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Questo articolo in breve

Sono 23 i convocati di Gasperini per la sfida in programma oggi alle 18 allo stadio Giuseppe Meazza contro il Milan. Sempre fuori dalla lista il croato Pasalic, gli altri protagonisti attesi ci sono tutti e il tecnico della Dea ha diverse possibilità di scelta. Formazione di Udine alla mano, gli esclusi della Dacia Arena dovrebbero trovare tutti posto dall’inizio: quindi Djimsiti in difesa con Toloi e Romero (panchina per Palomino) davanti a Gollini, Gosens e Freuler in mezzo al campo con Hateboer e De Roon a completare la linea a 4 e Pessina a supporto di Ilicic e Zapata.

Dal punto di vista tattico, le sfide più interessanti sono attese sulle corsie laterali con i duelli Hateboer-Theo Hernandez e Gosens-Calabria, in panchina il tecnico della formazione orobica si porterà Luis Muriel (capocannoniere della stagione nerazzurra con 14 reti ufficiali, 11 in campionato) oltre a Malinovskyi e Miranchuk che potrebbero trovare spazio nella ripresa. Attenzione anche al danese Maehle, il numero 3 nerazzurro è arrivato da una ventina di giorni a Bergamo e ha già dimostrato di essersi ben integrato giocando partite interessanti sia sulla destra che sulla fascia mancina.

Con la rimonta di Udine, l’Atalanta si conferma squadra che anche in situazioni di svantaggio trova sempre un modo di recuperare la situazione. Con 24 vittorie e 24 pareggi sono ben 48 le sfide con in panchina Gasperini chiuse con un risultato positivo nonostante l’avversario fosse avanti nel punteggio, siamo a poco meno di un quarto rispetto alle 213 gare giocate in tutte le competizioni con il tecnico di Grugliasco al timone.

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Cinque sberle da vendicare, ma non è solo quello. Anzi in fin dei conti quel 5-0 che aveva tutto il sapore di una figuraccia storica si è trasformato, con il senno del poi, in una molla per spingere il Milan oltre i propri limiti, a giocarsi il titolo di campione d’inverno avendo tre punti di vantaggio sull’Inter nella sfida proprio con quell’Atalanta che però Stefano Pioli non è riuscita a battere. Perché il tecnico rossonero da giugno del 2020 in poi ha sconfitto tutte le big del campionato italiano, però non è ancora riuscito a stregare la Dea (battuta l’ultima volta dal Diavolo a febbraio 2019): con l’Atalanta è arrivato solo un pari a luglio (Calhanoglu e Zapata i marcatori), ma stavolta è un’altra storia anche perché i dieci punti in più in classifica tra la capolista e la Dea non possono mentire.

Ovviamente Pioli è la prudenza fatta a persona: «Questa partita andrà giocata con molta lucidità e grande intensità, parliamo di squadre che primeggiano anche nei contrasti, per cui sarà anche una partita molto fisica. All’Atalanta non possono che essere rivolti tanti complimenti per il percorso intrapreso in questi anni, frutto di un lavoro incredibile. Il Milan dovrà sfoderare una prova di qualità e provare a vincere».

Anche perché la lotta per lo scudetto non consente passi falsi e il Milan ha diritto e dovere di crederci fino in fondo, anche se il tecnico rossonero tiene sempre il piede sul freno: «Pensiamo a noi stessi e a migliorarci, in ogni prestazione c’è la possibilità di migliorare qualcosa. A Cagliari abbiamo disputato una delle migliori gare a livello tecnico, se associamo intensità e tecnica avremo più possibilità di vincere. Sono sette le squadre che lotteranno per scudetto e Champions, continuiamo a migliorare per fare prestazioni di qualità e intensità». Pioli con i nervi saldi, anche quando qualcuno gli ricorda le frecciate di Gasperini sul numero di rigori concessi ai rossoneri: «Noi abbiamo grandissimo rispetto per la nostra classe arbitrale, da sempre è considerata la migliore in Europa. Ci concentriamo sulle cose che possiamo determinare. Giochiamo un calcio offensivo, siamo spesso dentro l’area ed è per questo che abbiamo preso tanti rigori e tanti pali». Più chiaro di così…

Pioli avrà un Mandzukic in più nel motore, già pronto a debuttare a partita in corso: «Mario si è inserito subito bene, ha già lavorato in Italia e ha una mentalità europea. Ho visto in lui tanta determinazione e fisicamente l’ho trovato molto bene. Certo, il ritmo partita è una cosa diversa, ma si è presentato tirato a lucido e carico. Potevamo tenerlo fuori un mese ad allenarsi per fargli trovare la condizione migliore o buttarlo subito dentro: abbiamo scelto la seconda strada. Ho parlato con lui della posizione in campo e non potevo aspettarmi risposta migliore: mi ha detto “gioco dove serve”. Nell’arco della stagione potrà anche farlo insieme a Ibra, è una possibilità, perché nel mio modo di vedere le cose può giocare con Zlatan. Sono aperto a qualsiasi soluzione per cercare alternative valide e cambiare i punti riferimento agli avversari. Theo Hernandez? Siamo molto soddisfatti, ha perso solo una settimana di allenamenti, forse aveva anche bisogno di riposo: ci garantisce tante soluzioni soprattutto in fase offensiva». Arriva anche il difensore Tomori, che darà a Pioli una mano per allargare le rotazioni: «Si tratta di un ragazzo che ha aggressività e velocità. L’ho visto solo dai video per ora, ma le impressioni sono positive».

La sfida di San Siro con il Milan, per l’Atalanta di Gasperini, è la 26esima partita ufficiale della stagione. Fino a questo momento i risultati sono stati decisamente importanti, la qualificazione agli ottavi di Champions League in un girone con Liverpool e Ajax e la possibilità di sfidare il Real Madrid per tutto il mondo nerazzurro rappresentano qualcosa di sensazionale e in settimana ci sarà anche lo scontro diretto con la Lazio in Coppa Italia: l’obiettivo sono le semifinali del torneo nazionale.

In campionato la squadra di Gasperini è a quota 33 punti, nelle ultime due gare contro Genoa e Udinese sono arrivati due pareggi e resta una gara al tecnico di Grugliasco per aggiornare uno dei tantissimi record centrati da allenatore dell’Atalanta. L’anno scorso, a fine andata, la Dea era a quota 35 punti e per aggiornare le statistiche serve una grande impresa a San Siro.
In sede di presentazione, tuttavia, il mister dei nerazzurri ha parlato del Milan tessendo le lodi del lavoro fatto negli ultimi 12 mesi da Pioli e dalla squadra rossonera. Il 22 dicembre 2019, a Bergamo, l’Atalanta schiantò con un clamoroso 5-0 il Milan ma oggi sono i meneghini a stupire tutti dall’alto del primo posto in classifica conquistato, parola di Gasperini, con pieno merito.
«Dovremo essere bravi – ha riflettuto il Gasp – perché giochiamo contro i migliori del girone di andata. Gamba, velocità, tecnica, e noi dobbiamo affrontarli come una big, perché sono quelli che meritano di stare lì davanti. Dovremo esprimerci al meglio sotto tutti gli aspetti. È cambiato tanto il Milan negli ultimi 12 mesi, è un merito di Pioli e della società. Dei giocatori, con Ibrahimovic ma anche senza. Hanno fatto qualcosa di straordinario».

Recuperato anche lo svedese, il Milan ha comunque tante alternative. «Ci possono essere in campo caratteristiche diverse in base a chi lo sostituisce. Lui è unico, però il Milan ha dimostrato di essere una squadra a tutti gli effetti, hanno scombussolato le opinioni anche degli osservatori. Sopperiscono alle assenze e dimostrano che nel calcio è più importante la squadra».
Dal canto suo, l’Atalanta sta facendo ottime cose e anche se gli ultimi due pareggi hanno fatto storcere il naso a qualcuno le parole del condottiero degli orobici sono molto chiare e lasciano trasparire grande soddisfazione. «Non sono rammaricato per i pareggi – ha rilanciato il tecnico della Dea -, avessimo vinto avremmo punti in più ma credo che abbiamo fatto due buone partite. Sono stato critico in gare in cui abbiamo fatto meno bene, Spezia e Midtjylland per un tempo, forse con la Samp. Genoa e Udinese no, abbiamo fatto comunque bene con almeno sette palle gol importanti.

Prendere gol dopo venti secondi, in una gara che poi abbiamo giocato bene in difesa, e rimontare è un merito. La squadra sta bene. Vincendo una delle due potevamo essere più avanti? D’accordo, ma siamo comunque lì con Roma, Juve, Napoli e Lazio. Ho sentito parlare di delusione, ma non credo sia giusto. E anche parlare di scudetto è troppo: se perdi dal Milan vai a -13 e la stagione è fallimentare? Io sono molto soddisfatto di tutti».
Tornando sulla questione dei calci di rigore assegnati al Milan, Gasperini ha fatto chiarezza sul suo pensiero senza nessun accenno di polemica. In conferenza stampa gli è stato chiesto come si può evitare di rischiare l’assegnazione di penalty contro una formazione che tanto spesso si presenta in area e il mister nerazzurro ha risposto così: «Non devi far fallo, molto semplice. Non ho mai guardato questa statistica sui rigori assegnati a noi e agli altri, ho solo risposto a una domanda che mi è stata posta sottolineando i numeri nostri e della formazione rossonera. Dico solo che noi siamo meno bravi in queste situazioni».

In campionato segna sempre. Zlatan Ibrahimovic ci è sempre riuscito tutte le volte in cui è sceso in campo dal primo minuto. Sette gare su otto disputate. Le reti sono 12. Cinque le doppiette. Non è riuscito a buttarla dentro solo con il Torino, al rientro dopo il doppio infortunio muscolare. Cinque minuti più recupero. Numeri che confermano la sua forza, la sua importanza per questa squadra che continua a giocare per lui.

Un anno fa, con solo metà stagione a disposizione, con lo stop forzato e poi la ripresa riuscì a segnare dieci reti. Ma non con questa continuità. Mai più di due partite in gol consecutivamente. In questo campionato è stato devastante per cinque, una dietro l’altra: doppietta all’Inter, due reti anche alla Roma. Poi Udinese e Verona. Altri due al Napoli prima di uscire, farsi male al polpaccio. Uno stop lungo, con ricaduta, che in campionato lo ha tenuto fermo per otto gare, tra cui quella con la Juventus. Poi il ritorno in campo dall’inizio, a Cagliari e altre due reti. Incredibile. Ma segnare per cinque gare consecutive per uno come Zlatan è una cosa normale.

La primissima volta l’ha fatto con la maglia dell’Ajax: stagione 2002-2003. Nel 2009-10 anche a Barcellona aveva segnato nelle prime cinque senza mai fermarsi, prima poi di scontrarsi con Messi. Nel Psg (stagione 2015-16), ci è riuscito per due volte nello stesso campionato.
Prima di ripetersi in rossonero ci era riuscito anche nel suo ultimo anno in Mls. Ma Ibra può fare meglio. Ci è già riuscito, sempre con la maglia del Milan, stagione 2011-12: a segno sei volte consecutivamente dal 27 novembre all’8 gennaio. Ibrahimovic in carriera ha segnato 498 reti. È a solo due gol dai 500, un grande traguardo, che solo in pochi in carriera hanno raggiunto. Ha tutto il tempo per riuscirci ma lui vuole festeggiare a San Siro, non vuole perdere tempo. Meglio farlo subito, contro l’Atalanta.

Stefano Pioli si affida ancora lui per guidare l’attacco. Poi a Rafael Leao, Brahim Diaz e Castillejo. Panca per Rebic come per Krunic rientrati dopo una quindicina di giorni di quarantena. Panchina anche per gli ultimi arrivati Tomori e Mandzukic. Maglia da titolare invece per Theo Hernandez (falso positivo) come per Kalulu che prende il posto di Romagnoli squalificato. Recuperato Kjaer, confermato Calabria. In mezzo al campo avanti con Tonali e Kessie in attesa di Bennacer.