Atalanta Sampdoria si disputerà, Domenica 13 dicembre 2020, alle ore 15.00 La partita sarà visibile sui canali Sky e nello specifico sui canali Sky Sport, sia sul satellite che sul digitale terrestre ed ancora Sky sport Arena al numero 204 del satellite.
Ovviamente chi vorrà potrà seguire anche il match in diretta streaming. Gli abbonati potranno affidarsi a Sky Go per poter vedere il match, scaricando l’app su dispositivi mobili quali computer e notebook o ancora tablet e smartphone. Ci sarebbe ancora un’altra possibilità, ovvero guardare il match su Now Tv, il servizio di streaming live e on demand di Sky che da la possibilità di poter assistere ai più importanti incontri di calcio, ovviamente dopo aver acquistato uno dei pacchetti offerti.
Senza Pasalic, Ilicic, Miranchuk e Ruggeri oltre al lungodegente Caldara, ma con tanta voglia di tornare al successo tra le mura amiche.
Gian Piero Gasperini ha presentato alla vigilia la sfida alla Fiorentina della sua Atalanta dimostrando di non fidarsi affatto del momento negativo dei toscani. «Credo che siano una buona squadra, con giocatori ottimi.
Sarà una gara impegnativa» ha detto il mister nerazzurro che non potrà contare su alcuni elementi importanti ma che farà leva sulla carica mentale che ha dato la vittoria di Amsterdam. «Andare avanti in Europa è fondamentale per crescere, farlo in Champions League è qualcosa di straordinario. Io voglio sempre alzare l’asticella e non parlo dei risultati ma della tecnica, della preparazione fisica e della tattica. Se uno pensa di aver fatto il massimo è difficile andare oltre».
In vista della gara di oggi alle 15 le scelte dovrebbero essere molto simili a quelle già vista in Champions League con l’Ajax. Malinovskyi e Muriel dovrebbero partire ancora dalla panchina («Entrare subito in partita e fare gol importanti è una sua dote» ha detto Gasperini parlando del colombiano), in avanti confermato Gomez con Zapata mentre l’unico dubbio potrebbe essere a sinistra tra Gosens (non ancora del tutto superato il problemino al ginocchio subito a Liverpool, anche ad Amsterdam pareva sofferente) e il colombiano Mojica. Regolarmente in campo, nonostante sia in diffida, il brasiliano Toloi.
Prima il saluto commosso a Paolo Rossi («Amico vero e leale, mi porterò sempre dentro la sua felicità di padre, non lasceremo mai sole sua moglie e le bambine), poi la sfida all’Atalanta che, classifica alla mano, appare senza storia. Ma Prandelli non ci sta: «Noi non abbiamo voglia di fare le vittime sacrificali e proveremo a ribaltare i pronostici. Giusto avere una sana paura perché loro sono davvero forti. Ma nessuno è perfetto e possiamo fare male, quindi guai sentirsi sconfitti in partenza, voglio una Fiorentina coraggiosa e sfacciata».
Una Fiorentina ancora quart’ultima, senza vittorie in A dal 25 ottobre, decisa a ripartire dall’1-1 agguantato al 98’ col Genoa: «E’ stato un segnale importante, ora più che mai bisogna restare uniti» l’appello del tecnico viola, conscio del clima di tensione che riguarda dirigenza, squadra, tifosi e media. «Metaforicamente siamo sotto attacco, vista la classifica, ma la critica va sopportata e deve stimolare. Soprattutto però dobbiamo uscirne tutti assieme perché se una squadra va giù poi retrocedono tutti. Pure nell’Atalanta c’è nervosismo? Non entro nelle cose altrui ma quanto hanno fatto non può esser cancellato. Loro un modello? Certo, hanno un progetto e ottime strutture, in un anno hanno saputo ristrutturare lo stadio, a Firenze stiamo ancora discutendo se fare una doccia o una sauna».
Salvo Duncan (fastidi muscolari) c’è abbondanza di scelta: Ribèry freme a caccia del 1° gol stagionale (all’Atalanta l’anno scorso segnò il primo in A), Castrovilli duella con Bonaventura che per Prandelli è un titolare.
La partita del gol sparito. Due mesi fa, anche meno, definire così Atalanta-Fiorentina di oggisarebbe stato da visionari. O giù di lì. Ora l’impensabile è realtà. Ultime cinque gare di campionato giocate: Atalanta quattro golsegnati, Fiorentina uno. Media sconosciuta alla Dea delle ultime stagioni e tristemente nota oggi a Firenze, dove la pericolosità offensiva è inversamente proporzionale all’aspetto che sta assumendo la classifica: pericolosamente inclinata verso il basso, appunto. Ma anche quella dell’Atalanta non sorride: prima di iniziare le sue fatiche di Champions era terza in classifica (dopo essere stata in testa a punteggio pieno), ora che ha appena concluso il girone europea è nona. E può al massimo sentirsi settima, considerando tre punti (non scontati) nel recupero con l’Udinese. In quelle stesse cinque partite di campionato, ovvero da quando è stata impegnata in Europa, ha spesso sofferto l’impegno post Champions, ma soprattutto ha fatto solo cinque punti. Papu o Malinovskyi «Media da retrocessione», ha ammesso ieri Gasperini. «E con difficolta realizzative mai avute». In campionato le sue punte «titolari» non segnano da una vita: Gomez dal 4 ottobre, Zapata dal 24 ottobre, Ilicic (che oggi non ci sarà) dalla scorsa stagione. L’ultimo attaccante «puro» a segnare è stato Muriel a Crotone (31 ottobre), dove partì titolare. Ma il meglio, come mercoledì ad Amsterdam, il colombiano continua a darlo partendo dalla panchina. Anche oggi? Il dubbio c’è, come per l’utilizzo del Papu Gomez, in ballottaggio con il rientrante Malinovskyi: Polveri bagnate Il colombiano Duvan Zapata, 29 anni, 9 presenze, 2 gol e 2 assist in questo campionato ipp non per punizione – se è così, Gasperini non lo dirà mai – ma perché all’orizzonte ci sono quattro partite da giocare in 11 giorni, l’ucraino sta meglio e soprattutto il tecnico non vuole dare più nulla per scontato. Tranne due cose. Pasalic si opera La prima: fino a febbraio la priorità torna ad essere il campionato, dopo aver sacrificato sull’altare europeo molte energie e non pochi punti “italiani”. Anche perché, sottolinea Gasp, «stare in Europa con continuità perl’Atalanta è fondamentale». Con ulteriore, annesso messaggio, per club e giocatori: «Gli ottavi di Champions sono una spinta, ma non posso essere sempre io ad alzare l’asticella – e non intendo quella dei risultati – e a tirare la corda, altrimenti si rompe. Bisogna tirarla in tanti, cercando una crescita fisica, atletica, tattica e tecnica: la gara di Amsterdam ha detto che su quel piano possiamo e dobbiamo fare meglio». La seconda: la nuova identità tattica (Pessina in più, un attaccante in meno) «può essere momentanea e non definitiva», ma non è casuale e dunque potrebbe essere confermata anche oggi. Perché «i calciatori non sono macchine che vanno sempre allo stesso numero di giri». E anche se, oltre a Ilicic (mal di gol e febbre), Miranchuk (negativo al Covid solo ieri) e Ruggeri (affaticamento) mancherà ancora pure Pasalic, che a giorni si opererà perrisolvere la sua pubalgia, e dunque mancherà per 4-5 settimane. I digiuni viola I problemi offensivi della Fiorentina partono da lontano: in estate il club aveva puntato su tre talenti appetiti da molti, ovvero Vlahovic, Kouame e Cutrone, ma la sfida per il momento non sta pagando. Nessuno in A segna meno della Viola con gli attaccanti e la crisi di Ribery ha alimentato il problema. A gennaio arriverà un nuovo centravanti e Cutrone tornerà al Wolverhampton, nel frattempo Prandelli ha deciso di dare fiducia a Vlahovic, digiuno da inizio ottobre anche se in crescita: ogni gara diventa un’attesa che ilserbo riesca finalmente a sbloccarsi.