Giorgio Tirabassi torna al cinema e si racconta

Questo articolo in breve

La vita riparte: Giorgio Tirabassi ha ricominciato a lavorare sul set da un pezzo ed è pronto anche a esibirsi dal vivo. Domenica 27 luglio sarà sul meraviglioso palco a cielo aperto del Teatro Antico di Taormina, per la serata d’inaugurazione del 67” Film Fest.

Lo vedremo recitare? No, invece canterà e suonerà per presentare il film The Boys, di Davide Ferrarlo, che poi uscirà al cinema il 1° luglio. Scopriamo così che il mitico commissario Ardenzi di Distretto di Polizia è anche un abile e appassionato chitarrista. Insieme con i colleghi attori Marco Paolini e Giovanni Storti a Taormina eseguirà uno dei brani della colonna sonora del film. «Purtroppo non potrà esserci Neri Marcorè, frontman dei The Boys», ci racconta l’attore romano. «In compenso avremo il compositore della colonna sonora Mauro Pagani, che canterà al suo posto: così noi potremo stare comodamente in seconda fila a fare il coro», sorride.

Entrare in un gruppo musicale per Tirabassi non è una novità. «Suono la chitarra in un quintetto jazz che si chiama Hot Club Roma, con cui ricomincio a tenere concerti in questi giorni. Per il film, invece, il regista Davide Ferrario ha creato questo gruppo senza che ci fossimo visti prima. A parte Neri Marcorè, non conoscevo né Marco Paolini, né Giovanni Storti e chissà se ci saremmo mai incrociati poiché viviamo in posti distanti» Marcorè canta, Storti suona la batteria, Tirabassi la chitarra, Paolini il piano. E tutto vero? «Tranne Paolini: è l’unico che ha ammesso di non aver mai fatto esperienza di uno strumento musicale.

Si è piazzato dietro la tastiera, ma ha imparato a muovere bene le mani. Io ho iniziato a suonare la chitarra per divertimento da ragazzo, ma negli ultimi dieci anni mi sono messo a studiare lo strumento». Girato a settembre 2020, il film è stato il suo ritorno al lavoro dopo il lock- down. «Mesi di clausura che si sono protratti fino all’estate, che ho trascorso con mia moglie Francesca in campagna, dove sto sempre benissimo. Non è che abbia cambiato abitudini più di tanto.

È stato un periodo di riflessione». E di scarsa attività fisica. «Ero proprio all’ingrasso, come si vede in The Boys. Per magro, vedermi con la pancia è davvero strano. Per fortuna ora sto girando un film nel quale si scarpina moltissimo e sto già tornando in forma. E tratto dal romanzo di Luigi Malerba, s’intitola II pataffio ed è ambientato nel Medioevo: faccio parte di una sorta di armata Brancaleone fatta do scalzacani».

Insomma il set di The Boys è stato un bel ritorno alla vita. «Ci siamo divertiti tantissimo. Abbiamo girato a Torino, che era zona rossa e non se la passava troppo bene, mentre noi eravamo come in una bolla: davvero fortunati. Grazie ai protocolli, tra tamponi e mascherine, il cinema è un settore che si è ripreso molto bene. Anche se temo che la sala sia ormai desueta: a parte la mia generazione che ne apprezza ancora il piacere, l’offerta delle piattaforme è tale che i giovani non sentono la necessità di andarci».

Una punta di malinconia che Tirabassi condivide con il suo personaggio, un musicista che rimpiange gli anni Settanta. «Ho nostalgia di alcuni anni dell’adolescenza, perché col tempo i ricordi diventano più romantici. Mi mancano i miei genitori che non ci sono più o i figli quando erano piccoli. Ma non mi mancano in particolare gli anni Settanta. Con il mio gruppo suoniamo la musica di Django Reinhardt, uno zingaro nato ai primi del Novecento, che reinterpretava i successi swing in versione gypsy jazz. È stato un vero mito: nonostante avesse perso due dita in un incendio era un chitarrista straordinario».

Il 1° febbraio Tirabassi ha compiuto 61 anni: «Il numero fa paura, ma per la verità non cambia niente. Quando ero ragazzino il sessantenne era decrepito, oggi no, non ci si sente vecchi». Il personaggio che interpreta ha una compagna giovane che vuole un figlio, sembra un luogo comune. «Se lo è vuol dire che è vero, infatti è molto frequente negli uomini over SO assecondare una donna più giovane che vuole fare questo passo».

È un segno di immaturità? «Non è detto, dipende da come lo vedi. Non bisogna sottovalutare il fattore più importante: l’innamoramento. In amore è difficile dare giudizi. Io nella realtà sto con la mia compagna da 33 anni e abbiamo due figli grandi [Filippo, attore, e Nina, che si è appena laureata, ndr] che vivono per conto loro, ho amici come me, altri che stanno con ragazze e altri ancora che hanno tre figli da altrettante donne e ora dormono in un parcheggio perché non riescono a pagare gli alimenti.

Ognuno facesse un po’ come gli pare». In autunno vedremo finalmente Freaks Out di Gabriele Mainetti, che sarebbe dovuto uscire a fine 2020, nel quale Tirabassi è a capo di un circo magico nel secondo dopoguerra. «Un film ambizioso e molto duro, girato con un gran caldo. Io stavo ogni giorno circa tre ore e mezzo al trucco. Poi ad agosto girerò Boris 2». Ora che ha ripreso il ritmo, sembra abbia voglia solo di lavorare. «Manco per niente: non ho voglia di lavorare. Non vedo l’ora di tornare in campagna a riposarmi».