Daniele Pecci, insieme a Gigi Proietti insieme al suo ultimo film

Questo articolo in breve

Dopo lo straordinario successo di Doc – Nelle tue mani con Luca Argentero di cui si attende la seconda stagione, lo scorso 17 ottobre è arrivato su Raiuno un altro medical drama, Cuori. Anche questa storia, come quella di Doc, è ispirata a una vicenda reale, quella di un team di medici italiani di fine anni Sessanta guidati dal professor Achille Mario Dogliotti (1897-1966), all’ospedale Molinette di Torino, che tentarono di eseguire il primo trapianto di cuore al mondo.

Il primato venne poi conquistato da Christiaan Barnard nel 1967 in Sudafrica, ma a Dogliotti si deve la messa a punto della macchina cuore-polmone per la circolazione extracorporea, mentre fu un suo allievo, Angelo Actis Dato, a depositare il brevetto del primo cuore artificiale.

I personaggi di Cuori, con in testa l’attore Daniele Pecci che interpreta il primario delle Molinette Cesare Corvara, sono ispirati a questi leggendari pionieri, ai loro ideali e alla loro passione per la scienza. Per permettere ai telespettatori di calarsi nell’atmosfera dell’epoca, le ambientazioni sono state riprodotte al dettaglio. L’ospedale Molinette è stato ricostruito fedelmente su una superficie di duemila metri quadrati negli studi Lumiq di Torino: l’atrio di un tempo, i corridoi, l’ascensore “a gabbia” perfettamente funzionante e la salazie ritrovate e perse, i triangoli amorosi.

Perché, come suggerisce il titolo stesso, il cuore non è solo un organo, ma anche la sede dei sentimenti e delle passioni e da alcune di queste non sempre si guarisce facilmente. Daniele Pecci, che nella sua carriera ha ricoperto più volte il ruolo del chirurgo, ci racconta come è stato diverso, e a tratti più impegnativo, calarsi nei panni di Cesare Corvara, che nella storia è anche un vedovo con una figlia di cui non si è mai preso cura a dovere. Si affezionerà ad Alberto Ferraris (interpretato da Matteo Martari), giovane cardiochirurgo di talento cui farà quasi da padre, e a Delia Brunello (Pilar Fogliati), una cardiologa con un fiuto diagnostico formidabile.

In questa serie è tutto molto realistico. Lo è stata anche la formazione di voi attori? «Sì, è stato un lavoro meticoloso, sono stati curati tutti i dettagli e non solo nella grandiosa scenografia messa a punto da Maurizio Zecchin. Sul set siamo stati seguiti dal professor Guglielmo Actis Dato, cardiochirurgo e figlio di quell’Angelo Actis Dato a cui si ispira una parte del nostro racconto, che ci ha trasferito competenze tecniche e la memoria storica di quegli anni. In sala operatoria ci spiegava come muoverci, con gli strumenti in uso allora e abbiamo “operato” su cuori veri di animali. Insomma, è stato come studiare Medicina».

Era da qualche anno che lei mancava dal piccolo schermo. «Sì, dal 2016: questa serie segna un po’ il mio rientro in Tv. In questi anni mi sono dedicato al teatro, mia grande passione, perché lo trovo molto più vero, diretto e profondo. Nelle fiction per il grande pubblico spesso i sentimenti vengono banalizzati. Ma devo dire che in Cuori questo non succede: sono realistiche anche le dinamiche relazionali.

È una storia che mi ha riconciliato con la televisione». Tanto che ha girato un’altra fiction questa estate. «È una produzione inglese ambientata a Portofino. Io interpreto un conte italiano». operatoria con la cupola panoramica, dove sono state girate le scene più emozionanti. Nella serie in otto serate c’è ovviamente anche molta fiction: le lotte di potere, le amici Punta a doppiare il successo di Luca Argentero, suo “antagonista” in corsia? «No, punto a raccontare una bella storia. Non è più come un tempo quando esisteva solo la Tv generalista e si facevano ascolti da record. Ora c’è la concorrenza delle reti a pagamento, se succede sei fortunato».

Lei un tempo era additato come un sex symbol, ma non ha mai cavalcato questa fama. «Non ci ho mai creduto o forse non mi interessava. Un giorno sei in auge, quello dopo sei sostituito da un altro». Che cos’ha in comune con il personaggio di Cesare Corvara? «Io come lui ho un grande amore per la mia professione. Ma Corvara è sicuramente meno pigro di me». Presto la vedremo in Io sono Babbo Natale, ultimo film di Gigi Proietti. «Sì, ma durante le riprese non ci siamo mai incontrati. Verso di lui ho però una riconoscenza infinita perché un paio d’anni prima di lasciarci mi ha dato in mano il suo teatro Globe di Roma e ha prodotto il mio Enrico V. Per me è stato lui Babbo Natale». Lei è un papà anche nella vita. Come fate lei e la sua compagna, l’attrice Anita Caprioli, a conciliare lavoro e famiglia? «Cerchiamo di non prendere impegni nello stesso periodo. Il lockdown comunque ci ha rafforzato, non siamo scoppiati».