C’è sempre un nuovo obiettivo nel mirino dei gol di Ciro Immobile. Questo pomeriggio, il bomber della Lazio inseguirà un 30 nella sfida di Cesena contro lo Spezia. Se riuscirà a segnare, la formazione ligure risulterà la trentesima castigata dalla Scarpa d’oro nella sua carriera in Serie A.
Dal suo esordio in A nel 2009, solo due giocatori hanno tagliato questo traguardo nel nostro massimo campionato: Fabio Quagliarella (32) e Rodrigo Palacio (31). E sarà un bel 30 con lode visto il felice momento che Immobile sta attraversando. Mercoledì sera, a Dortmund, ha firmato contro il Borussia un pareggio quanto mai prezioso per la Lazio nel quinto impegno stagionale di Champions, un risultato che ha portato ad appena un punto dalla qualificazione agli ottavi.
In tre gare nella massima competizione europea per club ha segnato con la Lazio quattro gol. E così il suo bottino internazionale con la maglia biancoceleste è salito a 15 gol, al secondo posto dietro Simone Inzaghi, che a quota 20 non sembra più irraggiungibile considerati pure i ritmi realizzativi dello stesso Immobile.
Che a Dortmund ha firmato il suo 38° gol su rigore, agganciando in vetta alla relativa graduatoria laziale Beppe Signori. Al top I numeri della stagione di Immobile sono impressionanti nella scia di quella scorsa che lo ha portato a conquistare oltre che il titolo di capocannoniere con 36 gol (eguagliato il record di Higuain) anche la Scarpa d’oro. Il bilancio stagionale del trentenne goleador campano è di alto livello: ben nove reti in dieci presenze complessive nell’arco dei 789 minuti giocati. Con la maglia della Lazio è salito a quota 134: a 25 gol dal primato leggendario di Silvio Piola. Ottovolante Oggi Immobile rincorrerà pure un altro record personale: segnare per 8 partite di fila.
Lo scorso anno si è fermato all’ultimo gradino nella cavalcata in campionato ed Europa League tra ottobre e dicembre. La serie si stoppò il 7 dicembre, all’Olimpico con la Juventus. Contro lo Spezia Ciro cercherà di stabilire la striscia più continua di gol in carriera. Dopo il gol a Cagliari, nel debutto in campionato, ha ripreso a segnare col Bologna, il 24 ottobre.
Torino, Crotone e Udinese, gli altri bersagli colpiti in campionato, mentre in Champions ha esultato contro Borussia Dortmund e Zenit. Nel periodo è stato out per tre partite causa Covid. Contro le neopromosse Immobilehasegnato34 reti in 37 gare: un’insidia in più per lo Spezia. Tutte le sei vittorie stagionali dei biancocelesti sono passate dai suoi gol. Una rete allo Spezia varrebbe, in questo senso, come una ipoteca su una nuova vittoria della Lazio, che vuol riscattare il flop casalingo contro l’Udinese per ridare slancio alla classifica. A Cesena, Immobile avrà un nuovo partner in attacco. In panchina Correa (ieri a fine allenamento fastidi muscolari per affaticamento), toccherà al 24enne brasiliano Andrea Pereira. Sarà la seconda gara da titolare per il fantasista giunto in prestito dal Manchester United: dal via col Torino (anche in gol). Verso la sfida di martedì col Bruges pure Immobile potrebbe tirare il fiato, ma solo non completando la partita. Prima di esser sostituito, Ciro vuol però presentarsi puntale al nuovo appuntamento con il gol.
Come vedere Spezia – Lazio in diretta tv e streaming
Spezia Lazio si disputerà questa sera, Sabato 5 dicembre 2020, alle ore 20.45 La partita sarà visibile sui canali Sky e nello specifico sui canali Sky Sport, sia sul satellite che sul digitale terrestre ed ancora Sky sport Arena al numero 204 del satellite. Ovviamente chi vorrà potrà seguire anche il match in diretta streaming. Gli abbonati potranno affidarsi a Sky Go per poter vedere il match, scaricando l’app su dispositivi mobili quali computer e notebook o ancora tablet e smartphone. Ci sarebbe ancora un’altra possibilità, ovvero guardare il match su Now Tv, il servizio di streaming live e on demand di Sky che da la possibilità di poter assistere ai più importanti incontri di calcio, ovviamente dopo aver acquistato uno dei pacchetti offerti.
Le partite non si scelgono, si vincono e basta. Che siano quella di Champions League oppura contro una neopromossa in Serie A, una grande squadra si vede fin dalle piccole cose. Parafrasando Simone Inzaghi è il concetto più incisivo della vigilia di Spezia-Lazio vissuta dal tecnico biancoceleste. Non usa giri di parole, Inzaghi.
Chiede ai suoi di ripartire dal basso e per 90’ far finta che la squadra di Vincenzo Italiano sia la stessa messa sotto a lungo mercoledì a Dortmund: «Dobbiamo ritrovare le motivazioni in campionato. Voglio vedere la stessa determinazione della Champions», incalza il tecnico. Anzi, non dice esattamente determinazione. Usa il termine «tigna», la stessa che è stata messa in campo nelle sfide europee, «meno per quelle di campionato», ammette lo stesso Inzaghi.
Quello di oggi per la Lazio è l’ennesimo test di maturità in questa nuova stagione. Dopo il ko interno con l’Udinese e il successivo pareggio in casa del Dortmund in Champions, Inzaghi chiede una mentalità vincente anche in campionato: «Italiano è un ottimo allenatore che ha dato un’impronta importante a una squadra che gioca un bel calcio, alternando fasi di pressing a fasi di possesso palla», prosegue Inzaghi, le cui attenzioni sono però rivolte esclusivamente alla tenuta psicologica dei suoi: «Stimoli? Per essere una grande squadra non si devono scegliere le partite, ma si devono sempre avere le motivazioni alte. Testa e cuore devono essere rivolti allo Spezia».
Dalle scelte di formazione, l’allenatore biancoceleste sembra intenzionato a dare un po’ di fiato a Joaquin Correa, fin qui impiegato sempre quando era a disposizione. L’argentino aveva sopperito alle tante assenze sotto l’attacco del Covid ai biancocelesti, l’unico che ha giocato sempre, senza mai riposare da quando l’attività è ripreso dopo la pausa.
Nonostante i voli transoceanici per gli impegni con l’Argentina, ha sempre risposto presente. Toccherà a lui fare male al Bruges martedì, Inzaghi lo vuole al top e quindi oggi dall’inizio partirà Andreas Pereira. Dopo il buon esordio con il Torino, corredato dal gol, il belga naturalizzato brasiliano si è reso protagonista anche dell’ottimo finale di Dortmund sfiorando il gol vittoria su punizione allo scadere. Oggi sarà un banco di prova importante, da lui Inzaghi si aspetta conferme.
Pereira con Immobile in attacco, non è però l’unica novità. Inzaghi fa turn over in vista del Bruges e con Correa in panchina ci va anche Mohamed Fares. Anche l’algerino, apparso in affanno nelle ultime uscite, osserverà un turno di riposo per poi tornare a disposizione del tecnico per la gara decisiva di Champions, dove la Lazio si gioca gli ottavi di finale. Al suo posto, torna titolare a destra Manuel Lazzari, mentre dall’altra parte toccherà a Marusic.
Nulla di invariato in mediana, invece, dove Milinkovic e Luis Alberto affiancheranno Lucas Leiva. In difesa, ai lati del baluardo Aceri, spazio ai rientranti Luiz Felipe e Radu. Il ballottaggio che resta sempre aperto è invece quello tra i pali, dove Pepe Reina continua a restare il favorito su Thomas Strakosha. L’albanese aveva ottenuto una chance con l’Udinese, dopo il rientro dal Covid, ma la sua prestazione è apparsa opaca. In questo momento, è lo spagnolo a offrire maggiori garanzie a Simone Inzaghi.
Lui, da calciatore, la Lazio l’ha già battuta. Tre volte in maglia Hellas, anche nell’anno dello scudetto di Sven Goran Eriksson; poi una, con il Chievo, sia pure in una gara vista solo dalla panchina. Ed in un paio di occasioni ha anche battuto Simone Inzaghi, l’altro mister oggi. Spezia-Lazio non parte da qui, ma per Vincenzo Italiano, è sicuramente un buon ricordo e fa bene all’anima. Neanche tanto preoccupato, il tecnico aquilotto, di essere al centro dell’universo calcistico e non solo nazionale; perché l’effetto Spezia sta facendo parlare parecchio, se pure in Olanda, recentemente, la storica rivista Panenka, ha voluto dedicare spazio a questa neo promossa che gioca bene al calcio. Incuriositi nei Paesi Bassi, da quel nomignolo, l’Aquila Meccanica, quasi sacrilego.
Italiano, pur palleggiando con le parole, non offre mai la sensazione di appagamento: «Per ora regge il fattore sorpresa: tanti erano convinti che non saremmo riusciti a fare tutto ciò, 10 punti ad oggi; accetto gli attestati di stima, ma il merito va ai ragazzi, per come giocano per la maglia. Forse sanno riconoscere che molti avversari sono superiori ed allora provano col sacrificio». Oggi c’è la Lazio, un inedito in serie A (c’è un solo precedente in coppa Italia nel 1941, al Picco finì 2-5):«Abbiamo visto Dortmund-Lazio, come tanti altri filmati. Sono uno dei club top del campionato, ogni anno danno battaglia per i primi posti; in Champions possono qualificarsi. Sono forti e non vanno fatti ragionare, perché hanno tante soluzioni. Immobile è strepitoso, e dietro di lui c’è un’organizzazione, ben collaudata. Una brutta gatta da pelare. Ci vuole la massima attenzione».
Contro la Scarpa d’Oro Immobile, Italiano potrebbe schierare la meglio difesa, ovvero Erlic-Chabot, due nazionali under 21, croato e tedesco, per lo meno dall’inizio. Per poi magari correggere il disegno tattico: «In questa categoria immobile è fenomenale, un trascinatore, capitano, pericolo numero uno, giocatore fortissimo. Si portano dietro, anche lui, un lavoro di anni, e non possiamo concedere nulla. Specialmente negli ultimi metri. Sono letali, riescono quasi sempre a far gol. Si dovrà difendere in maniera compatta».
Sconfitta l’indifferenza, resta l’ultimo tabù, di una squadra con la valigia: vincere in casa al Manuzzi di Cesena, mai successo finora, con 8 punti su 10 in trasferta: «A parte questo vogliamo cercare di ripetere le prestazioni che abbiamo fatto ultimamente, in casa; in teoria questa è l’ultima in Romagna, cercheremo di salutare questo stadio che ci ha ospitato nel migliore dei modi. Ma conta la continuità». In settimana i tifosi hanno steso a Follo, quartier generale, uno striscione infinito «Per l’onore ed il sudore, Spezia ve n’è grata». «Effetto bellissimo – conclude Italiano – è un’altra emozione da aggiungere a quelle vissute fino ad ora. La prima cosa che mi viene da pensare è il dispiacere per tutto quello che sta accadendo; questa gente, dopo una vita, non ha visto da dentro uno stadio la propria squadra salire dalla A, e poi giocarci davvero nella massima serie. Ne siamo dispiaciuti. Non aspettiamo altro che si possano riaprire gli impianti».