i giovani. Qualcuno di questi elementi, all’inizio, lo abbiamo perso, qualche altro è arrivato nelle ultime ore di mercato e con poca preparazione nelle gambe, ma ci stiamo lavorando».
DOPPIO 7. Con FR7, Callejon può diventare una risorsa anche nell’area piccola. «A José, devo accorciare il campo. Sistemarlo in coppia con Ribery? Può essere una variante tattica, anche per permettere ai nostri giovani centravanti di crescere con tranquillità. Poi, tra un mese, quando la condizione dello spagnolo sarà ottimale non escludo possa essere abbassato sulla fascia». Di certo, i due insieme contano una dose straordinaria d’esperienza. Il francese va a caccia del gol 150 in carriera, mentre lo spagnolo punta l’assist numero 100 della propria storia professionale.
STRESS TEST. Contro Edin Dzeko, lo “stress test” della difesa – sempre battuta nelle precedenti 4 gare di campionato – sarà di quelli importanti. «La Roma è un avversario ostico e con essa l’attaccante bosniaco, che sa fare tutto, segna e manda in gol oltre a garantire profondità alla squadra. C’è poi Fonseca, allenatore di primo livello che ormai si è ben inserito nel nostro calcio. La nostra difesa? Aver perso Pezzella (comunque convocato, ndr) e non aver potuto contare per tanti giorni su quegli elementi chiamati dalle rispettive nazionali ci ha messo sotto pressione: abbiamo incassato qualche gol banale. Al reparto arretrato abbiamo aggiunto calciatori con la carta d’identità molto giovane: Martinez Quarta sta lavorando con noi da due settimane, si sta inserendo al meglio e ci auguriamo possa farlo il più velocemente possibile».
BUIO E COMPRENSIONE. Quanto ai disordini di piazza di venerdì sera nel cuore di Firenze, Iachini ha concluso: «Mi piange il cuore vedere così quella che è diventata ormai la mia città. Questo non è calcio e questa non è vita: la gente vede solo buio. Dovremo essere più uniti, comprensivi. Chi ha potere per incidere, adesso, deve farlo».
ROMA – Contro la Fiorentina Fonseca deve sciogliere un solo dubbio di formazione. Per il ruolo di terzino destro Bruno Peres è in vantaggio su Karsdorp. Per il resto la formazione è fatta, rientrano tutti i titolari che avevano riposato contro il Cska Mosca. Il tecnico ieri ha lasciato qualche dubbio su Smalling, ma l’inglese ha svolto tutto l’allenamento di rifinitura senza problemi. Dovrebbe essere al centro della difesa, con Kumbulla che avrà un turno di riposo. In porta torna Mirante, scelto all’inizio della stagione per fare il titolare, mentre a completare la linea difensiva con Smalling ci saranno Ibañez e Mancini. A centrocampo Bruno Peres e Spinazzola sulle fasce con Veretout e Pellegrini centrali. L’azzurro ha dimostrato di poter fare bene in questo ruolo, cercando gli inserimenti in attacco. In attacco spazio al tridente over 30 con Mkhitaryan e Pedro alle spalle di Dzeko. Fonseca avrà a disposizione anche Carles Perez, che aveva riportato un risentimento muscolare contro il Cska Sofia. Ieri lo spagnolo ha svolto lavoro individuale, ma oggi sarà in panchina.
FIRENZE – Quel pollice alzato mentre camminava sul rettangolo verde del centro sportivo Astori immortalato dai profili social del club, aveva fatto sperare in una sua presenza tra i convocati. German Pezzella, il capitano viola, è a Roma, col resto del gruppo. Le terapie specifiche dei giorni scorsi alla caviglia hanno permesso di vedere il presente meno nero. E proprio come l’araba fenice postata sul proprio Instagram, l’argentino si prepara a rinascere dopo le difficoltà di questo avvio di stagione. Intanto tornando a disposizione. Sì, perché la botta rimediata a pochi minuti dalla fine dell’ultima amichevole prima dell’inizio del campionato, contro la Reggiana, si è trasformata in una vera e propria maledizione. Ha saltato le prime tre gare di A ed è stato costretto a rinunciare pure alla chiamata di Scaloni per le sfide di qualificazione al Mondiale contro Ecuador e Bolivia. Sembrava essersi ripreso tutto contro lo Spezia: maglia da titolare, fascia da capitano e pure guizzo vincente capace di trovare il gol alla prima azione offensiva, ma con l’Udinese, la settimana scorsa, dopo 38 minuti è stato costretto ad alzare nuovamente bandiera bianca. Pezzella farà un test oggi: dovrebbe restare in panchina, eventualmente pronto a subentrare. L’unico ancora indisponibile per infortunio resta Borja Valero.
FIRENZE – La mossa che non t’aspetti. Né Kouame (che rimane comunque il candidato principale se in extremis viene smontato il castello delle ipotesi), né Vlahovic, né Cutrone: Beppe Iachini si è portato dietro a Roma l’idea di schierare Callejon con Ribery in attacco rinunciando almeno all’inizio a tutti e tre gli attaccanti di ruolo e quindi al riferimento offensivo.
O CALLEJON. Le prove di ieri sono state in questa direzione e se l’idea di cui sopra il tecnico viola non l’avrà cambiata col consiglio della notte e col mini-allenamento nella Capitale, allora la Fiorentina si presenterà all’Olimpico con una coppia inusuale là davanti che più inusuale non si può. Con tutti i “rischi” del caso che, ovviamente, Iachini spera possano diventare solo vantaggi fidando sulle qualità, sull’esperienza, sulla capacità di incidere del duo franco-spagnolo. Una soluzione che significa da un lato la necessità di non rinunciare all’ex Napoli, ma spostandolo il più vicino possibile alla porta avversaria nel 3-5-2 che continua ad essere il modulo-base, dall’altro la “bocciatura” in toto di tutte e tre le punte, forse estemporanea o forse no, nessuna delle quali finora ha saputo imporsi per stabilire una gerarchia precisa.
O KOUAME. Anzi, il risultato è quello appena annunciato, con Kouame comunque pronto ad indossare una maglia da titolare se stamani nel provino Callejon non dovesse dare le giuste garanzie sotto il profilo atletico. Per il resto della formazione si va verso la conferma sempre di quanto visto nel corso della settimana: Martinez Quarta sostituirà Pezzella in difesa affiancandosi a Milenkovic e Caceres a protezione di Dragowski, mentre Lirola e Biraghi saranno gli esterni di un centrocampo che avrà in Amrabat ancora il regista e in Bonaventura e Castrovilli gli interni con compiti specifici nelle due fasi principali di gioco.