Simeone, Klopp e Conceiçao non avranno gradito. Dalla quarta fascia è uscita una squadra che in bacheca ha 7 Coppe dei Campioni/Champions League. Che, aggiunte a quelle vinte da inglesi e portoghesi, fanno 15. Quindici trofei (oltre all’Atletico Madrid ancora in attesa della prima Champions,) in un girone solo. Tuttavia se il Cholo, Jurgen e il vecchio laziale Conceiçao guardano con un certo fastidio alla presenza del Milan, Pioli è per forza più preoccupato di loro. L’ultima Champions alzata dal Milan risale al 2007, la squadra è poi finita in un lungo letargo europeo e solo in questi anni si sta risvegliando. Non è stato fortunato nel sorteggio di Istanbul, anche come rappresentante dell’ultimo schieramento poteva finire nel gruppo di Sporting Lisbona, Borussia Dortmund e Ajax. Invece lì c’è entrato il Besiktas. Per arrivare agli ottavi, il Milan deve eliminare una fra Liverpool e Atletico (che ha ripreso Griezmann). Serve un’impresa.
In campo a quarant’anni. E per un big match: Atalanta-Milan, 3 ottobre, di fronte le due squadre finite sul podio (dietro l’Inter) nello scorso campionato. Zlatan Ibrahimovic ha festeggiato 4 volte il compleanno giocando, la prima addirittura nello scorso millennio: era il 1999, lui compì 18 anni entrando al 33’ della ripresa per sostituire Vaapil, nel Malmoe, sul campo dell’Elfsborg che stava vincendo 4-2. Era uno scontro salvezza per la quartultima giornata dell’Allsvenskan, il campionato svedese.
Il Malmoe perse 5-2 e alla fine retrocesse dopo 63 anni di ininterrotta permanenza nella massima serie, 14 “scudetti” (nel frattempo sono diventati 21, record nazionale) e una finale di Coppa Campioni persa 1-0 nel 1979 contro il Nottingham Forest di Brian Clough, gol decisivo di Trevor Francis che poi giocò anche nella Sampdoria e nell’Atalanta. In quel campionato di 22 anni fa Ibrahimovic disputò le prime 6 partite da professionista della sua carriera, tutte partendo dalla panchina.
Quella persa il giorno del compleanno era la terza, segnò un gol nell’ultima (2-1 al Västra Frölunda) ottenendo la sua unica vittoria nel campionato 1999. L’anno dopo realizzò 12 reti, piazzandosi sul podio della classifica cannonieri e trascinando di nuovo in “serie A” il Malmoe, che abbandonò a luglio del 2001 per passare all’Ajax, la sua prima grande squadra, iniziando un’incredibile striscia di 13 campionati vinti su 15, compresi i 2 poi revocati alla Juventus.
Durante quei 15 anni giocò altre 3 volte il 3 ottobre, giorno del suo compleanno, tutte partite finite 1-0: vinse con la Juventus a Udine nel 2004, in serie A, grazie a un gol di Zalayeta, e con il Barcellona contro l’Almeria nella Liga nel 2009, rete di Pedro, interrompendo in questo caso una serie di 5 gol personali nelle prime 5 giornate; e perse 1-0 con la maglia del Psg nel 2012 in Champions sul campo del Porto.
I 40 anni di Ibrahimovic sono più di quelli di due allenatori dell’attuale campionato: Paolo Zanetti, che compirà 39 anni il 16 dicembre e ha sfidato lo svedese sul campo 4 volte, giocando con Ascoli e Torino contro l’Inter e raccogliendo solo un pareggio; e Tiago Motta, che i 39 li ha festeggiati il 28 agosto, avversario in serie A, in Supercoppa italiana (2-1 per il Milan, aperto da un gol di Ibra, nel derby del 2011 a Pechino), in Champions League e in un’Italia-Svezia 1-0 all’Europeo 2016, ma anche compagno al Psg in 4 stagioni (2012-16) riempite da 4 “scudetti” e 8 coppe nazionali. Nella prima stagione assoluta di serie A, quella del 1929/30, i tecnici che al via del campionato avevano meno di quarant’anni erano oltre la metà, 10 su 18.
Il giocatore più vecchio fu Luigi Cevenini, il terzo e più bravo dei 5 famosi fratelli che giocarono tutti insieme con l’Inter un derby di campionato (allora si chiamava Prima Categoria) finito 1-1 contro il Milan nel 1921 con un gol su rigore proprio di Zizì, soprannominato così perché in campo non stava mai zitto. In quel 1929/30 Cevenini aveva la maglia della Juventus, compì 35 anni a marzo dopo aver segnato un paio di gol (al Napoli nella giornata inaugurale e poi alla Roma) e a fine campionato lasciò la serie A per girovagare tra B e Prima Divisione, scendendo ancora in campo a 45 anni con l’Arezzo, da giocatore-allenatore in serie C nel 1940, schierandosi in 4 partite.
La partita Liverpool – Milan si giocherà allo Stadio Diego Armando Maradona domani. Sarà un’esclusiva DAZN, detentore dei diritti di 10 partite su 10 per ogni giornata di Serie A, di cui 3 in co-esclusiva con Sky Sport. La gara sarà visibile in streaming, attraverso il download dell’app ufficiale dell’emittente – con relativa iscrizione e abbonamento – o attraverso una qualsiasi Smart TV. Da quest’anno, con l’acquisto del DAZN box sarà possibile inoltre avere un canale digitale dedicato con i migliori contenuti scelti giorno per giorno. Si sconsiglia categoricamente l’utilizzo di siti pirata per la visione della gara. Sarà disponibile anche sul sito una diretta testuale per seguire la partita: un evento non solo attesissimo dai tifosi azzurri, ma che sarà seguito in tutto il mondo.
Che bei… problemi si ritrova ad avere in questo momento Stefano Pioli . Tre partite di campionato e l’abbondanza di attaccanti lo costringe già a fare scelte pesanti. Perché, nemmeno si fossero messi d’accordo, hanno deciso tutti di diventare protagonisti nello stesso momento. E adesso, tra Liverpool e Juventus, due partite che, seppur per motivi differenti, possono però già dare un’impronta quasi decisiva alla stagione rossonera, ci sarà da fare scelte ponderate e il più possibile eque.
Partendo dal presupposto che il tecnico contro la Lazio ha risparmiato quasi un’ora di gioco a Zlatan Ibrahimovic , consentendogli di entrare in campo soltanto al 16’ della ripresa, lo svedese è certamente candidato a fare la doppietta, almeno per quanto riguarda le presenze nelle prossime due gare. Oggi sarà il protagonista della conferenza stampa pre-partita e questo significa ovviamente che la sua partecipazione al match dell’Anfield non è in discussone. Ma anche a Torino, dove peraltro nel marzo scorso aveva giocato la sua ultima partita prima di tornare in campo domenica contro la Lazio, è difficile non ipotizzarlo in campo dal primo minuto. Sarà certamente lui a decidere, in primo luogo, essendo ormai il miglior medico di se stesso. Il fatto di aver segnato appena tornato in campo gli ha dato una carica ulteriore che Pioli cercherà di sfruttare al massimo.
Ma la notizia del giorno è sicuramente il ritorno di Olivier Giroud in gruppo. Uscito dal Covid venerdì scorso, non convocato contro la Lazio, sarà invece a disposizione perla trasferta di Liverpool, anche se al momento non è scontato prevederne l’utilizzo. Molto dipenderà dall’andamento del match, partendo dal presupposto che il francese è campione in carica, con il Chelsea, nella Champions League. E il suo apporto al successo del club londinese, nella scorsa stagione, non è stato affatto minimo, anzi.
Se Ibrahimovic sarà sicuramente titolare e Giroud sarà sicuramente panchinaro, meno certezze si hanno invece per quanto riguarda Leao e Rebic . Anche se Pioli ha festeggiato, e non poco, l’esplosione di entrambi i giocatori, piuttosto nell’ombra in avvio di stagione, adesso deve capire chi mandare in campo al fianco (o davanti, piuttosto che dietro…) dello svedese. Leao sta acquisendo concretezza, come dimostrano i due gol realizzati nelle ultime due partite, quando è stato titolare. Rebic sta acquisendo altruismo, come dimostrano i due assist messi a segno contro la Lazio. E quindi la scelta del tecnico verrà fatta proprio partendo da questi presupposti. Ben sapendo che a Liverpool non si dovrà limitare i danni, ma cerca di smuovere la classifica del gironcino, contro la squadra sulla carta più temibile per la qualificazione agli ottavi. Il percorso è ancora lungo, ma visto l’entusiasmo scatenato dalle prime esibizioni rossonere, sarebbe proprio il caso di rischiare qualcosa. Di sicuro, Pioli in tutta la sua esperienza al Milan, mai ha avuto così piacevoli problemi di abbondanza. Se li gode tutti, sapendo che alla fine dovrà prendere una decisione.
L’ultima volta che Zlatan Ibrahimovic ha giocato in Champions League con la maglia del Milan è stato lontano da San Siro. Era la gara di ritorno dei quarti di finale dell’edizione 2011-12 della massima competizione europea e i rossoneri uscirono sconfitti per 3-1 dal Camp Nou di Barcellona al termine di una gara ricca di polemiche per il rigore concesso da Kuipers , a gioco fermo, per una trattenuta di Nesta su Messi prima che venisse battuto un angolo. A distanza di nove anni, Ibra ritrova la Champions con il Milan e lo farà in un altro stadio mitico, ovvero Anfield. La tana del Liverpool nella quale i rossoneri non hanno mai giocato nella loro storia visto che i due precedenti tra le due squadre risalgono alle finali di Istanbul 2005 e di Atene 2007. Zlatan ha già scaldato i motori due sere fa contro la Lazio. Mezz’ora nelle gambe, un gol che ha chiuso la partita e la testa già proiettata alla battaglia in terra inglese dove cercherà di raggiungere un altro record personale.
Ibra ha nel mirino Francesco Totti e il suo primato di giocatore più longevo ad aver segnato un gol nella moderna edizione della Champions League. L’ex capitano della Roma, con la rete in pallonetto realizzata all’Ethiad Stadium di Manchester nella partita tra i giallorossi e il City del 25 novembre 2014 ha messo il suo nome in vetta a questa classifica speciale visto che, in quella data, il fuoriclasse italiano aveva 38 anni, 1 mese e 29 giorni. Zlatan, che il prossimo 3 ottobre spegnerà 40 candeline, avrà a disposizione almeno le sei partite del girone per prendersi questo traguardo e per provare a sovvertire i pronostici di tanti, che indicano il Milan come la terza forza del raggruppamento. Ibrahimovic, a testimoniare la sua carica e quanto sia focalizzato sulla sfida di domani, ha postato sui suoi social una foto di un ghepardo che rimane sui blocchi di partenza mentre dei cani, sulle corsie laterali alla sua, scattano con il seguente messaggio: «A volte cercare di dimostrare che sei il migliore è un insulto. Non abbiamo bisogno di scendere al livello degli altri, per far capire loro che siamo i più forti. Pensaci bene e risparmia le energie per ciò che meriti. Il ghepardo usa la sua velocità solo per cacciare, non per dimostrare ai cani che è il più veloce e forte. Non perdete il vostro tempo a dimostrare il vostro valore». Un messaggio ai naviganti chiaro e netto: Zlatan è pronto alla battaglia e si è preparato per arrivare pronto al ritorno in Champions League con la maglia che, più di tutte, ha amato e voluto. Ma la fiamma, all’alba dei 40 anni, è viva più che mai e diventare il giocatore più anziano a segnare un gol ufficiale in Champions è certamente uno stimolo, come lo sarà il gettone numero 120 che collezionerà domani. La coppa dalle grandi orecchie gli manca, in cuor suo gli piacerebbe essere parte di un qualcosa di utopico come vincerla con il Milan, ma allo stesso tempo sa che cercare delle grandi imprese – come provare a vincere nella tana del Liverpool – possono essere dei passaggi fondamentali verso l’ulteriore crescita della squadra.
Ibrahimovic, con molta probabilità, sarà uno degli undici titolari che scenderanno in campo domani sera mentre oggi pomeriggio sarà certamente il catalizzatore delle attenzioni mediatiche, visto che interverrà in conferenza stampa insieme a Stefano Pioli a partire dalle 14,30. Scorrendo i dati relativi alle 119 partite di Champions giocate fino ad ora, si scopre che l’ultima apparizione di Ibra nella manifestazione è del 27 novembre 2017, quando entrò per gli ultimi 16 minuti di Basilea-Manchester United. C’è un cerchio da chiudere con il fato e il destino ha voluto che Zlatan, l’uomo che va a caccia di record, lo possa fare proprio contro una squadra inglese.
Dici Liverpool-Milan e la mente va subito alle due finali che hanno segnato in modo indelebile la storia della Champions League. Quella del 25 maggio 2005, quando a Istanbul i Reds riuscirono in una delle imprese sportive più incredibili della storia della più importante competizione europea per club: sotto per 3-0 alla fine del primo tempo il Liverpool riuscì incredibilmente a riprendere i rossoneri e poi a vincere ai rigori grazie all’errore decisivo di Shevchenko . Due anni più tardi, nel 2007 ad Atene, arrivò la vendetta del Milan grazie ad una doppietta di Pippo Inzaghi .
Domani sera ad Anfield il Liverpool si troverà un Milan in stato di grazia e reduce da tre vittorie consecutive in campionato. Anche i Reds stanno attraversando un momento di forma notevole: i ragazzi di Klopp arrivano all’esordio in Champions dopo la convincente vittoria per 3-0 in casa del Leeds, in cui Salah e compagni, su un campo storicamente difficile, hanno dominato la partita dall’inizio alla fine. Una vittoria che ha permesso al Liverpool di raggiungere la vetta della classifica andando a fare compagnia a Chelsea e United. I Reds, fra l’altro, arrivano da una serie importante di risultati utili: l’ultima sconfitta risale addirittura ai quarti di finale di Champions della scorsa stagione, quando gli uomini di Klopp furono battuti dal Real Madrid; da allora i Reds hanno inanellato una striscia positiva di 13 gare, con 9 successi e 4 pareggi. Il Liverpool sembra essersi messo alle spalle la scorsa deludente stagione. Il ritorno di Virgil van Dijk ha ridato grande sicurezza al reparto difensivo che lo scorso anno era stato il tallone d’Achille dei Reds. Inoltre, i movimenti offensivi sono tornati quelli di un tempo, con Salah , che domenica ha firmato il gol numero 100 in Premier League, sempre più leader della squadra di Klopp.
Unica nota stonata per i Reds il gravissimo infortunio subito da Harvey Elliott . Il centrocampista classe 2003 si è infatti slogato la caviglia a seguito di un duro contrasto di cui è stato sfortunato protagonista nella sfida di domenica scorsa contro il Leeds. Una perdita importante per Klopp, visto che Elliot, nonostante la giovanissima età era diventato una costante nell’undici titolare schierato da Klopp nella prima parte di questa stagione.