Prima di essere davvero felice, Èva Grimaldi ha dovuto attraversare l’inferno. Oggi l’attrice veneta, che sta vivendo un grande amore con Imma Battaglia, attivista per i diritti dei gay e delle lesbiche, appare finalmente serena.
Le due si sono unite nel 2019 dopo «8 anni, 5 mesi, 180 giorni e notti», come hanno scritto sui biglietti consegnati agli ospiti della cerimonia. Una storia vera e appagante, che ha dovuto superare molti ostacoli prima di raggiungere lo stato di grazia. «Mi dissero di non frequentarla perché se mi fossi mostrata lesbica non avrei più lavorato», ha raccontato la protagonista della fiction bello delle donne. «Lei però mi ha protetto e io ho tirato fuori la mia grinta». Ora, grazie alla presenza di Imma, Èva ha trovato la sua dimensione. Ma il percorso è stato lungo e faticoso. Perché nonostante sia sempre sorridente, in passato non sono mancati momenti di grande disperazione. A cominciare da una realtà familiare complicata.
«A casa mia non c’erano libri perché costavano, siamo cresciuti con gli aiuti della Caritas ». ha rivelato l’interprete, che soffre di dislessia e di un po’ di balbuzie fin dalla più tenera età. Sono anni difficili quelli della crescita e la famiglia decide di portarla da un logopedista e di mandarla in una scuola privata. Per riuscire a pagare la retta, la mamma fa le pulizie gratis dalle suore.
Sono ricordi dolorosi che Èva non cancella, nonostante oggi sia una donna di successo. Neppure l’arrivo a Roma e gli esordi al cinema sono tutti rose e fiori. La gavetta è fatta di sacrifici e di rinunce, con il sogno nel cassetto di costruirsi un futuro migliore. Ma gli anni Ottanta nella Capitale possono rivelarsi “tentatori” per una ragazza arrivata dalla provincia. Èva comincia a frequentare cattive compagnie e ad assumere droghe. «Durò poco, una stagione, ma per me fu tantissimo», ha ricordato lei. «Il mio agente dell’epoca fu grande, mi prese per l’orecchio. Da lì cominciai a considerare questo lavoro sul serio ». Ma le regole per arrivare in vetta sono spesso spietate.
Quando nel 1988 gira con Massimo Boldi la commedia Mia moglie è una bestia, la sua carriera è all’apice: diventa per tutti il nuovo sex symbol del cinema italiano. Il prezzo da pagare per apparire in perfetta forma però è carissimo. «Una volta mi hanno detto che, per contratto, non potevo superare i 52 chili. Non potevo mangiare, ma lo facevo di nascosto », ha raccontato la Grimaldi, che sul set di quel film perde addirittura i sensi perché debilitata dalla mancanza di cibo. «Essendo alta un metro e 71, su di me quei chili erano pochini. Però quando lavori spesso non riesci nemmeno a mangiare e cosi io ero scesa anche intorno ai 50.
Non ero anoressica, ma molto magra. Svenni sulla neve e i registi Castellano e Pipolo mi presero e mi portarono in un ristorante a mangiare una bistecca. “Non posso perché ho la clausola sul contratto”, dissi. E loro mi risposero: “Èva, sei matta?”», ha spiegato lei. Il rapporto con il proprio fisico imposto dallo star System la porta perfino ad ammalarsi: la Grimaldi rischia di morire per una brutta infezione, un’esperienza drammatica causata da un intervento sbagliato di chirurgia plastica.
Negli anni Ottanta è il seno prosperoso ad andare per la maggiore e all’attrice viene consigliato vivamente di aumentarlo. Ma qualcosa va storto. «Dopo mesi di febbre che non scendeva, stavo morendo», ha ricordato, «sono stata un anno senza un seno». Negli anni successivi l’attrice si opera nuovamente per ridurlo, soffrendo le pene dell’inferno.
Anche la sfera sentimentale, però, le riserva esperienze turbolente. Prima di legarsi sentimentalmente a Imma Battaglia, nel 2006 Èva sposa l’imprenditore veronese Fabrizio Ambroso, con cui va all’altare dopo appena sei mesi di fidanzamento. I due si separano nel 2010 e divorziano nel 2013. Un altro duro colpo per la Grimaldi che comincia a guardarsi dentro, interrogandosi su quel fallimento. Per un lungo periodo l’attrice beve troppo.
Prima qualche bicchiere, poi , la sera a cena, A senza accorgersene, si consola con una bottiglia intera di vino, fino ad arrivare al whisky. L’intento è quello di stordirsi e di non pensare. È l’ingresso nella sua vita di Imma Battaglia a salvarla, insegnandole che non esistono colpe, ma soltanto la necessità di scendere a patti con ciò che si è davvero.
Nel suo passato sentimentale ci sarebbe anche una breve relazione con Lele Mora, che lo stesso agente dello spettacolo ha recentemente rivelato a sorpresa. «Io ed Èva abbiamo avuto una vera storia, magari non d’amore, ma siamo stati insieme per un annetto», ha raccontato Mora. Prima di lui e di Imma Battaglia, il nome della Grimaldi viene accostato a quello di Gabriel Garko: la loro love story finisce spesso sulle copertine delle riviste, ma solo ora – dopo l’ammissione da parte dell’attore della propria omosessualità – ha assunto un’altra valenza. «Tutti volevano che io fossi un’icona», ha spiegato la Grimaldi. «Per questo io e Gabriel dovevamo essere una coppia».
E cosi è stato, almeno sulla carta, anche se tra i due nel tempo si è creato un rapporto speciale. «L’ho amato subito. Noi ci siamo amati. Due persone non devono andare a letto per avere l’amore perfetto», ha ammesso Èva, pronta ad accettare di vivere con Gabriel un fidanzamento “bianco”, tenuto però in piedi da un sentimento profondo.