Leonardo Spinazzola: Età, figli, moglie, vita privata, con chi gioca

Andrà a finire che Leonardo Spinazzola dovrà quasi ringraziare quel maledetto infortunio che l’ha escluso dagli Europei che stava giocando alla grande. Ma alzi la mano chi conosceva il suo nome prima di giugno. Gli appassionati di calcio senz’altro, gli altri no di certo. Adesso che è una star ha scritto un libro sui “suoi” Europei, vinti fuori dal campo in stampelle, che mai avrebbe messo insieme se fosse rimasto “banalmente” a correre in Nazionale sulla sua fascia di competenza, quella sinistra.

Intendiamoci, Spinazzola è un campione che ne ha passate di tutti i colori. A 28 anni di vite ne ha già vissute almeno tre: bersaglio dei bulli a scuola, un primo grave infortunio, tre anni fa, che sembrò sul punto di troncarne la carriera, poi le strepitose prestazioni in azzurro, di nuovo interrotte da un problema al tendine di Achille. Per lui è sempre così: quando è sul punto di svoltare, qualcosa si mette di traverso. Ma lui riparte meglio di prima.

Il libro si intitola Buongiorno, Campioni (Sperling& Kupfer – 192 pagine – 17,90 euro) ed è dedicato a se stesso e ai suoi compagni di squadra della Nazionale che ha trionfato agli Europei a luglio. «Nelle prime partite non mi aspettavo di giocare così bene, poi non prevedevo di farmi così male, nei quarti di finale, contro il Belgio», racconta Spinazzola detto “Spina”. «La partita era quasi finita e mi sentivo bene, benissimo, diciamo pure che volavo, stavo da Dio.

Però il destino è questo: ho subito l’incidente meno opportuno nel torneo più importante della mia carriera». Quell’incidente l’ha estromesso dai giochi e spedito in un ospedale: quattro mesi di stop. Ritorno in campo previsto in novembre, nella Roma di Mourinho. E tuttavia quello strappo alla gamba sinistra l’ha fatto scoprire al grande pubblico, ha generato la simpatia generale nei suoi confronti, gli è valso i complimenti e il pensiero accorato del presidente della Repubblica. «Sono uno timido, ma pure solare, con grande voglia di fare: da ragazzino ero indisciplinato, a scuola un disastro e qualche bulletto mi prendeva in giro per i denti all’infuori, da castoro», continua “Spina”. «Sono cresciuto con qualche rabbia dentro di troppo.

Per fortuna a 26 anni ho definitivamente trovato il mio equilibrio: è successo quando una squadra, l’Inter, nel 2020 mi aveva ormai preso e poi ha cambiato idea all’ultimo istante. Mi sono detto: “Ora reagisco e dimostro a tutti quanto valgo”. E adesso non mi ferma più nessuno. A parte il tendine di Achille o il legamento crociato qualche anno fa…». A consolarlo, oltre all’affetto dei tifosi, ci hanno pensato la moglie Miriam e i figli piccolissimi, Mattia, 3 anni, e Sofia, 1. «Non posso proprio lamentarmi di niente. L’ho detto anche ai miei: se mi arrabbio per quel che è successo, devono solo riempirmi di sberle, perché non potevo nemmeno sognarmi di arrivare dove sono arrivato». Per questo ha accettato di affidare emozioni e memorie a un libro, «lui che di libri non ne ha mai letto uno, figuriamoci scriverne», lo ha preso in giro l’ex compagno di squadra Roberto Gagliardini.

A scrivere lo ha aiutato il giornalista Alessandro Alciato, ma il contenuto è tutto suo, perché “Spina” è personaggio autentico, che vive e prova le cose in profondità. «Il mio caso umano ha fatto scalpore, ma vorrei ricordare che il calcio è sport collettivo e io non ho mai visto un gruppo affiatato come quello della nostra Nazionale. Mai un litigio, mai un momento di freddezza. Siamo stati e siamo davvero fortissimi a ogni livello e spero di aver trasmesso il concetto con queste pagine». Ultima avvertenza: il ricavato sarà devoluto all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Grande “Spina”!