Tre giorni dopo avere festeggiato il suo quarantunesimo compleanno, Silvia Toffanin si è trovata ad affrontare il dolore più grande della sua vita: sua madre Gemma si è spenta dopo avere lottato per mesi contro una grave malattia che, purtroppo, alla fine non le ha lasciato scampo. Aveva sessantatré anni. In questi mesi la popolare conduttrice di Verissimo ha mantenuto il riserbo più totale sulle condizioni di salute della madre, continuando ad apparire in TV sorridente e serena, come sempre.
Da vera professionista. Dentro, però, la preoccupazione e il dolore per mamma Gemma si facevano sempre più forti, giorno dopo giorno. In questo periodo così buio, Silvia ha potuto almeno contare sul sostegno del suo compagno, Pier Silvio Berlusconi, il vicepresidente e amministratore delegato di Mediaset, al quale è legata da circa venti anni e con cui ha due figli, Lorenzo Mattia, dieci anni, e Sofia Valentina, cinque anni.
«Dopo essersi trasferita con Pier Silvio a Santa Margherita Ligure, per crescere i loro figli lontano dal caos di Milano, Silvia aveva voluto che anche i suoi genitori la seguissero in Liguria. lasciando la loro casa di Cartigliano, in provincia di Vicenza », racconta chi conosce la conduttrice. «Lei è sempre stata molto legata alla sua famiglia, a mamma Gemma, a papa Domenico, alla sorella minore Daiana, e anche alla nonna Esterina, che purtroppo da molti anni soffre di Alzheimer».
Silvia Toffanin è famosa nel mondo dello spettacolo per la sua grande riservatezza: lei, che per mestiere intervista le celebrità nel salotto di Verissimo, accetta raramente di lasciarsi intervistare a sua volta, di parlare di sé… Nelle sue rare dichiarazioni pubbliche, però, la conduttrice non ha mai mancato di dedicare un pensiero alla sua famiglia, raccontando la sua infanzia a Gattigliano. Una infanzia non sempre facile, anche perché a casa Toffanin si lavorava duro per arrivare a fine mese: suo padre era operaio e sua madre bidella. «I miei genitori lavoravano, e io passavo molto tempo con i nonni», ha raccontato Silvia al settimanale femminile Grazia. «I nonni mi coinvolgevano nelle loro attività: Rosario, processione durante il mese della Madonna.
Briscola, Scopa. Giocavamo spesso a carte, vincevo. Com’era la mia vita al paese? D’inverno, scuola, casa, messa la domenica, con l’obbligo del vestito bello. D’estate in giardino, dentro una piscinetta gonfiabile dove io e mia sorella entravamo a malapena, e l’acqua usciva subito. Alcune domeniche, mio padre ci portava a fare il bagno nel fiume Brenta, quelle erano le nostre vacanze, dalla mattina alla sera». A casa non sempre c’era un clima facile: «I miei genitori si sono sposati presto, a venti anni. Lavoro, sacrifici e anche tanta giovinezza li portavano a litigare di frequente. Mio padre usciva la sera con gli amici, e mia madre lo chiudeva fuori di casa.
Allora lui tirava un sasso alla mia finestra. E io scendevo e gli aprivo. Io e mia sorella ci eravamo organizzate: “In caso di separazione, io con mamma, tu con papà”, dicevamo. Ci preparavamo al peggio ». Papà Domenico e mamma Gemma, però, sono rimasti sempre insieme. Ripensando a quegli anni, Silvia ricorda i momenti difficili, ma anche il supporto e la protezione che i suoi genitori le hanno sempre garantito. Una protezione anche eccessiva, qualche volta, con papà Domenico che, geloso della sua “bambina”, che ormai era diventata una splendida ragazza, teneva alla larga ogni possibile corteggiatore e limitava al minimo le sue uscite: «Ogni tanto mi permetteva di andare in discoteca, a condizione che mi accompagnasse lui.
Mi aspettava chiuso in macchina, nel parcheggio. Inutile dirgli di andarsene a casa per tornare a riprendermi. Non si muoveva da lì e io mi vergognavo tantissimo », ha raccontato Silvia. Ma quando, a diciotto anni, Silvia ha deciso che era arrivato il momento di spiccare il volo, di lasciare Cartigliano per trasferirsi a Roma per inseguire il suo sogno di diventare una modella, i suoi genitori l’hanno sostenuta incondizionatamente: «Mi avevano spronato loro. “Vai, viaggia”, diceva mamma. “Non fare come me che sono rimasta qui”. Lo stesso mio padre. Era come se mi stesse dicendo: “Io ti ho insegnato a camminare, ora tocca a te”».
Oltre al suo supporto morale, la mamma di Silvia le aveva dato anche un altro grande vantaggio per riuscire a muoversi e a emergere nel mondo della moda: le aveva insegnato l’inglese in modo perfetto. Sì, perché la signora Gemma era nata a Sydney, in Australia, ed era tornata a vivere in Veneto da grande, e perciò parlava l’inglese alla perfezione. E così Silvia, e sua sorella Daiana, sono cresciute bilingui. Dopo essersi affermata come modella. Silvia si è poi fatta strada anche nel mondo della TV, prima come Letterina a Passaparola e poi come conduttrice a Verissimo. Una carriera che mamma Gemma ha sempre seguito con orgoglio, conservando ogni catalogo di moda e ogni articolo di giornale dedicato alla sua bambina, diventata ormai una stella. E, adesso che la sua mamma non c’è più. Silvia è straziata dal dolore.