Scopri chi è Achille Lauro: età, carriera, padre, studi, fidanzata, Sanremo 2022

Questo articolo in breve

La fidanzata di Achille Lauro non è mai stata sotto i riflettori, nonostante ciò che ci si aspetta da lei come sua compagna. Si tiene ben lontana dalle notizie e dalla pubblicità per mantenere la sua privacy, eppure sembra un personaggio pubblico attraverso il suo famoso compagno. Non ci sono molte informazioni su Francesca su internet o altrove, quindi è difficile trovare prove concrete su chi sia o come sia la loro relazione!

Forse questo è qualcosa che non tutti si aspettavano; visto che Achille Lauro è uno degli artisti più eccentrici e camaleontici che abbiamo in Italia. Per questo motivo, qualcuno potrebbe aspettarsi meno privacy da parte sua. Con sorpresa della gente, però, Lauro ha una vita molto privata e ancora di più quando si tratta di cose sentimentali come le emozioni o le relazioni personali.

Magistrato e curriculum

Nicola De Marinis, il padre di Achille Lauro, è laureato in Giurisprudenza e dal 2014 è un magistrato della Corte di Cassazione, dove riveste il ruolo di consigliere addetto alla sezione lavoro. Nel suo curriculum, però, troviamo anche l’esperienza come docente universitario, nonché la pubblicazione di diversi libri importanti.

Al quarto Sanremo di fila in carriera, l’artista romano si porta pure un coro Gospel e sfida i dubbiosi: «Anche di “Me ne frego” dicevano che facesse schifo ed è stato uno degli eventi degli ultimi anni». «Sarebbe facile restare nella mia comfort zone, ma non lo laccio: sono anni che cerco di distruggere la mia carriera cambiando pelle… Ancora non ci sono riuscito». «Il duetto in “Sei bellissima” con la Berte? Sia io che Loredana siamo molto di più di ciò che appare»

Che sia in gara come quest’anno, nel 2019 e nel 2020, o che sia nel cast fisso con i suoi “quadri”, come l’anno scorso, Achille Lauro a Sanremo punta a stupire. Stavolta si è portato dietro l’Harlem Gospel Choir: «Sono anni che cerco di distruggere la mia carriera cambiando pelle, mettendomi in gioco.

Ancora non ci sono riuscito. Se avessi voluto restare nella mia comfort zone, avrei fatto urban trap. Ma quello era dieci anni fa, un’altra mia vita: ora non sono più quello cresciuto nella comune, che vive sulle panchine di periferia. Ora sono uno che vuole rivoluzionare la musica, dire qualcosa di unico.

Lo vedrete anche col mio tour nel 2022, ho già scritto roba per 10 dischi da quando lo avevo annunciato la prima volta. Non sarà più un semplice concerto, ma un cross over tra rock e musical, nei posti più fighi e diversi: dall’ippodromo di Milano al Teatro antico di Taormina, dal Palasport a Roma alla piazza Santissima Annunziata di Firenze. E pensare che suonavo nei garage…».

Perché di nuovo Sanremo? «Non vivo tanto la competizione. Non guardo né ascolto gli altri: vado a fare Sanremo solo nel mio spazio, nei miei 4 minuti, che sia un quadro o una canzone. Il Festival è una vetrina da utilizzare. L’abito ne fa parte, è il volto che voglio dare in quel momento alla musica. Non è trasgressione, è fare sempre qualcosa di più».

Domenica ricorda molto Rolls Royce. «Di Me ne frego, all’inizio, avevano detto che faceva schifo, ma poi è stato uno degli eventi degli ultimi anni. Non andiamo lì (ndr: parla di sé al plurale) per avere apprezzamenti esterni, ma per portare qualcosa che nessuno fa. Domenica è il giorno in cui essere liberi, in cui si fa quello che si vuole.

Avrei potuto cercare di esser meno divisivo, avevo tante ballate pronte, più facili di questa contrapposizione tra sound leggero e testo denso. Questo Sanremo chiude un percorso. Siamo entrati con Rolls Royce portando una cosa unica, diversa da quello che c’era. Oggi c’è una nuova evoluzione, ma l’anima rimane la stessa».

Dice che ha tanto di pronto. Racconti. «Per me è un momento incredibile, non sto fermo mai, ho anche fatto da regista e attore nello stesso tempo del mio video, dopo che il regista si è preso il Covid. Vengo da 5 mesi su un’isola vicino a Venezia, fuori da tutto, solo con 5 o 6 collaboratori, abbiamo fuso la session musicale con la vita.

Ne avevo bisogno, per un anno non mi ero fermato un attimo, qui invece ho pensato e scritto musica per i prossimi anni. Non posso non dare retta a quel ronzio che ho nella testa che mi dice di cercare, di andare, di spingermi oltre. Col tempo e fatica, verrà riconosciuto il senso di tutto questo, per me è l’evoluzione di quello che sono

Duetterà con Loredana Bertè. Perché? «Una canzone come Sei bellissima è l’urlo di una donna che è molto di più di quel che appare. Anche io non sono solo quello dei quadri di Sanremo».