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Su il sipario, entrano in scena le squadre più divertenti della serie A e allenate da due tecnici che si danno battaglia in panchina dai tempi della Serie C. Napoli-Sassuolo è anche e soprattutto Rino Gattuso contro Roberto De Zerbi, che nel giugno del 2016 vennero quasi alle mani nella bolgia dello Zaccheria, teatro di Foggia-Pisa, ritorno della finale playoff che diede ai toscani allenati da Ringhio la promozione in serie B.

Dalle scintille e dalla bottiglietta lanciata quattro anni fa dagli spalti sulla testa di Gattuso, alla sfida (ore 18) del San Paolo che vale una consacrazio -ne in chiave Champions League: è cambiata la prospettiva, ma non la dedizione con la quale i due tecnici ex Milan si concentrano per la cura della propria squadra.

Gattuso può tirare un doppio sospiro. Il primo riguarda le condizioni di Insigne, che potrà tornare domenica a Bologna o, al più tardi, contro il Milan dopo la sosta delle Nazionali. L’altro è inerente all’esito dell’ennesimo giro di tamponi: tutti negativi nel Napoli. Compresi Elmas e Zielin-ski, onnai definitivamente guariti dal Covid, riaggregati al gruppo martedì e oggi potrebbero essere utilizzati per una decina di minuti nel finale del match. Entrambi non giocano una partita da Na-poli-Genoa dello scorso 27 settembre.

Nella rifinitura di ieri, Gattuso ha anche scelto la formazione anti-Sas-suolo e ha sollecitato tutti a tenere la guardia alta soprattutto nella parte finale della gara. Il Sassuolo, infatti, è la squadra che ha realizzato il maggior numero di gol negli ultimi 30 minuti di questo scorcio di serie A: ne ha segnati 12 ed è il doppio del Napoli che è secondo nella stessa graduatoria. Ma gli emiliani subiscono anche tanto (9 reti finora), rispetto alla difesa napoletana che è la meno battuta sul campo: solo 2 gol presi.

Per tenere sollecitata l’attenzione servono calciatori freschi di gamba e di testa. Gli azzurri sono rientrati dalla trasferta di San Sebastian alle 5 di venerdì mattina e, per questa ragione, Gattuso ha voluto evitare il ritiro pre partita, dando appuntamento a tutti per ora di pranzo nell’hotel-ritiro del corso Vittorio Emanuele.
Poi, il coach calabrese darà spazio ai calciatori partiti dalla panchina contro la Reai Sociedad. Torneranno Di Lorenzo e Manolas in difesa, con l’unico dubbio sul settore sinistro, anche se Hy-saj è in vantaggio su Mario Rui. Nel centrocampo a due, Fabian Ruiz affiancherà Bakayoko e in attacco si rivedrà all’operaia coppia centrale Mer-tens-Osimhen con Politane e Lozano ad impazzare sulle corsie esterne.

Il Napoli è formazione ad alta trazione anteriore, avendo mandato a segno 8 calciatori (nessuno ha fatto meglio in serie A) e ha realizzato 14 gol in 4 partite giocate, due in meno del Sassuolo che ha il secondo miglior attacco della massima serie, dietro all’Atalanta che ieri ha giocato e vinto l’anticipo di Crotone. “Ragazzi non lasciatevi ingannare dalle loro tante assenze, perchè il Sassuolo gioca a bene a prescindere dai singoli o interpreti’,’ è stata la raccomandazione che Gattuso ha inoltrato alla squadra al termine della rifinitura di ieri a Castelvolturno.

Al Training center si è rivisto nuovamente il presidente Aurelio De Lau-rentiis, ormai un habi-tuèe, perchè ha fretta di chiudere l’accordo per il rinnovo del contratto di Gattuso. Ieri c’è stato un altro episodio della serie, con l’ennesimo colloquio tra il presidente e l’allenatore alla presenza del direttore sportivo Cristiano Giuntoli. Ormai siamo prossimi al tanto atteso annuncio: Gattuso rinnoverà per altri due anni (cioè con scadenza al 30 giugno 2023), percepirà 1,9 milioni netti a stagione (più ricchi bonus) e De Laurentiis rinuncerà ad inserire la solita clausola rescissoria all’interno dell’accordo.

Quando tutto sarà pronto, arriverà in Italia Jorge Mendes, agente di Gattuso, per siglare la firma sul nuovo contratto e permettere al Napoli di continuare il progetto che ha come obiettivo quest’anno di tornare in Champions League ed in futuro di vincere anche lo scudetto.

Emergenza piena. Il Sassuolo va a Napoli con nove indisponibili e, tra questi, alcuni autentici big. Oltre a Toljan, Haraslin, Magnanelli, Schiappacasse e Romagna, sono finiti out per problemi fisici e per un nuovo caso di Covid anche Djuricic, Berardi e Caputo, oltre a Ricci. In buona sostanza De Zerbi deve fare i conti con una rosa inceronata, pochissime alternative e, probabilmente, un cambio di modulo: o 4-3-1-2 oppure un 4-3-3, se Defrel (pure lui acciaccato) dovesse farcela. Nonostante una situazione davvero difficile con 11 gol rimasti a casa (i 5 di Caputo e i 3 a testa di Berardi e Djuricic), il tecnico dei neroverdi non cerca alibi nel presentare la gara :

«È stata una settimana difficile e giochiamo contro una squadra molto forte. Arriviamo anche noi da secondi, abbiamo tanti assenti ma non voglio scuse o alibi: dovremo avere voglia di fare una grande partita e di fare risultato perché la squadra è molto forte anche senza questi giocatori. Vedremo chi partirà dall’inizio fra Defrel e Boga perché non hanno i 90 minuti e c’è qualche possibilità che un centrocampista giochi sulla trequarti, ma ho una rosa valida e ampia e non dobbiamo piangerci addosso».

Per il Napoli il tecnico del Sassuolo ha soltanto elogi: « È una squadra fortissima, ha la squadra per giocarsi fino alla fine anche il primo posto, ma il Napoli non è una questione che deve riguardare noi. Noi dobbiamo pensare a quello che possiamo determinare, sapendo che affrontiamo una squadra che merita quello che ha ottenuto sul campo. Noi siamo una squadra forte, non come il Napoli, ma possiamo mettere in difficoltà chiunque. Dobbiamo riservare l’attenzione a noi stessi e pensare al nostro gioco che è collaudato. Voglio vedere una squadra che lotti, non voglio gente che entri in campo a metà o col braccìno, altrimenti mi arrabbio pesantemente. Le gerarchie non le dà il campo mail cervello ancor prima di entrare in campo». De Zerbi conclude completando il ragionamento, sempre battendo sulle stesse corde: «Vorrei vedere domani una squadra che non pensasse alle assenze ma pensasse al sangue che abbiamo buttato in questi tre anni per arrivare a giocarci una partita contro il Napoli da secondi in classifica a soli due punti dalla prima. Siamo arrivati qui passo dopo passo ed è proprio per questo che non ci deve essere spazio per pensare agli assenti».

Dove e come guardare la partita, diretta tv e live streaming

Napoli – Sassuolo sarà trasmessa questa sera a partire dalle ore 18.00 Tutti gli appassionati potranno guardare il match sui canali Sky e più nello specifico a Sky sport Serie A dal canale 202 del satellite e Sky Sport dal canale 251. Come sempre la partita si potrà anche guardare in streaming gratis, ovviamente per tutti gli abbonati al servizio. Questi dovranno utilizzare l’applicazione Sky Go che dà la possibilità di guardare tutto il calcio di Serie A attraverso i dispositivi mobili. In alternativa si potrà anche guardare Napoli – Sassuolo  attraverso i canali Now TV. Quest’ultimo è il servizio Sky che da la possibilità di poter acquistare l’evento prescelto oppure di sottoscrivere un abbonamento.

C’è una parola chiave, da sedici anni: progetto. E resiste a qualsiasi moda, senza che compaia mai la tentazione di farne a meno: esiste nella buona e (talvolta) nella cattiva sorte, insegue un’idea diversa, quasi alternativa, e pure stavolta resta lì, inchiodato nell’orizzonte di Aurelio De Laurentiis, che calandosi con nonchalance nella vigilia di Napoli-Sassuolo, s’è seduto di fronte a Gattuso (e a Giuntoli) e ha già definito il futuro.

Il contratto è una cosa seria, non una formalità, racchiude dentro di sé una filosofia che dev’essere eguale e (ovviamente) condivisa: De Laurentiis e Gattuso vivono ormai le identiche proiezioni, disegnano gli scenari a modo loro per scoprire poi che ci sono dentro affinità elettive, e stavolta, rompendo gli indugi, si sono stretti la mano (o forse si son dati di gomito), ed hanno deciso di andare avanti sino al 2023. È fatta, anche se la procedura richiede che tutto venga formalizzato su quel «tomo» di trentasei pagine che ADL rivendica con orgoglio come una delle novità della prima ora: ormai è solo una questione di penna, carta e calamaio, ma c’è reciproca soddisfazione (chiaramente) per essersi promessi un tempo da attraversare assieme.

QUATTRO ANNI. Gattuso se ne starà, per ora, complessivamente quattro anni sulla panchina del Napoli (tre stagioni e mezza, per la precisione), si terrà per sé quella squadra che sembra abbia i connotati giusti per potersela giocare su tutti i fronti, scudetto incluso, e che «mica so matto che la lascio ad un altro». E De Laurentiis gliela concederà perché dopo essersi annusati per sei mesi (lockdown compreso), hanno poi intuito d’essere fatti – sino a prova contraria – l’uno per l’altro. Per adesso, si ricomincia con un biennale che decollerà, giuridicamente, dal 2021 e si protrarrà sino al 2023, senza la presenza di clausole soffocanti: è un patto che si fonda sull’analogia d’un pensiero che ricerca un’identità precisa e che, nonostante le difficoltà del momento, continuerà ad essere ambizioso.

COME PRIMA. A De Laurentiis non è mai piaciuto cambiare per il gusto di farlo e la storia del Napoli più recente conferma la tendenza che in realtà nasconde una politica aziendale nella quale la continuità deve avere un senso: Reja (che subentrò dopo il semestre di Ventura) è rimasto su quella panchina per cinque campionati e salutò per saturazione; Mazzarri, che si prese l’eredità (pure quella semestrale) di Donadoni, s’è goduto un ciclo triennale; Benitez ha attraversato il San Paolo per un biennio e Sarri, che sembrava un azzardo, ha avuto modo di vivere un triennio; è stato sofferente, si direbbe doloroso, il divorzio da Ancelotti, altrimenti destinato a rappresentare il «Ferguson» di Napoli, ruolo a cui adesso, con modalità più vicine alle abitudini italiane, può essere interpretato da Gattuso, che prenota un posto tra i più longevi.

LO SHOW. Ma Napoli-Sassuolo non diventa un dettaglio esistenziale, in questo calcio che va di fretta e non consente di deragliare: la vittoria di San Sebastian ha cicatrizzato la ferita per la sconfitta con l’AZ, però il campionato è un richiamo dell’anima che silenziosamente invoca il miracolo. E in questa domenica sulla quale plana l’eco del rinnovo di Gattuso, Napoli-Sassuolo si presenta come uno spettacolo tra due predestinati della panchina – ovviamente Gattuso e De Zerbi – che hanno cominciato presto, molto presto, a sfidarsi sottilmente attraverso le rispettive strategie: cinque anni, e sembra passata un’eternità, si «scontrarono» nello spareggio per la promozione tra Pisa e Foggia, erano diversi (indiscutibilmente). Era già tutto scritto: show must go on.

A pensarci bene, avrebbero potuto giocare assieme: solo che mentre Manuel Locatelli, la borsa sotto al braccio e i sogni spettinati, se ne usciva dalla Scala del calcio, Tiémoué Bakayoko cominciava a sfilarci dentro, guardandosi intorno, perché non c’è verso, quella è magìa allo stato puro. Dev’essere stato il destino, chi può dirlo?, ma certo in quell’estate buffa, in quel viavai classico che finisce per gonfiare notti altrimenti vuote in cui il calcio decide di buttare all’aria se stesso per affogare nella fiera dei sogni comunemente chiamata mercato, Manuel Locatelli fece la valigia il 13 agosto e seppe che il 14 sarebbe atterrato Tiémoué Bakayoko: insomma, si sarebbero sfiorati, quando invece avrebbero potuto giocare (persino) assieme, complici di una diversità fisica, strutturale e infine tecnica capace eventualmente di fondere i pregi dell’uno con quelli degli altri.

INTOCCABILI. Tiémoué Bakayoko e Manuel Locatelli si ritroveranno stasera, non saranno troppo lontani, si scruteranno a distanza ravvicinata, lasceranno che i tackle intreccino le loro differenze di calcio e proveranno ovviamente a riempire delle proprie idee questa Napoli-Sassuolo che un po’ appartiene a entrambi. Tiémoué Bakayoko è arrivato a Napoli il 4 ottobre, proprio mentre stava per suonare la sirena del mercato: fu un regalo chiesto da Gattuso a Giuntoli e concesso senza indugio da De Laurentiis, che per esorcizzare la crisi economica s’è lasciato andare ulteriormente, arricchendo mica solo di centimetri il centrocampo. Bakayoko ne ha fatte quattro su quattro, è rimasto a guardare con l’AZ ed a Gattuso deve essere venuto il dubbio che non si può rinunciare ad una roccia di quella consistenza, non ora, in una squadra che va sempre oltre i propri limiti ed ignora la parsimonia offensiva, visto che ne manda quattro al di là della linea del pallone.
E da quando è cominciata questa stagione, Roberto De Zerbi non è mai riuscito a fare a meno dell’ispirazione del suo talento, della sua vivacità che brilla in quella zona d’ombra ch’è il centrocampo, perché vuoi mettere la «visibilità» che hanno gli attaccanti, e che però serve per illuminarsi: Locatelli ne ha giocate cinque su cinque, non è mai uscito perché del turnover in regìa o tra le linee se ne può fare a meno, s’è persino «sbizzarrito» con un gol ed ha convinto Mancini a chiamarlo a sé, avendo bisogno la Giovine Italia di uomini di questo spessore.

CENTRALITà. Bakayoko al Napoli ha offerto uno schermo per la difesa e un body-guard per Fabian, che s’è goduto immediatamente la presenza d’un guardia spalle ed ha ricominciato a ricamare come sa: e intanto, per gradire, oltre al 65% dei duelli vinti – per dire – il guineano poi ha provveduto anche a garantire una libertà assoluta alla compagnia. Locatelli nel Sassuolo è l’epicentro, una figura irrinunciabile che si prende il pallone (104 volte con il Torino, 73 a Bologna, mai nessuno quanto lui) e lo tiene per sé, prima di scorgere gli angoli di passaggio più invitanti o anche la soluzione piùelementare, ma necessaria. E sembra tutto chiaro, quasi lampante, che Napoli-Sassuolo passi (anche) dagli opposti che attraggono.

MILANO – La verità su Juventus-Napoli è prevista per lunedì 9. Quel giorno, di fronte alla Corte Sportiva d’Appello, il club di De Laurentiis avrà il verdetto sullo 0-3 a tavolino e sul punto di penalizzazione che il Giudice Sportivo gli ha assegnato dopo che gli azzurri non sono andati a Torino a disputare il match del 4 ottobre. Tutto in un giorno: la discussione e la sentenza. Il Cas sarà presieduto da Piero Sandulli, a meno che non sia ricusato dalla Juve per le dichiarazioni rilasciate sulla vicenda prima del pronunciamento del Giudice Sportivo. Il Napoli, che sarà difeso dall’avvocato Grassani, uno dei massimi esperti di diritto sportivo, ha già depositato la sua memoria difensiva e può integrarla fino a 48 ore prima dell’udienza. Idem la società bianconera. Resta da vedere se in appello verrà confermato che il Napoli, che aveva registrato le positività di Zielinski ed Elmas, non ha rispettato il protocollo, e dunque non ha fatto tutto quello che doveva per volare a Torino (spingendo le Asl partenopee a vietare il viaggio), oppure se sarà stabilito che la società si è comportata nel modo giusto, e dunque riotterrà il punto perso oltre alla possibilità di giocare il match. Se il verdetto sarà di nuovo a lui contrario, De Laurentiis ricorrerà al Collegio di garanzia dello Sport