Mariano Cannio, 38 anni, si è costituito in via Medina dopo l’accaduto. Messo sotto torchio dagli inquirenti però il domestico, con pregressi problemi psichici, ha respinto tutte le accuse che lo vedono come colpevole di aver lanciato il bambino volontariamente.
L’uomo, infatti, ha detto chiaramente di averlo solo “preso in braccio, non so come sia poi caduto dal balcone“. Nonostante le accuse respinte l’uomo rimane in stato di fermo, soprattutto alla luce dei nuovi indizi emersi.
Mariano Cannio frequentava da tempo la casa della nonna di Samuele, ma anche molte altre della zona. Erano tante le famiglie che per diverso tempo si sono fidate di lui, affidandogli lavori e pulizie domestiche. Lo stesso aveva fatto la mamma della piccola vittima, ormai prossima al parto, che da un mese aveva chiesto un aiuto al 38enne.
Un uomo dal passato misterioso, che pare fosse in cura psichiatrica. Tra i parenti Mariano Cannio ha diversi artisti. Il bisnonno, Enrico Cannio, è autore della musica di “ ‘O surdato nnammurato” e la prozia Anna fu attrice teatrale che recitò nella compagnia di Eduardo de Filippo. Il padre Carmine, accusato di appartenere al clan Giuliano, in carcere è diventato uno stimato scultore specializzato in opere di tufo, tanto da essere considerato punto di riferimento per gli studenti dell’Accademia di Belle Arti.