«Sì, viaggiare, evitando le buche più dure», come cantava Lucio Battisti alla fine degli anni Settanta. Trappola russa per Inzaghi, tradito dai tamponi disposti dall’Uefa, ancora costretto a giocare in emergenza. Gli hanno smontato un altro pezzo di Lazio. Immobile e Leiva non sono saliti sull’aereo decollato all’ora di pranzo verso la Russia. Ci contava. «Quel gran genio del mio amico, lui saprebbe cosa fare…
E sapresti ripartire». Chissà se Simone, riprendendo il testo di uno dei brani più celebri del cantautore di Poggio Bustone, riuscirà a inventare un altro miracolo dopo il pareggio di Bruges e la rimonta di Torino. Per adesso niente cacciavite di Battisti, sta usando solo il pallottoliere per contare un elenco lungo così di indisponibili. «Penso a Immobile, Leiva, Strakosha, Radu e Lulic. Mancano anche Lazzari e Luis Alberto. Avrei voluto giocarmela al completo. Dispiace per i miei giocatori. Hanno fatto di tutto in questi quattro anni e mezzo per arrivare in Champions e non ci possono essere. Il mio augurio è di ritrovarli presto».
INCROCIO. Simone immaginava altro tipo di ritorno in Champions. Guida il girone dopo due giornate con 4 punti, ma non ha mai potuto esibire la Lazio al completo, quella dei suoi sogni. Una beffa, per la seconda volta di fila, non poter contare sulla Scarpa d’Oro. E il doppio incrocio con lo Zenit San Pietroburgo (stasera alla Gazprom Arena, martedì 24 il ritorno all’Olimpico) può orientare la qualificazione. «Troviamo la testa di serie numero uno del girone dopo due giornate ancora a zero punti. Sappiamo di dover tirare fuori un’altra grande partita come a Bruges. La mia squadra, nonostante le assenze, è pronta» l’urlo di Simone Inzaghi, apparso alle 19 in conferenza stampa con la mascherina d’ordinanza e persino i guanti monouso. Moltiplicati i sistemi di sicurezza per diminuire i rischio di contagio. «Dovremo scendere in campo con consapevolezza e personalità sapendo che questa doppia sfida può pesare molto per la qualificazione». L’ultimo successo esterno in Champions risale al 16 settembre 2003, a Istanbul con il Besiktas: 2-0, gol di Stam e Fiore. Peruzzi tra i pali, Simone rimase a guardare dalla panchina, Mancini era l’allenatore. Sarebbe un sogno riscrivere la storia a San Pietroburgo.
AMBIENTE. La Lazio, dopo mesi, dovrà resistere anche al fattore campo. «Pubblico? Non lo so quanto conterà. Obiettivamente non abbiamo più giocato a porte aperte, in Italia non ci sono spettatori e anche in Belgio lo stadio era chiuso. A San Pietroburgo troveremo ventimila tifosi e spero che possa essere di grande aiuto e di stimolo per i miei giocatori». Estremo rispetto per i russi, sinora deludenti in Champions. «Lo Zenit ha vinto con largo anticipo il suo campionato, ci sono giocatori importanti in ogni reparto. Lovren lo conosciamo, hanno tanta qualità a centrocampo con Erokhin e Barrios, c’è Dzyuba davanti. Ho visto le due precedenti partite. Nella prima con il Bruges non meritavano di perdere, hanno avuto più possesso e occasioni, è stata decisa alla fine da un episodio. A Dortmund è stata una partita diversa, hanno giocato in modo più difensivo tenendo in equilibrio il risultato per settanta minuti, poi un rigore assegnato ai tedeschi l’ha cambiata».
SPIRITO. Servirà la forza d’animo e la stessa compattezza esibite a Torino. Le rotazioni restano un sogno. «Non posso cambiare, ma la squadra si è compattata e ha dimostrato spirito di reazione dentro un momento assai particolare, lo stesso che vivono anche altri miei colleghi. Ci sono state mille difficoltà durante il post lockdown estivo e ce le abbiamo tuttora, è inutile nascondersi, però i ragazzi hanno dimostrato grande spiritiro di reazione e si sono uniti a noi dello staff. Ci giochiamo la qualificazion,e Champions e domenica arriva la Juve. Poi ci saranno quindici giorni di sosta e speriamo di recuperare tanti uomini». Tamponi permettendo.
L’inevitabilmente condizionata dal caso delle positività di diversi elementi della squadra titolare al Covid-19, sfida in trasferta lo Zenit San Pietroburgo di Sergej Semak nella 3ª giornata della Fase a gironi della Champions League. I russi hanno 0 punti in classifica dopo 2 partite, mentre l’Aquila guida il girone con 4 punti, a pari merito con il Bruges. Zenit San Pietroburgo-Lazio: la partita si giocherà mercoledì 4 novembre 2020 nello scenario dello Stadio San Pietroburgo di San Pietroburgo. Il fischio d’inizio è previsto per le ore 18.55 e la gara sarà diretta dal portoghese Artur Dias.
Il tampone molecolare usato per accertare la negatività al Covid in Serie A e in Uefa è lo stesso e identiche sono anche le fasi del procedimento ovvero il prelievo e la processazione del tampone. A cambiare è la scala di validazione. Materia assai complessa, più adatta agli scienziati che agli amanti del pallone. Proviamo a spiegare ugualmente.
LENTE D’INGRANDIMENTO. Il prelievo attraverso il tampone naso-faringeo (in Italia si possono usare anche i test antigenici con prelievo solo nasale; in Uefa non sono ritenuti validi) consente di ottenere un quantitativo di cellule e sostanze organiche della persona che viene testata. E’ grazie a questo materiale biologico che si va alla ricerca dei frammenti di Rna virale del Covid attraverso la degradazione meccanica e enzimatica del campione. La procedura si chiama Rt-Pcr real-time (Retro-transcription polymerase chain reaction).
Come si fa questa ricerca? Con una macchina che, per spiegare in termini non proprio scientifici, funziona come una lente d’ingrandimento e, attraverso cicli di amplificazione, moltiplica i frammenti di acidi nucleici permettendo di studiare il materiale genetico raccolto.
I soggetti chiaramente positivi, quelli che hanno un’alta carica virale, non lasciano dubbi: dopo 15, 20, massimo 22 cicli di Pcr la presenza del Covid è chiara. La macchina in questione però chiaramente va oltre i 22 cicli dopo i quali vengono individuati i positivi: si arriva a 35-40 e, aumentando il numero di cicli, la ricerca abbraccia anche i “debolmente positivi” o comunque quei soggetti che in qualche modo sono venuti a contatto con il virus, ma non lo hanno contratto. In queste ultime due categorie rientrano gli asintomatici, sempre di più nel nostro Paese e nel mondo: sia quelli che lo sono dall’inizio sia quelli che lo sono divenuti in un secondo momento.
TIPO DI RICERCA. Tanto per dare qualche numero e per capire: nei tamponi debolmente positivi ci sono meno di 5.000 copie di Rna virale per millilitro, mentre nei tamponi positivi a marzo-aprile c’erano milioni di copie del virus per millilitro. Una bella differenza che adesso è un po’ meno marcata, ma che c’è ancora. In Italia ogni squadra di Serie A fa analizzare i tamponi che vengono svolti a 48 ore dall’inizio delle gare di campionato da un proprio laboratorio di riferimento (la Lega per una questione di costi non ha nominato un ente terzo che fa i controlli per tutti); la Uefa per i test, che vengono fatti 48-72 ore prime della sfida per chi gioca in trasferta e 24-48 ore prima per chi è in casa, si avvale invece di SynLab, noto gruppo di diagnostica internazionale che ha sedi in quasi tutti i Paesi europei. I tamponi prelevati da SynLab alle sette nostre formazioni impegnate nelle coppe vengono analizzati in Italia, non vengono inviati, tanto per fare esempi a caso, in Svizzera (nazione dove c’è la sede dell’Uefa), in Germania, in Francia… I parametri usati per individuare il virus dai laboratori italiani sono gli stessi: tanto per intendersi, tutti considerano positivo un debolmente positivo. Tra i test fatti in Serie A e nelle coppe europee, in teoria, può/potrebbe cambiare il numero di cicli per moltiplicare gli acidi nucleici. Più sono i cicli e più è facile individuare, dove sono presenti, i residui dell’Rna del coronavirus.
CARICA INFETTIVA. Un discorso a parte lo merita la capacità infettiva dei “debolmente positivi”: possono trasmettere il Covid se hanno solo tracce del genoma? La risposta degli esperti non è univoca, ma anche chi ha carica virale bassa viene comunque considerato capace di infettare. Difficile che lo faccia, ma il rischio c’è.
Dove e come guardare la partita, diretta tv e live streaming
Zenit – Lazio sarà trasmessa questa sera a partire dalle ore 21.00 Tutti gli appassionati potranno guardare il match sui canali Sky e più nello specifico a Sky sport Serie A dal canale 202 del satellite e Sky Sport dal canale 251. Come sempre la partita si potrà anche guardare in streaming gratis, ovviamente per tutti gli abbonati al servizio. Questi dovranno utilizzare l’applicazione Sky Go che dà la possibilità di guardare tutto il calcio di Serie A attraverso i dispositivi mobili. In alternativa si potrà anche guardare Zenit – Lazio attraverso i canali Now TV. Quest’ultimo è il servizio Sky che da la possibilità di poter acquistare l’evento prescelto oppure di sottoscrivere un abbonamento.
La Lazio all’esame di russo, con il pubblico di nuovo presente (circa 20 mila spettatori nonostante il Co-vid, miracolo o sciatteria della Russia putiniana) e alla prova Zenit San Pietroburgo (appuntamento alle 18.55, arbitrerà il portoghese Artur Dias), per confermare il trend positivo in questa nuova esperienza in Champions che mancava da 13 anni e che finora sembra aver retto il colpo delle ansie da prestazione dall’alto del primo posto in classifica e di quell’impresa con il Borussia che resta ancora scolpita sulle certezze dei biancocelesti.
La Lazio anche alla prova dei tamponi e della procura federale della Figc, il cui procuratore Giuseppe Chiné, dopo aver interrogato il patron Claudio Lotito e il medico societario Ivo Pulcini, sta indagando su eventuali violazioni dell’applicazione dei protocolli federali riguardo i tamponi. Al centro dell’indagine, l’altalena di positività-negatività tra campionato e Champions League nell’ultima settimana per alcuni biancocelesti. Su tutti, Ciro Immobile, Lucas Leiva e Thomas Stra-kosha, indisponibili per il Bruges la settimana scorsa, poi partiti con la squadra per la trasferta con i granata e ieri di nuovo fermati dai controlli della Uefa.
Due le versioni: quella della Lazio è relativa alla ‘”tolleranza” dei protocolli di Serie A (approvati dal Dipartimento per lo Sport del governo) rispetto ai protocolli Uefa che sono più restrittivi. Se passasse questa versione, per la Lazio non ci sarebbero conseguenze. Diversamente, se l’inchiesta federale dovesse appurare qualcosa di anomalo che rischierebbe di comportare sanzioni sportive (anche una penalizzazione in classifica), oltre che il rischio di conseguenze penali per lo stesso club.
A livello di comunicazione, la società ha deciso di mantenere la linea del riserbo e della privacy, comunicando soltanto “alcuni casi di positività al Covid’,’ che tuttavia sono diventate il segreto di Pulcinella, visto che gli indisponibili della scorsa settimana restano i soliti noti (Luis Alberto, Lazzari su tutti, ma anche Escalante e Djavan Anderson), ai quali, nel saliscendi di positività-negatività, tornano ad aggiungersi anche Ciro Immobile, Lucas Leiva e Thomas Strakosha.
Tre assenze pesanti con le quali Simon e Inzagbi già temeva di dover fare i conti dopo l’esito dei tamponi per la Dinamo Kiev che lunedì aveva accertato l’indisponibilità di ben nove elementi (per la sfida degli ucraini con il Barcellona).
Tegole su tegole, che il tecnico biancoceleste si trova a dover riparare giorno dopo giorno, quasi sempre con gli stessi uomini in campo: «Ho difficoltà di rotazione ma la squadra si è compattata», ha affermato Inzaghi alla vigilia a Sky Sport. «Ha avuto una grandissima reazione – ha ammesso il tecnico -. Avevamo e abbiamo ancora mille difficoltà post-lock-down ma i ragazzi si sono
compattati e stiamo cercando di fare prestazioni importanti, sapendo che è un momento di difficoltà. Abbiamo ora una partita importantissima, poi ci sarà la Juventus, quindi avremo 15 giorni in cui speriamo di recuperare tanti uomini».
In conferenza, Inzaghi aggiunto: «E’ una situazione particolare, come la sto vivendo io anche i miei colleghi non la stanno vivendo nel migliore dei modi. Mi spiace, perché avrei voluto essere qui a San Pietroburgo, così come a Bruges una settimana fa, con tutti i miei uomini. Maonnai siamo abituati a giocare in emergenza».
Le sue scelte sono abbastanza obbligate, compresi tanti Primavera aggregati alla prima squadra. In porta confermato Reina, in difesa Luiz Felipe, Hoedt e Acerbi, dubbi in attacco con Pereira favorito suCorreae Caicedoper affiancare Muriqi, mentre sugli esterni Marusic e Fa-res con Akpa Akpro, Parole e Milinkovic-Savicin mezzo. Una sfida che per la Lazio servirà come prova del nove per capire le reali ambizioni di qualificazione dopo aver conservato il primato in classifica seguito al pareggio di Bruges: «Sappiamo che tipo di partita andremo ad affrontare – rivela il tecnico -, lo Zenit è la squadra testa di serie del girone e dopo due partite è a zero punti.
Troveremo anche il pubblico, giocheremo davanti a 20 mila persone, ma andremo lì consapevoli di fare la nostra gara, sapendo che le due partite contro lo Zenit saranno molto importanti ai fini della qualificazione». Sulla massiccia presenza di pubblico che dagli spalti tiferà Zenit, Inzaghi non ne fa un alibi e conclude: «Penso che potrà essere di grande aiuto e stimolo per i miei».
Scontro totale, sono diventati i tamponi della discordia. L’Uefa stoppa la Lazio, la Procura Federale ha aperto un’inchiesta, Immobile e Leiva non sono partiti per la Russia e chissà se oggi riusciranno a raggiungerla con un volo privato, come era accaduto con Pereira a Bruges: ipotesi remota, non da escludere. Divieto di Champions per la Scarpa d’Oro e il play brasiliano, entrati in corsa e decisivi domenica a Torino. E’ un caso clamoroso, resta il punto interrogativo aperto: “negativi” in Serie A, “positivi” in Europa? Inzaghi ancora in emergenza, è salito all’ora di pranzo sull’aereo diretto a San Pietroburgo dopo aver depennato altri due big dalla lista dei convocati oltre a Strakosha e senza ottenere il recupero di Lazzari e Luis Alberto, già in isolamento: neppure ieri erano tornati all’interno del “gruppo-squadra”. Si sta aprendo un’altra battaglia politico-sportiva nel campo degli asintomatici al Covid, verdetti in bilico o rovesciati come era capitato all’interista Hakimi, non impiegato con il Borussia Moenchengladbach e tornato “negativo” il giorno successivo: roba da convegno medico-scientifico che coinvolge l’Uefa e rischia di spaccare il calcio italiano. Lotito, infuriato e di nuovo nella bufera, contesta l’esito dei tamponi molecolari eseguiti dalla Synlab, il laboratorio di Firenze a cui si appoggia Via Allegri per le nazionali azzurre e che determina positività e negatività delle società italiane impegnate in Champions e in Europa League. Per la Serie A ogni club può scegliere il proprio laboratorio, sinora è stato impossibile centralizzare il sistema di controllo. Ecco la cronaca di un’altra giornata piena di colpi di scena.
ORE 9.30. La Lazio in campo a Formello per la rifinitura. E’ l’ora dell’appello, ci sono anche Immobile, Leiva, Strakosha. Mancano Lazzari e Luis Alberto: non avrebbero superato, si deduce, i tamponi Uefa. Si aggiungono a Vavro, Djavan Anderson, Escalante, più Radu e Lulic, gli altri indisponibili. La prima sorpresa quando Inzaghi, provando la formazione anti-Zenit, esclude Immobile e Leiva dal blocco dei titolari e li inserisce tra le riserve. Qualcosa non quadra. E’ un segnale e si capisce presto il motivo.
ORE 12. Per l’Uefa sarebbero risultati “sospetti” o “debolmente” positivi al tampone molecolare eseguito lunedì mattina. Inzaghi sa di non poterli utilizzare in Russia, ma fanno parte lo stesso del “gruppo squadra” e si allenano. Per la Lazio sono negativi. Trascorrono un paio d’ore convulse. Immobile s’infuria, sta benissimo. Era convinto di poter giocare in Russia, il ds Tare ci parla e prova a calmarlo. Dopo Bruges, la Scarpa d’Oro rischia di saltare un’altra partita di Champions. La Lazio lo aveva controllato due volte prima di Torino con esito negativo. Tampone molecolare venerdì, via libera ricevuto anche dalla Asl Roma 1, test antigenico appena approvato dall’ultimo protocollo Figc domenica mattina a poche ore dalla partita con i granata. Stesso discorso per Leiva e Strakosha. Nessuno dei tre, compreso Ciro, alle 13 sale sul pullman diretto in aeroporto, anche se Lotito tenta l’ultima carta. Un altro tampone di controllo da verificare tra ieri notte e questa mattina. Un’ora dopo l’aereo della Lazio decolla verso la Russia. La notizia trapela mentre sta cominciando la battaglia dei controlli.
ORE 15. Anticipata di qualche minuto dall’Ansa, la Figc annuncia l’apertura di un’inchiesta con una nota ufficiale sul proprio sito. Le positività alterne di Immobile, Leiva e Strakosha non convincono. Per due volte, la scorsa settimana, gli ispettori federali erano stati a Formello per acquisire i referti e ascoltare i dirigenti. «La Procura Federale – si legge nel comunicato – ha aperto un’inchiesta nei confronti della Lazio per accertare eventuali violazioni ai protocolli sanitari finalizzati a contenere l’epidemia da Covid-19 approvati dalla Figc e validati dall’Autorità Governativa. Fin dalle prime informazioni sulla positività di alcuni calciatori emerse la scorsa settimana, il procuratore Giuseppe Chiné ha disposto due ispezioni presso Formello, durante le quali i rappresentanti del pool costituito in Procura per verificare il rispetto dei Protocolli sanitari hanno ascoltato il presidente Lotito e il medico sociale Ivo Pulcini, oltre ad acquisire i referti dei tamponi effettuati prima delle partite di Bruges e di Torino. Sono stati inoltre richiesti ufficialmente alla Lazio i referti dei tamponi effettuati alla vigilia della trasferta in Russia». Eventuali violazioni porterebbero verso il deferimento.
ORE 18. Lotito si affida da maggio a un laboratorio di Avellino, che avrebbe dato esito negativo ai controlli di Immobile e Leiva prima e dopo Torino. La differenza, secondo quanto sostengono nel club biancoceleste, starebbe in una differente “lettura” dei parametri e non della soglia di positività, la stessa in Europa e in Italia. Il tampone molecolare amplifica lo spettro d’esame rilevando i geni E, N, Rdrp: soltanto il terzo indicherebbe con certezza la positività al Covid, i primi due non necessariamente e possono segnalare una traccia, una “cicatrice” di un’infezione già superata alle vie respiratorie. Sarebbe il caso di Immobile, Leiva e Strakosha. Lotito si immerge in una riunione fiume, contatti istituzionali e con il laboratorio di Firenze.
ORE 21. In serata la presa di posizione ufficiale della società, convinta di essere dalla parte della ragione. «La Lazio è in stretto contatto con le autorità statali e con le istituzioni sportive nazionali e internazionali con le quali dialoga da diversi giorni nel rispetto delle norme e dei protocolli applicabili. I test per la competizione europea hanno confermato la positività di alcuni componenti del gruppo squadra che risultano essere già in isolamento. Contestualmente la società, che continua a monitorare i propri tesserati attraverso qualificati laboratori, ha rilevato possibili criticità in relazione ai risultati ottenuti dall’organizzazione europea e, in un clima di piena collaborazione e di tutela della salute dell’intero gruppo e della più ampia comunità, sta valutando le singole posizioni di alcuni tesserati. Resta fermo che qualsiasi decisione sul tema sarà condivisa con l’Uefa anche per il tramite della Figc. In ogni caso si raccomanda la massima cautela nella divulgazione di notizie prive di fondamento e riscontri che potrebbero ledere il diritto alla privacy e di immagine della società e dei tesserati». Hoedt alla prima giornata aveva ribaltato l’esito del tampone Uefa giocando con il Borussia, al secondo turno era toccato a Pereira volare in ritardo a Bruges. Oggi Immobile e/o Leiva partiranno oppure no?