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Questo articolo in breve

L’uomo arriva e porta il pacchetto completo, prendere o lasciare: allenatore, psicologo, ideologo, comunicatore, polemista se serve, battutista da serate con gli amici ogni volta che si può. Massimiliano Allegri è Massimiliano Allegri perché è un personaggio completo, o forse complesso: va preso nell’insieme… e ognuno valuti se gli garba oppure no. Così, l’avvicinamento a questo strano Napoli-Juventus rilancia un paio di caratteristiche di Max che il popolo del calcio aveva un po’ dimenticato, in due anni di assenza. Caratteristiche che la combinazione Allegri-Sarri-Pirlo-Allegri ha rimarcato come meglio non sarebbe stato possibile. Sarri e Pirlo Allegri si siede in conferenza stampa e spiega che si prenderà il rischio di andare a Napoli senza Dybala, Bentancur, Danilo, Alex Sandro e Chiesa, i primi quattro rientrati nelle ultime ore in Italia, Federico bloccato da un problema fisico. Il senso è chiaro: come con Ronaldo, alla Juve non ci sono insostituibili

Allo stesso tempo, però, Max evita di polemizzare con la Fifa e i suoi piani di viaggio: «Il calendario delle nazionali è questo, va accettato. Domani faremo una grande partita, sicuro». Una calma zen degna di Phil Jackson, il mitico allenatore Nba che senza scomporsi portava i campioni a fare quello che serviva a lui e alla squadra. Chi ha vissuto questi due anni di Juve così non può fare a meno di pensare che – primo – Sarri in situazione simile non si sarebbe trattenuto dall’invettiva contro i potenti e – secondo – Pirlo non sarebbe stato altrettanto efficace nel fissare un paio di concetti e ripeterli, parlando alla squadra attraverso i giornalisti.

Niente alibi La frase chiave del sabato arriva dopo meno di un terzo di conferenza: «Abbiamo la formazione ideale per giocare contro il Napoli – dice Max -. Sono sereno». Ma come? Cuadrado è bloccato in Colombia dalla gastroenterite, Bentancur, Danilo e Alex Sandro arriveranno in Italia solo stamattina, Dybala ha viaggiato per tutto il sabato pomeriggio verso Madrid e, per non farsi mancare niente, Chiesa ha un risentimento muscolare e ha preferito non giocare. Sarebbe questa la formazione ideale? La spiegazione arriva in fretta: «Tutto questo non deve creare alibi. Ci sono ragazzi che hanno giocato poco e sono in buona condizione». Eccolo, il messaggio. Allegri ora si sente forse più psicologo che allenatore e di sicuro, attento da sempre agli aspetti mentali del gioco, non vuole dare scuse a chi giocherà. Sa bene che la squadra favorita andrà in campo con una maglia azzurra, non bianconera, e vuole evitare che i suoi undici si mettano a pensare ai compagni rimasti a casa.

Napoli. Anche nel Napoli la formazione è stata decisa dagli inciampi che hanno creato le Nazionali. Lobotka è tornato con una elongazione al bicipite e seguirà Napoli-Juve dalla tribuna, Zielinski è rientrato in buone condizioni ma senza la forma necessaria per giocare 90 minuti: è fermo dal 35’ di Napoli-Venezia e oggi dovrebbe sedere in panchina.

Demme , poi, è alle prese con l’infortunio al collaterale patito nel ritiro di Dimaro e dovrà restare fuori fino a metà ottobre. Chi sarà il riferimento davanti alla difesa? L’unico che ha già svolto questo ruolo è Fabian Ruiz , che giocherà con Anguissa sul lato destro ed Elmas su quello mancino, ma anche con licenza di offendere. Ospina è rientrato in albergo solo in serata, Osimhen lo ha anticipato di qualche ora e non ha partecipato alla rifinitura.

Oggi ci saranno entrambi, però è forte il rischio che giovedì non potranno giocare a Leicester: chi entra in Inghilterra e proviene da una zona rossa, deve osservare 10 giorni di quarantena. Come si risolve il problema? Il Napoli punta sulla Uefa, provando ad avere una deroga come c’è stata per i recenti Europei, oppure rinviare la gara ad altra data. Le altre due opzioni sono il campo neutro oppure l’inversione di stadio e questa ultima soluzione non piace al club azzurro che vuole giocare l’ultima gara del girone in casa contro il Leicester. Ora, però, si pensa solo alla sfida contro la Juve che sarà seguita allo stadio Maradona da circa 20mila spettatori: fino a ieri erano 18mila i biglietti venduti.

Pochi convocati per Napoli, ma la comitiva guadagna un elemento di rilievo: torna infatti in trasferta anche il presidente Andrea Agnelli . La voglia di mandare un segnale di vicinanza ai giocatori e alla piazza in un momento così importante e delicato è evidente.

Quanto alla conformazione della squadra che il numero uno del club bianconero vedrà in azione, beh, qualche dubbio rimane anche a dispetto dell’esiguo numero di potenziali titolari a disposizione del tecnico Massimiliano Allegri . Mancano tutti i sudamericani ( Alex Sandro, Bentancur, Cuadrado, Danilo e Dybala ); mancano gli infortunati Chiesa, Arthur e Kaio Jorge . Ramsey è stato convocato, ma è da un po’ che non fa un allenamento completo insieme con la squadra e dunque dire che non è al top della forma è assolutamente eufemistico. Ciò nonostante comunque, dicevamo, qualche dubbio permane. Sia sugli interpreti, sia sullo spartito.

In caso di difesa a 3 davanti a Szczesny spazio a De Ligt, Bonucci e Chiellini . In corsia, in mediana, De Sciglio (o Bernardeschi ) a destra e Pellegrini a sinistra («Sono pronti, dovrò valutare chi far giocare»: Allegri dixit). In mezzo ci sarà di sicuro McKennie (in linea, oppure come trequartista) con Locatelli e Rabiot . Davanti Morata con uno tra Kulusevski e Kean . Precisazione allegriana che fa riflettere, su Kulusevski: «I giovani hanno bisogno di tempo per crescere, vengono messe loro addosso troppe responsabilità solo perché vengono pagati molti milioni. Ma è normale che uno di 22 anni non ha l’esperienza di uno di 30 o quasi. Solo accumulando partite si può acquisire una stabilità mentale che permetta di giocare in un determinato modo. Ad esempio: Fagioli e Ranocchia dopo l’U23 vanno in Serie B, è un percorso normale. Qua appena si vede uno che sa stoppare un pallone si dice che sia da Pallone d’Oro». Ciò nonostante lo svedese potrebbe partire titolare con l’ultimo (ri)arrivato Kean pronto a subentrare a partita in corso («L’ho trovato bene, è giovane e ha fatto molto bene al PSG. L’abbiamo voluto e sarebbe arrivato a prescindere dalla partenza di Cristiano Ronaldo »).

C’è tuttavia anche l’eventualità che De Sciglio e Pellegrini giochino in difesa, in linea con due difensori da scegliere tra De Ligt, Bonucci e Chiellini. L’escluso (Bonucci, forse) cederebbe il posto da titolare a Bernardeschi che si collocherebbe tra centrocampo e attacco: vuoi come esterno (e Rabiot a sinistra) vuoi come attaccante aggiunto del tridente.

La partita Napoli-Juventus si giocherà allo Stadio Diego Armando Maradona domani. Sarà un’esclusiva DAZN, detentore dei diritti di 10 partite su 10 per ogni giornata di Serie A, di cui 3 in co-esclusiva con Sky Sport. La gara sarà visibile in streaming, attraverso il download dell’app ufficiale dell’emittente – con relativa iscrizione e abbonamento – o attraverso una qualsiasi Smart TV. Da quest’anno, con l’acquisto del DAZN box sarà possibile inoltre avere un canale digitale dedicato con i migliori contenuti scelti giorno per giorno. Si sconsiglia categoricamente l’utilizzo di siti pirata per la visione della gara. Sarà disponibile anche sul sito una diretta testuale per seguire il Napoli: un evento non solo attesissimo dai tifosi azzurri, ma che sarà seguito in tutto il mondo.

Mercoledì, a caldo, i primi rassicuranti esami del caso: cui Federico Chiesa si è sottoposto in Nazionale, dopo aver sentito dolore al bicipite femorale della coscia. I primi rassicuranti esami, però, che si portavano appresso anche una serie di cautele e residue perplessità. Utili per escludere subito il peggio, non erano infatti ancora sufficienti – in quanto troppo a ridosso dell’infortunio – per certificare… il meglio. Soltanto ieri, infatti, dopo nuovi test effettuati al Jmedical, è stato possibile verificare una volta per tutte che Chiesa fortunatamente non aveva rimediato lesioni muscolari e che dunque era, è, alle prese con un infortunio completamente recuperabile in una manciata di giorni. 
I problemi, però, a questo punto, restano sostanzialmente due. Innanzitutto, il dolore persistente. A un livello per cui allenarsi al 100 per cento diventa piuttosto complicato e stressante (e peraltro se hai dolore, per quanto ti dicano che è tutto ok, un filo di ansia ti prende…). In secondo luogo, problema numero due: la Juventus è attesa da un tour de force impegnativo in termini di ritmi e di tasso di difficoltà.
Domani il Napoli, martedì il Malmoe: poi ancora, praticamente sempre ogni tre giorni: Milan, Spezia, Sampdoria e Chelsea, infine Torino il 2 ottobre. Vale a dire sette partite (toste) in appena 21 giorni. Il rischio di ricadute, forzando subito la mano e in simile contesto, sarebbe altissimo. E le conseguenze, peraltro, esponenziali visto che la Juventus è già in una condizione tale per cui si giocherà una discreta fetta di stagione (campionato in primis) nelle prossime settimane.
Assenze a lungo raggio, insomma, sono assolutamente da evitare, se possibile.
E prorpio per questa ragione, lo staff medico e tecnico della Juventus, di concerto con Chiesa, hanno deciso di optare per una non convocazione per la sfida in programma domani sera allo stadio Maradona di Napoli. Una scelta che non è stata fatta a cuor leggero, ovviamente: anche perché il tecnico Massimiliano Allegri in zona d’attacco dovrà fare a meno anche di Kaio Jorge e recupererà Alvaro Morata Moise Kean e soprattutto Paulo Dybala in condizioni ancora tutte da verificare, dopo gli impegni con le rispettive nazionali. Ma tant’è: rischiare non aveva senso. Molto più saggio consentire a Chiesa di restare a Torino e lavorare sabato e domenica secondo una tabella specifica che gli consentirà poi di essere in forma per il debutto in questa Champions League, nella partita in agenda martedì sera a Malmo, in Svezia. 
 Il bollettino medico diramato dalla Juventus ieri sera ha ufficializzato la cosa: «Federico Chiesa in mattinata è stato sottoposto presso il Jmedical a risonanza magnetica risultata negativa. Tuttavia, in via precauzionale e in accordo con lo staff tecnico, non sarà disponibile per la trasferta di Napoli».
Ciò che resta da definire, a questo punto, è il nome di chi potrà sostituire il Federico azzurro. E la risposta è facile facile: un altro Federico azzurro. Bernardeschi . In cambio di un Chiesa acciaccato e malconcio, la Nazionale di Roberto Mancini potrebbe infatti restituire un Bernardeschi in forma e su di giri, galvanizzato dall’ennesima buona prestazione espressa con l’Italia. Se Allegri riuscirà a far rendere il giocatore altrettanto bene anche in bianconero, avrà praticamente operato un nuovo acquisto (oltre che risolto un rebus con cui si allambiccano i tecnici juventini ormai da anni: lo stesso Allegri in primis).