Adesso sto molto bene. Posso dire di sentirmi rinato: ho perso venti chili e ho ritrovato la mia forma fisica. Venti chili che avevo accumulato ultimamente: una zavorra con dentro pensieri, preoccupazioni, tensioni. Nel giro di due anni, infatti, sono stato costretto a dire addio ai miei genitori, e questo è stato il dolore più grande della mia esistenza». Così ha detto Raoul Bova, parlando del difficile periodo che si è appena lasciato alle spalle: l’inferno, come lui stesso ha raccontato.
Alla recente Festa del Cinema di Roma, mentre presentava il cortometraggio di Gabriele Muccino Calabria, terra mia, dove-è protagonista insieme con la compagna Rocio Munoz Morales, Raoul Bova è apparso in, grandissima forma: fisico asciutto, sguardo fiero e capelli portati leggermente più lunghi rispetto al passato, con una venatura di bianco, ma anche con una certa malinconia negli occhi.
«Nell’ultimo periodo ero ingrassato tanto, ero arrivato a pesare centodieci chili per il dolore», ha detto Bova, spiegando dunque che cosa gli è capitato nell’arco degli ultimi tre anni: prima ha perso il papà Giuseppe e poi, un anno fa, ha dovuto lasciare per sempre anche la sua adorata mamma Rosa.
Bova. insofruna, ha perso così, velocemente, quasi senza rendersene conto, senza potere realizzare o almeno avere il tempo di metabolizzare, i punti fermi della sua vita: il porto sicuro dove attraccare nelle tempeste. Un addio che lo ha portato a guardarsi dentro, e dalle sue riflessioni è nato anche un libro, la sua prima autobiografia: Le regole dell’acqua, dove Bova non nasconde nessuna delle sue fragilità, ma anzi le tira fuori senza vergogna, guardandole in faccia come mai aveva fatto.
«Solo adesso sto realizzando quanto mi manchino gli abbracci di mamma e papà… », ha detto Bova a cuore aperto, con la voce rotta dall’emozione, ospite di recente da Silvia Toffanin nello studio di Verissimo. «Ma so anche di essere stato così fortunato ad averli avuti: da papà Giuseppe, il pilastro della mia esistenza, ho imparato che cosa siano la forza, la stabilità. il rispetto delle regole. Mamma, che era napoletana e aveva un carattere molto solare, mi ha invece trasmesso l’importanza della spensieratezza e dell’allegria. Lei è stata così fino all’ultimo». E infatti, tornando a quei maledetti giorni della sua scomparsa, Bova ha aggiunto: «È stato tutto improvviso.
Mia madre aveva problemi polmonari, ma è stata ricoverata per una ulcera. Potrebbe essere mancata di Covid, nessuno lo sa. Hanno provato a intervenire, ma dicono sia mancata prima dell’intervento. Io ho cercato di scoprirlo, di capire che cosa le sia accaduto, mi sono fatto mille domande.
Ma ho capito comunque che tutti i miei quesiti non mi avrebbero mai portato indietro la mia mamma». E poi, pensando proprio a quell’addio che non avrebbe mai voluto dovere dire, a quel legame spezzato così bruscamente, l’attore ha detto ancora: «È stato proprio come ricevere un pugno che ti manda al tappeto». Poi, come se non bastasse, proprio in quel periodo Bova è stato anche vittima di un incidente: mentre camminava per le strade di Roma ha inciampato in una buca, fratturandosi il malleolo e il perone della gamba destra. E così si è dovuto sottoporre a un delicato intervento chirurgico che lo ha debilitato ulteriormente: «Le mie ossa avevano di colpo ceduto.
Stare a casa e non potermi muovere per diverso tempo ha contribuito a farmi appesantire, a farmi mettere su chili». Raoul, insomma, pareva essere proprio finito nel baratro. Ma, come si usa dire, è solo dopo avere “raschiato” davvero il fondo del barile che si può risalire, si può cominciare a tornare alla vita. E così è stato. «Appena mi sono sentito meglio e ho lasciato le stampelle », ha detto ancora Raoul «ho ripreso a nuotare, la mia grandissima passione. Ho cominciato ad allenarmi tutti i giorni, tutte le mattine. E poi ho ripreso a lavorare: dopo il lockdown della scorsa primavera, questa estate sono tornato sul set della fiction Buongiorno mamma, che andrà in onda su Canale 5.
Recitare è stata una boccata di ossigeno…». Una vera e propria rinascita, dunque, dopo il malessere appena vissuto. «Ma ad aiutarmi a risollevarmi », ha proseguito l’attore da Silvia Toffanin «sono state anche le mie piccole donne: le mie due figlie Luna e Alma, che hanno quattro e due anni». Le sue due gioie. Ma un “grazie” Raoul lo deve anche agli altri suoi due figli ormai maggiorenni, ai quali Bova è legatissimo: Alessandro Leon e Francesco, venti e diciannove anni, avuti dalla ex moglie, Chiara Giordano. «La loro vicinanza e il loro affetto sono stati fondamentali. I miei ragazzi e le mie bambine si stanno conoscendo, stanno cominciando a volersi bene, e questo è un passo che ne porterà un altro e un altro ancora. Tutto ciò mi rende oltremodo sereno. È davvero bello».
E poi c’è lei, la donna della sua vita: Rocfo, che gli è accanto da sette anni. Una amicizia nata sul set del film Immaturi – Il viaggio, girato in Grecia nel 2011, e poi diventata presto un amore travolgente. Un legame diventato via via sempre più forte, quando il matrimonio di Bova era ormai irrimediabilmente in crisi. «Quando l’ho incontrata », aveva raccontato tempo fa Bova «Rocfo era quello che cercavo. Forse la gente avrà pensato: “La classica crisi del quarantenne”. Ma a distanza di tutti questi anni si vede che ho confermato quella scelta. Se fosse stata un’avventura sarebbe durata sei mesi…». E poi ha concluso: «Rocfo è una compagna e una mamma incredibile: premurosa, attenta, dolce, presente. Mi è stata accanto nel momento più brutto. E io oggi, soprattutto grazie a lei, sono un uomo davvero felice»