Napoli Real Sociedad si disputerà, giovedì 10 dicembre 2020, alle ore 18.55 La partita sarà visibile sui canali Sky e nello specifico sui canali Sky Sport, sia sul satellite che sul digitale terrestre ed ancora Sky sport Arena al numero 204 del satellite.
Ovviamente chi vorrà potrà seguire anche il match in diretta streaming. Gli abbonati potranno affidarsi a Sky Go per poter vedere il match, scaricando l’app su dispositivi mobili quali computer e notebook o ancora tablet e smartphone. Ci sarebbe ancora un’altra possibilità, ovvero guardare il match su Now Tv, il servizio di streaming live e on demand di Sky che da la possibilità di poter assistere ai più importanti incontri di calcio, ovviamente dopo aver acquistato uno dei pacchetti offerti.
Niente scherzi, niente turnover. Stasera il Napoli dovrà conquistarsi la qualificazione ai sedicesimi di Europa League, giocando al Diego Armando Maradona contro la Real Sociedad che deve a tutti i costi vincere per non rischiare di essere eliminata: solo se l’Az Alkmaar non riuscisse a battere in casa il Rijeka, ai baschi potrebbe essere sufficiente il pareggio per chiudere secondi nel raggruppamento. Ancora tutto in gioco nel girone F, nonostante gli azzurri siano primi con 10 punti e 2 di vantaggio sui rivali, Gattuso anche questa volta ha voluto stimolare la concentrazione dei calciatori evitando di comunicare la formazione. La sapranno solo nella riunione tecnica post pranzo.
Chissà se Ringhio se l’aspettava di giocarsi la qualificazione all’ultima giornata del girone. «Assolutamente sì – ha risposto il coach -. Il nostro gruppo è insidioso, con squadre ben organizzate, anche il Rijeka che ha creato difficoltà a tutti. Ci giochiamo il primo obiettivo della stagione in una gara da dentro o fuori contro una squadra forte, che non perde da tantissimo tempo. Bisognerà soffrire come abbiamo fatto a casa loro, dove siamo stati bravi e fortunati». Niente turnover esasperato: nel 4-2-3-1 dovrebbero essere 4 i cambi rispetto allo 0-4 di Crotone.
In difesa è molto probabile che Maksimovic dia spazio a Manolas, così come a centrocampo dovrebbe esserci il rientro di Fabian Ruiz: ma al posto di chi? La logica imporrebbe che in panchina debba tornare Demme, ma le recenti prestazioni del tedesco hanno trasmesso una sensazione di maggiore equilibrio in un modulo sempre molto offensivo. Però, c’è da dire che in una gara che sarà risolta anche sul piano dei nervi, Gattuso potrebbe scegliere di fare a meno di Bakayoko soltanto se il franco-ivoriano dovesse lamentare qualche acciacco muscolare.
In attacco Politano sembrerebbe in vantaggio su Lozano e Petagna certamente lascerà il posto a Mertens. L’esterno sinistro d’attacco sarà ancora Insigne, con Zielinski nel ruolo ormai suo di sottopunta. «Zielinski può giocare ovunque – ha detto Gattuso – perché dotato di grandissime qualità. E’ tornato ad essere il giocatore che conosciamo, facendo bene sia da mezz’ala che da sottopunta. Insigne? E’ uno dei giocatori più importanti del Napoli.
Non deve essere sorridente solo perché ha segnato, con noi deve essere allegro sempre. Ho un rapporto schietto con lui, mi sono permesso di dire certe cose proprio per questo motivo». Gattuso confida anche in un altro aspetto per vedere ancora il Napoli ammirato contro Roma e Crotone: lo stadio Diego Armando Maradona. «Avvertirò emozione e responsabilità, come tutti. La partita è molto importante e per me è un grande onore giocare nel suo stadio. Sono certo che la squadra non difetterà nella continuità e non andrà fuori di testa, tenendo botta nei momenti negativi».
«Uccidere o morire». La Real Sociedad è arrivata a Napoli con l’intenzione di onorare fino in fondo la battaglia che, stasera, li metterà di fronte agli uomini di Rino Gattuso. Il presidente txuri urdini, Jokin Aperribay non poteva essere più chiaro: «Lamentarsi degli assenti non serve a nulla». Eppure è fuori discussione che non poter contare contare sui tre uomini più talentuosi ed esperti della tua rosa – oltre a David Silva e Mikel Oyarzabal, è bene ricordarsi anche del lungo degente e capitano Asier Illarramendi – nel giorno della tua prima “finale” stagionale non è di certo una buona notizia per Imanol Alguacil. Anche il tecnico basco, tuttavia, ha preferito concentrarsi sul bicchiere mezzo pieno: «È un onore avere la possibilità giocare in questo stadio e inaugurare il nome di Diego Armando Maradona. L’obiettivo è quello di vincere. Abbiamo tutti una voglia matta di giocare e goderci questa partita e, naturalmente, di vincerla. I ragazzi sono entusiasti e convinti di potercela fare e anche io lo sono. È vero che di fronte avremo un rivale Champions, ma noi siamo la squadra che ha creato più palle gol in questa prima fase di Europa League, perché mai non dovremmo riuscirci anche stavolta?». Per qualificarsi la Real ha bisogno di una vittoria o di non fare peggio dell’Az Alkmaar impegnato sul campo del Rijeka.
Di particolare ci sono più cose in questo suo primo anno napoletano. Domani, Rino Gattuso festeggerà 12 mesi sulla panchina del Napoli. Il primo regalo l’ha chiesto a sé stesso: battere la Real Sociedad e garantirsi i sedicesimi di finale di Europa League «che è uno degli obiettivi del club», ha detto nell’immediata vigilia della sfida che si giocherà questa sera. «Onore e onere» Le emozioni si rincorreranno, perché questa sarà anche al prima volta nello stadio Diego Armando Maradona.
«Sarà un’emozione unica e anche una grande responsabilità che sono onorato di avere», ha osservato l’allenatore napoletano. «Sono convinto» Domani, probabilmente,, proverà a mettere insieme i momenti vissuti in questi 365 giorni.
Dai brividi per la conquista della Coppa Italia alla delusione per quanto avvenuto nella parte iniziale. Le quattro sconfitte rimediate nelle prime 5 partite avrebbero abbattuto chiunque. Ma il carattere forte gli è servito per tenere l’equilibrio, per credere nel suo lavoro .«Sono molto soddisfatto Ho una squadra forte, giovane, ero convinto dal primo giorno e lo sono ancora di più ora che è perfetta per come vediamo il calcio io ed il mio staff», ha detto Gattuso. «Carlo, un fratello»
L’impatto è stato da brividi. Ha dovuto comunque superare l’imbarazzo per aver sostituito l’amico più caro, «un fratello maggiore», come spesso ha ribadito parlando di Ancelotti, il suo predecessore, l’uomo a cui si era rivolto De Laurentiis per archiviare in tutta fretta il ciclo di Sarri. Qualcosa non ha funzionato, però, nel rapporto tra il tecnico e la squadra, probabilmente per i metodi di allenamento, per la questione tattica. Fatto sta che subito dopo aver raggiunto gli ottavi di finale, l’esperienza di Ancelotti giunge al termine.
Ed è stato in quelle ore che De Laurentiis ha valutato l’ingaggio di Gattuso che aveva conosciuto a Capri, l’anno prima, proprio in occasione del compleanno di Ancelotti «Copia-incolla Sarri» Si accorge, De Laurentiis, che le loro idee tecniche sono molto simili: il presidente era innamorato del gioco di Sarri. «Spesso, quando ero al Milan, ho fatto copia e incolla del gioco di Sarri, l’ho sempre apprezzato », ha poi confidato Gattuso in una delle sue prime conferenze.
Insomma, via Carletto e spazio al suo figlioccio. Il resto è storia attuale, come le 12 ore di macchina per raggiungere Roma, firmare il contratto e poi ritornare indietro, a casa, a Gallarate. A lui va il grande merito della rinascita di Insigne, della rivalutazione di Lozano, della ripresa di uno spogliatoio del quale ha rimesso insieme i cocci con pazienza ma anche con decisione. «Juve volevo giocare» La sconfitta a tavolino e il punto di penalizzazione rimediato per la mancata presenza all’Allianz Stadiumper affrontare la Juve, è stato forse il momento peggiore della sua esperienza napoletana. «Se mi avessero fatto parlare, l’avrei detto che io a Torino ci sarei voluto andare, l’avrei voluto giocare la partita», disse dopo la sentenza del Giudice sportivo.