Streaming online Roma – Young Boys diretta live tv Gratis: dove e come vedere

Questo articolo in breve

Dove e come guardare la partita

Roma  Young Boys si disputerà questa sera, Giovedì 3 dicembre 2020, alle ore 21.00  La partita sarà visibile sui canali Sky e nello specifico sui canali Sky Sport, sia sul satellite che sul digitale terrestre ed ancora Sky sport Arena al numero 204 del satellite. Ovviamente chi vorrà potrà seguire anche il match in diretta streaming. Gli abbonati potranno affidarsi a Sky Go per poter vedere il match, scaricando l’app su dispositivi mobili quali computer e notebook o ancora tablet e smartphone. Ci sarebbe ancora un’altra possibilità, ovvero guardare il match su Now Tv, il servizio di streaming live e on demand di Sky che da la possibilità di poter assistere ai più importanti incontri di calcio, ovviamente dopo aver acquistato uno dei pacchetti offerti.

In ballo non c’è la qualificazione. Quella è stata già ottenuta una settimana fa, a Cluj. Questa sera la Roma si gioca il primo posto nel girone. Basta un pareggio contro lo Young Boys, ora a -3 dai giallorossi e già battuti di misura a Berna (2-1). Vincere quindi per garantirsi il primato e un sorteggio più favorevole ai sedicesimi di finale, ma anche qualche soldo in più nelle casse.

L’Europa League non può essere minimamente paragonata alla Champions, ma qualche entrata comunque la garantisce. Nel caso di primo posto nel girone, la Roma guadagnerà un milione, che si sommerà ai 2 milioni per la partecipazione alla competizione, ai 500 mila guadagnati per l’approdo ai sedicesimi, oltre alla quota di 1,9 ottenuta per ora con i risultati conseguiti (3 vittorie e un pari), in attesa delle ultime due gare che, se vinte entrambe, potrebbero regalare ulteriori 1,140 milioni.

Fonseca questi conti non è abituato a farli. A lui interessa soltanto cancellare Napoli. Ma sul campo e nella testa dei calciatori: «Lo 0-4 del San Paolo non ha minato la fiducia della squadra. Abbiamo perso, abbiamo capito quello che non è andato bene ma senza drammi e depressioni. La squadra ha fiducia e non è questo risultato che altera l’atmosfera». Per questo motivo rimanda con fermezza al mittente indiscrezioni di confronti tra società e squadra dopo il ko di domenica sera: «Confronti tra società e squadra dopo domenica? Non è vero, è una grande bugia, non posso accettarlo».

Le scelte di questa sera, sembrato mirate al delicato match di domenica contro il Sassuolo. Di quelli che ormai possono essere considerati titolari, scenderanno in campo dall’inizio soltanto Ibanez e Pellegrini in versione trequartista. Il centrocampista ha bisogno di giocare: il Covid lo ha debilitato facendogli perdere due chili e mezzo.

Per recuperare la condizione deve ritrovare il ritmo-partita. Discorso simile per Dzeko che tuttavia partirà in panchina, pronto alla staffetta con Borja Mayoral: «Dobbiamo ruotare i giocatori in questa fase, poi magari più in avanti diventerà più difficile – spiega il tecnico portoghese -. Ho diversi ragazzi non al meglio.

Mancini aveva già una lesione prima del match contro il Napoli, mi sono preso il rischio di farlo giocare e per fortuna non è peggiorato. Penso che potrà tornare con il Bologna. Smalling ha lavorato a parte ma sente ancora un piccolo dolore al ginocchio mentre Kumbulla e Fazio non sono al top. Veretout? Non ha lesioni, ma avverte un fastidio». In realtà una piccola lesione c’è: il francese – come il difensore azzurro – rischia dieci giorni di stop.

Continua a giocare. Magari non nel suo ruolo naturale, ma la duttilità di Cristante per Fonseca è fondamentale. E così, nonostante una caviglia non al meglio, anche questa sera con lo Young Boys l’ex Atalanta sarà regolarmente in campo. Dove? Ça va sans dire: centrale difensivo. A chi glielo fa notare, Bryan abbozza un sorriso: «In questo momento c’è bisogno di me in questo ruolo, con il tempo poi si prende confidenza…». La stessa che la Roma deve riprendere con la vittoria. Nell’era Fonseca, dopo un ko, i giallorossi soltanto una volta hanno poi vinto la gara successiva. Negli altri casi: tre ko e un pareggio. Cristante pensa positivo: «Sicuramente non abbiamo fatto una buona partita al San Paolo, abbiamo analizzato negli ultimi giorni i nostri errori. È stata comunque la prima partita sbagliata, con lo Young Boys dovremo fare bene». Battuti all’andata per 2-1, gli svizzeri crearono comunque qualche grattacapo: «Sono un’ottima squadra, pressano in modo intenso, li abbiamo rivisti in questi giorni. Dovremo fare un’ottima prestazione per portare a casa il primo posto». Per ottenerlo in realtà basterà un pareggio, in virtù degli scontri diretti. Non perdendo questa sera, la Roma manterrebbe infatti i tre punti di vantaggio nel girone e potrebbe quindi permettersi di perdere anche l’ultima gara a Sofia, contro il Cska.

Che a Paulo Fonseca piacciano i giocatori di temperamento e personalità è risaputo, soprattutto se poi queste caratteristiche fanno rima anche con l’esperienza, scrive Chiara Zucchelli su La Gazzetta dello Sport.

Il portoghese è un allenatore che ama i giocatori più abituati ai grandi palcoscenici e non a caso, dopo pochi mesi di Roma, ha chiesto la conferma di Smalling e Mkhitaryan. Adesso, però, anche lui si sta adeguando ad una Roma più sbarazzina, soprattutto in coppa. La Roma d’Europa è una squadra giovane, che si sta conoscendo e sfrutta le notti continentali per mettersi in mostra. È successo nelle prime quattro partite del girone ed è successo soprattutto una settimana fa contro il Cluj quando la Roma ha schierato un undici titolare con un’età media di 25 anni: era da 15 anni (settembre 2005) che la formazione giallorossa, in Europa, non mandava in campo una squadra così giovane. Non solo: in campo c’era anche Calafiori ed era sempre da 15 anni, dai tempi di Okaka, che non giocava in Champions o Europa League un ragazzo così piccolo. La partita di stasera non farà eccezione, perché Fonseca, salvo sorprese, si affiderà ancora ai suoi ragazzi. Calafiori a sinistra, Borja Mayoral e Carles Perez in attacco e Villar a centrocampo. Fari puntati soprattutto su quest’ultimo: lo spagnolo sta scalando le gerarchie in fretta, piace a Fonseca che per ora lo preferisce a Diawara, con cui dovrebbe giocare stasera.

Lui ha tanta personalità, ad inizio stagione ha detto chiaramente che quest’anno si aspettava di giocare di più e in campo non teme mai di forzare la giocata. Questo piace a Fonseca, che infatti lo schiererà per la quinta volta di fila dal via in Europa.

Quattro come i Cavalieri dell’Apocalisse oppure come i Fantastici della Marvel che superano ogni difficoltà? In fondo, il bivio che la Roma sarà chiamata ad imboccare stasera sarà anche questo. Non giriamoci intorno: battere lo Young Boys per la squadra giallorossa significherebbe parecchio, e almeno – appunto – per quattro ottime ragioni. La prima è intuitiva. Un successo (ma anche un pari) pareggio consentirebbe alla squadra di Fonseca – vittoriosa all’andata sul campo di Berna per 1-2 – di avere la certezza aritmetica di vincere il girone di Europa League, consentendo nel successivo sorteggio di evitare le squadre che precipiteranno dalla Champions. La seconda ragione è scontata. L’ultima partita a Sofia contro il Cska sarebbe solo una faticosa gita fuori porta, rigorosamente da risparmiare ai tanti acciaccati, che invece potrebbe essere usati assai più proficuamente in campionato. Aiuto ai conti Passiamo alla terza ragione. Non nascondiamolo: una vittoria aiuterebbe anche i conti del club, alle prese con un indebitamento salito a 393 milioni. Infatti, oltre ai 2,92 milioni per l’accesso alla fase a gironi e ai 570 mila euro previsto per ogni successo, c’è anche il milione a disposizione del vincitore del raggruppamento, a cui si aggiungono i 500 mila per l’accesso ai sedicesimi di finale. Morale: se stasera la Roma vincesse, finora questa cavalcata continentale avrebbe già portato virtualmente in cassa 6,32 milioni. Non un bagno dell’oro, ma una somma utile per proseguire il risanamento, tenendo conto che nel «budget plan» d’inizio stagione la società ha fissato come obiettivo minimo per i ricavi gli ottavi di finale. Rialzare la testa La quarta ragione è di carattere eminentemente psicologico. Dopo la pesante sconfitta di Napoli, l’ambiente giallorosso avrebbe davvero bisogno di una vittoria che certificasse come quella del San Paolo sia stata solo una sfortunata congiunzione astrale. Da questo punto di vista, Paulo Fonseca ieri ha smentito con forza qualsiasi illazione su un processo tenuto alla squadra dalla famiglia Friedkin, che invece si sta dimostrando sempre in sintonia con l’allenatore e l’ambiente. «Dal primo giorno che sono arrivato qui ho avuto sempre un grande rispetto verso i giornalisti. Un rapporto onesto. Questa notizia è una grande bugia, non è un lavoro serio. Non posso accettarlo. Questo non è rispettare la squadra. Con il presidente ho parlato io e solo due, tre minuti, ma è tutto a posto. Abbiamo analizzato la partita e i calciatori hanno capito cosa non hanno fatto bene e dove dobbiamo migliorare, ma non è stata minata la fiducia della squadra. L’importante è capire cosa non ha funzionato contro il Napoli ma senza drammi e senza depressioni. È qualcosa che si crea fuori, ma non voglio che entri nello spogliatoio. L’atmosfera è buona, non ci sono motivi per non avere fiducia». Proprio per questo Fonseca insisterà sul turnover, dando spazio ai tanti giovani che affollano la sua panchina e portando con sé anche«la meglio gioventù» che la Primavera di Alberto De Rossi da offrendo. Impressioni? La sconfitta di Napoli sembra essere davvero il propellente migliore per far riprendere la marcia alla squadra giallorossa. D’altronde all’orizzonte c’è già una sfida importante come quella con il Sassuolo e presentarsi al fischio d’inizio con la testa piena di cattivi pensieri ereditati dalla Europa League, zavorrerebbe troppo il gruppo giallorosso. E la Roma, da in poi, non vuole correre più questi rischi.